Non temete le parole

Emily Dickinson scrisse: “Qualcuno dice che una parola muore appena detta, io dico che solo in quel momento comincia a vivere“.
Io credo che lei avesse pienamente ragione: le parole, una volta pronunciate, pensate, scritte, urlate, dipinte, cantate, mimate, disegnate cominciano a vivere; le parole che muoiono sono quelle che restano imprigionate, intrappolate o rinchiuse tra le labbra, quelle che restano in gola, quelle che non trovano il coraggio o la forza per uscire.
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Alla mia mamma

Se mi chiedessero chi è la mia migliore amica, io risponderei “la mia mamma”.
Madre e figlia sono unite da un legame indissolubile, che si instaura nel momento in cui la prima dà alla luce la seconda. Questo rapporto varierà nel corso del tempo: durante l’adolescenza i figli tendono a distaccarsi dai propri genitori, spinti dalla volontà di essere più liberi; ma è quando si cresce che si assume la consapevolezza di quanto essi siano importanti. Anche nel mio caso, ci sono stati degli alti e dei bassi, ma la verità è che io e mia mamma siamo sempre state molto unite. Ed è proprio ora che, a ventuno anni e a 300 km da casa, mi rendo conto di quanto mi manchi la mia mamma. Lei è sempre stato un porto sicuro per me, una persona su cui contare e con cui potermi confidare. Continua a leggere “Alla mia mamma”

Viaggiatori

C’è una lettrice che apprezza particolarmente la Gazzetta, ed è a lei che voglio dedicare questo pezzo.
Ci sono casi in cui il nome rappresenta esattamente la persona: Ilaria era estremamente solare, Bruno molte volte mi ricorda un orso, e poi c’è Gemma: un nome che evoca il germoglio di una pianta e anche una pietra preziosa.
Ci sono persone che non hanno neanche idea di quanto per qualcuno possano essere dei “maestri”, e non mi riferisco banalmente al loro grado di istruzione.
Gemma sta affrontando la sua battaglia con forza, coraggio e dignità, sta lottando con le unghie perché vuole vivere, ed è un grande esempio per tutti coloro che ha intorno.  
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Si abbracci chi può

Alcuni giorni fa mi è capitato di provare un’esperienza sensoriale veramente molto intensa e del tutto inaspettata, qualcosa che è rimasto impresso dentro di me e che vorrei condividere con voi. Esco dal lavoro e vado piena di entusiasmo ad un appuntamento che aspettavo da tempo. Ero sicura che sarebbe stata una serata speciale perché sapevo che era stata organizzata con amore e con la dedizione che ci si mette nelle cose a cui si tiene particolarmente. Eravamo davvero in tanti, età diverse, interessi diversi, professioni, hobby e percorsi di vita diversi eppure eravamo tutti lì, uniti dal progetto comune che ognuno di noi si impegnava a portare avanti. Continua a leggere “Si abbracci chi può”

Questione di sguardi

Quante vite che si incrociano, ogni giorno! Se ogni tanto ci fermassimo a pensare, nella fretta delle nostre abitudini, a quante storie non facciamo caso, probabilmente vivremmo in maniera diversa…
Sono le 7:43 del mattino e davanti a me, in treno, una signora chiama il figlio: sorride e dice che gli vuole bene.
Il giorno dopo vedo due ragazze; la prima ha la testa appoggiata alle spalle dell’altra e, guardandola, le dice: “Non ce la faccio più, sono stanca”, io la guardo e posso solo pensare al fatto che, forse, non è del treno che si lamenta. Continua a leggere “Questione di sguardi”

Profumo di colla e lucido da scarpe

Qualche tempo fa casualmente sono entrata nella piccola bottega di un giovane calzolaio, un mestiere ormai praticamente in disuso, e quel profumo di colla e lucido da scarpe mi hanno fatto brillare gli occhi e tornare indietro di molti anni, quando da bambina appena potevo andavo a trovare Amelio e Marisa. Erano due persone molto semplici, cari amici dei miei nonni, ed io adoravo restare ore ad osservarli.
Amelio riparava vecchie scarpe, ma io lo consideravo un mago, anzi un fachiro visto che per comodità teneva fra le labbra i piccoli chiodi per sistemare le suole, che a me facevano sempre un po’ preoccupare, così, dal basso dei miei pochi anni ripetevo spesso “fai attenzione a non ingoiarli!”
Marisa sua moglie, per me era una fata, lucidava le scarpe riparate fino a farle tornare come nuove.
C’è un antico proverbio che dice pressappoco: “non giudicare nessuno se prima non hai camminato nei suoi mocassini per due settimane”.
Ecco, io ricordando le scarpe che loro sistemavano cerco di sempre di non dimenticare questa metafora della vita, ma soprattutto, ripensando con affetto a loro due, cerco di fare anche un po’ mia la loro più grande magia ovvero L’ARTE DELL’AGGIUSTARE.
In una società in cui si tende a “buttare e ricomprare” io credo che un po’ di colla e un po’ di lucido alle volte farebbero bene anche ai cuori.
Buona vita a tutti dalla vostra inviata da Torino!

Silvia Piovan

Aprile dolce dormire

Con questa frase si pensa che il mese in cui si dorma di più possa essere aprile. Forse sarà l’arrivo della primavera che ci porta nel dolce mondo dei sogni?
Non so voi ma io ho sempre sonno, qualunque sia la stagione.
Nel periodo invernale Morfeo mi coccola dolcemente sotto la trapunta mentre fuori piove e fa freddo. Verso marzo-aprile la stanchezza da cambio stagione si fa sentire e in estate mi piacerebbe molto fare il pisolino post pranzo: insomma, dormirei sempre sempre!
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Ho sposato un ottimista

A quanto pare il mondo è diviso in due: intorno ad un bicchiere di vino si riuniscono quelli che lo vedono sempre mezzo pieno e quelli che lo vedono immancabilmente mezzo vuoto.
Ottimisti e pessimisti si fronteggiano su come vada letta la vita con i suoi accidenti. Chi vincerà?
Indubbiamente la routine media fatta di lavoro, faccende domestiche e qualche svago è spesso e volentieri interrotta da imprevisti più o meno invalidanti: dallo starnuto nel fine settimana a malattie più importanti, dalla ruota bucata alle precarietà di impieghi sempre più fluidi. Il pessimista si preoccupa di tutto ciò come se fosse il fulcro dell’esistenza: che cosa accadrà se non risolvo subito e bene il problema? Vision sul futuro e problem solving sono le doti immancabili per un vero mezzovuotista, a cui aggiungeremo volentieri una mezza dose di perfezionismo.
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Un soffio per restare, un soffio per partire

“Pensa a tutta la bellezza ancora rimasta attorno a te e sii felice.”
ANNA FRANK

Un improvviso soffio di vento può cambiare la tua rotta, modificare il tuo viaggio, impedirti di raggiungere una destinazione, portarti troppo vicino al sole o spingerti attraverso l’uragano più nero, farti sorvolare aridi deserti o oceani infiniti oppure portarti a visitare mondi misteriosi volando in cieli stellati e sorvolando prati pieni di fiori colorati.
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Accolgo e lascio andare

“Quel momento impercettibile
in cui ci incontriamo,
rimango in silenziosa contemplazione.
Tutto sembra fermo.
Sono solo pochissimi minuti prima che tutto inizi…
di nuovo!”

Caro albero, ti ho rivisto dopo tanto tempo, mi sei mancato. Per anni mi hai tenuto compagnia nel mio frastagliato percorso di paziente oncologico. La sala d’attesa del 4° dente del CRO di Aviano mi è sempre stata un po’ stretta e così mi piaceva attendere fuori il mio turno, specialmente nelle stagioni più calde, mi appollaiavo ai tuoi piedi a leggere o scrivere ed è come se tu fossi lì a vegliare su di me. Anche quando l’inverno non mi faceva resistere al freddo, il nostro saluto del mattino era una routine… la nostra! Con la mente ti parlavo e ti affidavo i miei pensieri così che il vento potesse trasportali altrove. Continua a leggere “Accolgo e lascio andare”

Il piave

Se mi chiedi cosa rappresenta per me il fiume Piave, io ti rispondo che per me rappresenta tutto. È sufficiente e necessario chiudere gli occhi e aprire le orecchie per comprendermi a fondo. Quando mi sento irrequieta, quando sento un po’ di solitudine, quando ho bisogno di connettermi con me stessa, io esco di casa e 99 volte su 100 vado a trovare il Piave: il mio spazio sacro. È come se sentissi la sua chiamata. Così, armata di buone gambe, piedi e ali, cammino e volo leggera verso questo spazio sacro poco lontano da casa. Subito il fiume mi calma e mi rasserena, subito mi purifica anima e spirito: per me, è una boccata d’aria fresca, una boccata d’ossigeno puro. Continua a leggere “Il piave”

Il cartolaio gentile

Se penso al periodo delle scuole superiori, voltandomi ad osservarlo in lontananza, posso dire che forse è stato uno dei più spensierati e leggeri che abbia vissuto, ma la consapevolezza ovviamente arriva con il passare degli anni.
Da adolescente mi sembrava pesantissimo alzarmi presto e in particolare in inverno l’attesa dell’autobus delle 6.40 era infinita. I miei compagni di viaggio erano il buio, il freddo e spesso la nebbia che in quegli anni si poteva “tagliare con il coltello”.
La scuola era in una zona poco raccomandabile della città, ma era l’unica con quelle caratteristiche, ed era quella che io avevo scelto, dunque non osavo certo lamentarmi.
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Amicizia

Ognuno di noi ha la sua idea di questa parola, dipendente sicuramente dall’età e dalle precedenti esperienze. In adolescenza c’era la possibilità di trascorrere ore ed ore a parlare di un singolo argomento, un po’ perché a quell’età può girare tutto intorno ad un unico tema, un po’ perché si stanno provando emozioni nuove che si sente la necessità di condividere.
Man mano che si cresce le priorità della vita cambiano e si iniziano ad avere delle responsabilità come lavoro, compagno/a, figli ed animali, ed ahimè il tempo libero inizia ad assottigliarsi. Anche se si desiderasse fare una bella chiacchierata, non sempre si riuscirebbe ad incastrarla nella giornata.
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Siamo programmati per rialzarci

La panchina del parco quella mattina portava ancora con sé il freddo della notte appena trascorsa, poche le persone in quella grigia giornata di dicembre. In lontananza il vociare di un bambino che correva dietro al suo pallone con i suoi passi incerti. Anche da quella distanza era palpabile il suo contagioso entusiasmo. Le due figure si passavano la palla, in uno dei classici giochi che i padri fanno con i propri figli.
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Respirare ad occhi chiusi

Finalmente, la sua stagione preferita. Primavera: per lui è tante cose, libertà, sole, voci di bambini… Per non parlare dei fiori, dei colori, i parchi che finalmente si ripopolano…
Quando ne parla gli si illuminano gli occhi, è come se per mesi non avesse aspettato altro, è come un risveglio da un periodo di attesa triste. Se gli si chiedesse qual è la cosa che più lo affascina della primavera, allora lui senza esitare risponderebbe che è quella sensazione di assoluta pace, di spensieratezza, che così dal nulla appare: si apre uno squarcio nel cielo e il sole, accompagnato da quel dolce vento, un po’ caldo, un po’ freddo, spinge a chiudere gli occhi e respirare: questa, per lui, è primavera. Continua a leggere “Respirare ad occhi chiusi”

La mia vita da comò

Sono solo un comò, uno di quelli al lato del letto, sempre all’ombra dell’armadio.
Quello che ha sempre vestiti piegati male sopra, che ospita ogni tipo di scatola o coperte di emergenza, che è l’appoggio di libri già letti e non, di calzini pigri che devono ancora trovare posto dentro di me. Sono quello con cassetti pieni di maglioni, di cui almeno metà passati di moda, tra cui fin da piccola lei nascondeva quelli che erano i suoi “segreti”: diari pieni di confidenze, abbozzi di lettere l’amore mai consegnate, quel completino intimo comprato con le amiche, per gioco, alle superiori e che è ancora lì con ancora l’etichetta perché importabile.
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Di notte

Di notte ogni cosa assume forme più lievi, più sfumate, quasi magiche. Tutto si addolcisce e si attenua, anche le rughe del viso e quelle dell’anima.
Romano Battaglia

Camminando in punta di piedi sul filo sottile che divide l’estasi dall’oblio pronto a liberare i sogni che ho soffiato in quel palloncino perchè provino a volare e a diventare realtà.
Di notte tutto assume sembianze diverse, molte cose si attenuano e si addolciscono altre marcano i loro contorni con tratti decisi a carboncino che le rendono difficili anche solo da sognare.
L’importante è non cadere da quel filo, camminare assieme a qualcuno di importante che provi il vostro stesso piacere e liberare quel palloncino.

Andrea Spessotto

L_EGO

Che non gira tutto attorno a noi ce l’ha insegnato secoli fa Nicolò Copernico quando, grazie alla sua “Teoria eliocentrica”, ha dimostrato che la Terra gira attorno al Sole, e non il contrario. Ecco una prima lezione di umiltà. Molte persone, però, sembrano non essersi evolute a questo modello copernicano e continuano a credere che tutto e tutti girino attorno al proprio mondo.
Questo si chiama Ego centrismo: io – il mio mondo – al centro.
Inizio a riflettere sull’EGO e così penso a una parola molto simile ma che ha un significato profondamente diverso: LEGO. Cavoli se bastasse una sola lettera a trasformare l’individualismo in relazione!
Si perché quei mattoncini colorati di ogni forma e dimensione non sono per nulla egoisti ma si uniscono agli altri formando migliaia di forme, oggetti e modellini.
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Sgualcito? No, grazie!

Ci sono momenti nella vita in cui il desiderio più grande nell’alzarsi al mattino è sprofondare di nuovo tra i cuscini, il più in fretta possibile.
Non alzarsi, continuare a dormire, nascondersi… Tutto ciò che è vitale ed energetico sembra insopportabile e tutto ciò che chiede il proprio personale contributo sembra insormontabile. Non si tratta evidentemente di semplice letargia, ma di un disagio profondo, spesso impossibile da condividere con altri.
Le cause del problema possono essere tante e la questione è così complessa che non abbiamo la pretesa di sviscerarla in questa sede. Ci limiteremo a proporre un’immagine e un profumo che possano spingere qualcuno a fare capolino da sotto le coltri ben rimboccate.
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La gazzetta: un sogno diventato realtà!

Chissà cosa è saltato in mente a me ed Eleonora quando 4 anni fa ormai, mosse dal sogno di Barbara mancata da un po’ di tempo, decidemmo di fare una pazzia: racimolare un po’ di persone a cui piaceva scrivere e che avesse voglia di imbarcarsi con noi in questo pazzo progetto di scrivere un giornale di solo notizie positive. Tramite i social decidemmo di mettere un annuncio e, con nostra sorpresa, ricevemmo abbastanza adesioni. Alla prima riunione Eleonora, sicuramente più scafata di me, espose il nostro piccolo progetto che tutti abbracciarono entusiasti proponendo già altre persone a cui chieder di darci una mano. Stava succedendo davvero? Saremmo mai state in grado??? Piene di dubbi ci lanciammo in questa storia pazza che a Gennaio  ha festeggiato 4 anni. Continua a leggere “La gazzetta: un sogno diventato realtà!”

Il rumore di un pensiero

È esperienza comune, quella dell’ascoltare i rumori dei propri pensieri: c’è chi ne parla come un ronzio, quel famoso rumore che ci accompagna, instancabile, e che sta in uno strato sottile sotto di noi: quel poco che basta per guardarlo senza poterlo toccare.
Se per alcuni questo accompagnatore (che sia di buona o di meno gradita presenza) è facilmente riconoscibile, per altri è davvero un mistero: ci sono momenti di vera e propria tempesta, più che di un ronzio si parla di un groviglio di rumori che sommergono completamente ogni possibilità di capirli, di ascoltarli.
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Paco

Paco è un clown di resina colorata trovato su una bancarella di un mercatino dell’antiquariato. I suoi occhi facevano capolino in mezzo a stampe, libri, specchi, medaglie, cornici e tessuti. L’ho amato all’istante e l’ho comperato anche se credo sia stato lui a trovare me e non il contrario.
Così, da più di vent’anni mi fa compagnia e vive sospeso, attaccato al soffitto della mia camera.
Con le mani tiene ben stretta la corda, non sale, non scende, a volte si lascia dondolare. Aggrappato alla sua corda, come un naufrago ad un salvagente, mi fissa. A volte ho l’impressione che oltre ad osservarmi voglia parlarmi, o che sorrida e mi faccia l’occhiolino. Altre volte, sotto il cerone, che nasconda una lacrima.
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Tempo, comunque vadano le cose lui passa!

In questi giorni ho ascoltato un’intervista in cui si parlava del QUI ed ORA, un concetto che spesso ci sfugge perché siamo proiettati a preoccuparci per il futuro o rimuginiamo su ciò che è stato in passato.
Come i granelli di sabbia che inesorabili passano dentro una clessidra, così il tempo ad un certo punto della vita sembra pestare sull’acceleratore.
Quando eravamo bambini l’anno scolastico sembrava eterno, poi con il passare degli anni la percezione cambia radicalmente, e all’improvviso tutto inizia “a correre”.
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Non ci sono ingiustizie nel termine “persone”

Non c’è alcuna ingiustizia nel termine “persone” ma, come in una magia mal riuscita, se scindiamo il termine in uomini e e donne, improvvisamente tutto cambia.
Proprio così: pensateci. Se sei una donna improvvisamente ti sei gravata di compiti esclusivi che gli uomini non hanno. Roba forte del tipo: lavare i piatti, cucinare, pulire, stirare, occuparsi dei figli, insomma “robe da donne”. Sa di poco valore, meno principesco dell’analogo “l’uomo va a lavorare”. Come se spesso le donne non facessero entrambe le cose: un po’ più difficile che lo faccia l’uomo anche se, a fatica, ultimamente ci sono piccoli segnali di un lento miglioramento, su questo aspetto.
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La sindorme del Bianconiglio

Mi chiamo Alice e credo di avere la sindrome del Bianconiglio. Mi chiamo Alice e da sempre vivo nel paese delle meraviglie, penso a cento cose tutte insieme e la mia mente si perde tra le nuvole. Mi chiamo Alice e mi perdo spesso, ma non mi scoraggio mai. Mi chiamo Alice e inseguo un coniglietto bianco, sto correndo tra le mille idee e cose da fare che frullano nella mia testa. Mi chiamo Alice e corro, corro, corro e ho paura di essere tardi e… mi sto trasformando nel Bianconiglio! Sto vivendo con l’ansia del tempo che mi sfugge, che non basta, che mi sovrasta. Continua a leggere “La sindorme del Bianconiglio”

Carillon

I quattro cavalli colorati di un carillon volteggiano sopra il mobile con i cassetti con i gatti dipinti. Anche Paco li guarda sospeso e sorpreso con la sua corda stretta tra le mani. Nella stanza il silenzio è cancellato da una melodia che rasserena e diventa colonna sonora di sogni iniziati ad occhi aperti con la speranza di venire vissuti nel sonno. I cavalli si rincorrono, come le persone che si cercano, si sfiorano ma non si incontrano mai, sempre pronte a ripartire in cerca di un bacio mai dato, di un giorno mai vissuto, di un amore estivo che ha il profumo della crema solare. Continua a leggere “Carillon”

Disconnessa

C’è un solo posto al mondo (anche se chiamarlo mondo mi fa sorridere), un solo tempo dentro il quale mi sconnetto davvero da tutto. Dove ho il diritto di non essere nulla, di non doverci essere per forza. Di mancare l’appello, di spegnere ogni connessione. Non esistere! Non ho mai avuto paura di volare: quella precaria sospensione mi è sempre sembrata una sospensione dalla realtà. Un posto che mi rende irraggiungibile da chiunque. LIBERA! Continua a leggere “Disconnessa”

Quando cade la neve

Adoro la neve, perché mi regala momenti di magia, vederla mi rasserena, regalandomi attimi di pura felicità. Svegliarsi la mattina, guardare fuori dalla finestra e trovare tutto bianco e candido è qualcosa di davvero incredibile: è come se ogni cosa andasse a rallentatore. Gli alberi colmi di neve sono splendidi, hanno la capacità di incantarmi, i sensi si fanno più acuti e nel silenzio riesco a percepire ogni cosa: l’uccellino che svolazza in cerca di cibo, la goccia che cade da un ramo per tuffarsi nel bianco soffice che pare zucchero a velo, i raggi del sole che si riflettono creando una luce quasi argentata. Tutto crea in me stupore. Continua a leggere “Quando cade la neve”

I Grinch e i piccoli aiutanti di Babbo Natale

Ormai si sa, il mondo si divide in due persone: i Grinch che solo al sentire la parola Natale si chiudono in casa e si fingono morti pur di non vedere tutte quelle lucine, quella gente per strada che compra regali, alberi di Natale, Presepi e decorazioni di ogni tipo; e i Piccoli aiutanti di Babbo Natale, quelli che l’albero lo fanno il 3 Novembre, dopo i morti, per sentire già da subito l’atmosfera natalizia, quelli che hanno già fatto la lista dei regali a settembre, che decorano casa come fossero a Las Vegas, che sfornano biscotti dalla mattina alla sera, che comprano e impacchettano neanche lavorassero da Amazon.
Tra di loro ci sono io, quella che sta nel mezzo, come sempre. Continua a leggere “I Grinch e i piccoli aiutanti di Babbo Natale”

Anche così sarà Natale

“Janet, sorella cara, sono le due del mattino e la maggior parte degli uomini dormono nelle loro buche, ma io non posso addormentarmi se prima non ti scrivo dei meravigliosi avvenimenti della Vigilia di Natale. In verità, ciò che è avvenuto è quasi una fiaba, e se non l’avessi visto coi miei occhi non ci crederei. Prova a immaginare: mentre tu e la famiglia cantavate gli inni davanti al focolare a Londra, io ho fatto lo stesso con i soldati nemici qui nei campi di battaglia di Francia… e ora risulta che anche loro hanno i nostri stessi sentimenti”
Tom – soldato inglese Continua a leggere “Anche così sarà Natale”

Se tornassimo bambini?

Mi affascina sempre la discrezione con cui arriva il Natale: le persone, immerse nella corsa sfiancante verso i loro impegni, difficilmente se ne curano. I bambini, al contrario, si accendono ogni giorno un po’ di più: la neve, i regali a cui pensare, l’albero da fare, le tanto attese vacanze… È finalmente quel periodo! In molti li guardano con sguardo nostalgico, “A tornare indietro… com’eravamo spensierati anche noi…”, e frasi dello stesso colore oscillano nelle loro teste, ormai rassegnate al peso del tempo che passa, alla monotonia delle giornate tutte uguali. Continua a leggere “Se tornassimo bambini?”

La bottiglia del tempo

La bottiglia del tempo è un regalo inaspettato, che non ho ricevuto ma, al contrario, che io ho fatto. Decisamente ambizioso, lo so, e anche pressoché irrealizzabile, eppure era ciò che volevo. D’altronde cosa c’è di più prezioso da regalare ad una persona a cui tieni particolarmente se non il proprio tempo? Quel tempo che ci sfugge sempre dalle dita come sabbia, che proviamo a trattenere e che facciamo sempre più fatica a vivere pienamente, a godercelo, ad assaporarlo come si deve senza essere sempre di fretta? È bastato poco per trasformare un’idea un po’ folle in realtà. Continua a leggere “La bottiglia del tempo”

Ciò che scontato non è

Si parte presto, dal suono della sveglia: driiin… Tutti in piedi! E via con una serie di riti prestabiliti che non hanno bisogno di interpretazioni: non si esce senza un caffè, al bar la brioches è con il cappuccino; le scarpe le lego ad occhi chiusi e il soprabito è l’ultima cosa da mettere; leggere e scrivere, in bici o in macchina l’esatta sequenza dei gesti è un pilota automatico e le azioni per il buon proseguimento della giornata sono già pronte nelle mani che lavorano da sole senza che nessuno comandi loro cosa fare.
Gli stereotipi, i rituali, le sequenze meccaniche sempre identiche a se stesse sono un’ottima trovata del cervello umano che lavora in economia: meno novità, meno rischi di errori, meno dispersione di energie. Anche ciò che riguarda la salute rientra in una serie di routine che vanno dal lavaggio dei denti mattina e sera al calendario di esami di check-up che si infittisce via via che passano le primavere.
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Silenzio

Quanto è difficile, nella società odierna, trovare un momento di nulla in cui questo possa succedere?
Siamo super connessi con gli altri e con gli avvenimenti che si susseguono con una velocità elevata.
La stimolazione a cui siamo sottoposti è molto alta. Quando qualcuno mi chiede: “Ma come? Non sai che è successo ieri?…” E se oso dire di no mi viene detto “ma tu dove vivi?”.
Vorrei vivere in un mondo in cui ho tempo per conoscere me stessa non uno in cui bisogna sempre correre ed è più importante sapere cosa succede agli altri. Vorrei riuscire ad avere tempo per volermi bene e seguire i miei ritmi. Desidererei tempo per riposare tanto quanto vorrei e ricaricare le pile per affrontare con energia questo magnifico percorso che è la vita. Il tempo del silenzio è inteso proprio come tempo in cui nessuno parla, non c’è alcun rumore, in cui io possa perdermi completamente in me stessa e nei miei ricordi. È proprio nel silenzio che mi vengono le idee migliori.
“Ogni ricordo è più importante condividerlo che viverlo. Vorrei ma non posto” cit. Fedez e J-Ax

Katiuscia Salmaso

Tra il buio e la luce

Ci risiamo, anche oggi negli occhi delle persone non vedo più il colore, sembra assurdo ma è davvero così.
Capita spesso nell’ultimo periodo, e non c’è scampo: ecco che allora anche i fiori iniziano a non profumare più, e i libri si trasformano all’improvviso in ammassi di parole, la musica in una lingua che non riesco più a capire, a parlare.
Cosa si può fare allora? In questi momenti in cui c’è solo buio, ho paura: cerco, cerco, cerco la luce, ma è troppo distante da me, non riesco ad arrivarci. Se la luce oggi è lontana, allora smettiamo di cercarla, rimaniamo al buio e chiudiamo gli occhi.
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L’autunno ha poche pretese

È che l’autunno ha poche pretese. Tutto qui. Chi mi conosce lo sa, io amo l’estate, però a volte sembra starmi con il fiato sul collo pretendendo troppo. È come se stesse lì a fissarmi pregandomi di non buttare via nemmeno un minuto di sé. L’estate… prima si fa attendere, poi arriva tutta pimpante e passa veloce, troppo, mentre tu quasi non te ne accorgi se non da quel profumo di occasioni perse che si lascia indietro. A volte sembra una ladra venuta a rubarti qualcosa che tu rivorresti indietro: il tempo. L’autunno no. Lui mi aspetta paziente e premuroso, lì sul divano con la copertina calda e morbida, pronto a coccolarmi, a rassicurarmi. Continua a leggere “L’autunno ha poche pretese”

Come viaggiare stando seduti sul proprio divano

Esiste un sito internet che ti permette di visitare grandi città e capitali del mondo senza prendere un aereo, rimanendo quindi seduto sul tuo divano. Un volta selezionato il luogo in cui vuoi inoltrarti, potrai anche scegliere la musica o la stazione radio da ascoltare mentre ti godi il tuo viaggio in macchina virtuale.
Ho scoperto questo sito durante il periodo del lock down, quando una pandemia ha colpito il nostro pianeta.
Sono sempre stata abituata a viaggiare, a prendere diversi mezzi di trasporto per raggiungere nuove destinazioni. Di conseguenza, soffrivo molto il fatto di dover stare chiusa in casa e di non poter spostarmi altrove. Sentivo la necessità di uscire; volevo potermi sentire libera di muovermi sullo spazio terrestre senza vincoli; avevo bisogno di stimoli.
Continua a leggere “Come viaggiare stando seduti sul proprio divano”

Prima il dovere poi il piacere. O forse no?

Quando eravamo piccoli i nostri genitori ci insegnavano molte cose, ci passavano le conoscenze e le usanze così come a loro erano state tramandate. Ad esempio: prima si finivano i compiti e poi si poteva giocare.
Da bambini era “relativamente” facile seguire la famosa frase: prima il dovere poi il piacere.
Crescendo diventa sempre più difficile riuscire ad arrivare al godimento, dovendo pensare a tutto quello che, prima, è “dovere” fare.
Alle volte si rischia di essere travolti dai “devo”, senza accorgerci del tempo che passa e lasciando sempre meno tempo ed energie alle cose belle.
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La schiena

“La schiena è la parte che non puoi vederti, quella che lasci agli altri. Sulla schiena pesano i pensieri, le spalle che hai voltato quando hai deciso di andartene” Margaret Mazzantini

Non amo dare la schiena, amo lo scontro, lo sguardo, l’abbraccio, l’incontro, amo i sorrisi contagiosi e le strette di mano, amo gli occhi che si incontrano e amo guardare in faccia gli avversari e sfidare i codardi, amo cercare i particolari, amo i tatuaggi ma non sulla mia schiena perchè mi piace guardarli e ricordarne il motivo per il quale sono stati fatti perché ogni tatuaggio ha una storia da raccontare, mi piace guardare tutte le cose belle, abbassarmi a fotografare un fiore, amo le schiene preziose ed eleganti di chi cammina e guarda il mondo con occhi curiosi, di chi condivide, anche per poco, il suo tempo e il suo percorso con il mio, accetto che le strade delle persone si possano dividere e con una lacrima e un saluto amo le schiene di chi saluta e va via ma non amo guardare le schiene di chi va via senza neanche voltarsi a salutare.

BVS ❤

Andrea Spessotto

Grazie nonni

Ero una bambina timida e inappetente, che non chiedeva mai nulla, ma LEI sapeva leggere (non i libri… quelli sono capaci tutti): leggeva la tristezza nei miei occhi e allora cercava di “compensarla” preparandomi i miei cibi preferiti. LUI l’ho conosciuto per pochissimo, ma ho capito con il tempo che probabilmente alcuni aspetti del mio carattere sono molto simili ai suoi: era un uomo molto semplice, amava scrivere e aveva la determinazione di chi “piegava il ferro” e lo dimostrava ogni giorno, non solo facendo il maniscalco. Continua a leggere “Grazie nonni”

Crollare per poter ricominciare

Il vuoto sa far male! Non è facile scendere al piano di sotto e vedere le macerie di un’attività che ha accompagnato la mia vita, la storia tua e della tua famiglia! Quando dicevo che ero la figlia del fornaio tutti sapevano chi ero! Ora mi sento smarrita, ora lo spazio vuoto lasciato sembra dieci volte più grande con il mobilio e il vecchio forno che non ci sono più. Più immenso di quello che da bambina era un gioco e che spesso, da grande, un rifugio. Che bello era sedersi d’inverno a leggere davanti alle porte del forno!!!
Continua a leggere “Crollare per poter ricominciare”

Il senso compiuto

Provo da sempre un particolare piacere a finire le cose. Dalla conclusione di un progetto al semplice finire qualcosa di aperto, l’ultimo biscotto della scatola, l’ultima pagina di un libro, l’ultimo giorno del mese, l’ultima puntata di una serie tv, l’ultimo avanzo del frigo che aspettava di essere finito.
L’ultima riga da scrivere che proprio non mi veniva, l’ultima lavatrice e poi è tutto pulito!
Quel senso di compiuto che mi pervade e che mi appaga, che quasi non riesco a spiegarmi ma che puntualmente mi riempie di soddisfazione. Chissà se appartiene solo a me questo amore per le cose fatte, finite, concluse. Perché mai poi? Me lo chiedo da un po’… Continua a leggere “Il senso compiuto”

L’Albero

Un giorno fu piantato un semino nella terra e, grazie alla pioggia, al sole e a molto altro, pian piano crebbe ed iniziò ad essere prima una piccola piantina, poi, con il tempo, un grande albero rigoglioso.
Tutto è partito dalle diramazioni delle sue radici nella terra: più passava il tempo più lui si “ancorava” a quel posto. Ha stabilito che proprio in quel luogo voleva espandersi sia nella larghezza del tronco sia in altezza, dando vita a tanti rami dove nel tempo si sono potuti posare molte specie di uccellini: per riposarsi tra i vari spostamenti, per fermarsi a cantare, ma soprattutto per proteggersi dagli agenti atmosferici.
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Il profumo dell’estate

Certi luoghi non sono semplici spazi, certi suoni non sono semplici rumori, certi profumi non sono semplici odori. La casa dei miei nonni, con il suo immenso giardino e l’orto pieno di ogni verdura, è stata il luogo in cui ho trascorso la maggior parte dell’infanzia prima e dell’adolescenza poi, e ora è dove ogni giorno trovo un pasto caldo al rientro dal lavoro. La voce querula delle galline della nonna e il rumore lontano delle parole scambiate tra gli abitanti del quartiere sono stati e sono tuttora per me il suono della quiete e della lentezza della vita di paese, poco affollata e tranquilla. Continua a leggere “Il profumo dell’estate”

La scatola delle volpi

Le volpi, si sa, sono animali molto furbi.
Sono animali selvatici, fuggenti. Un po’ come chi vive le giornate sfuggendo, correndo tra un impegno e l’altro senza riuscire a vedere bene cosa lo circonda.
Non so se anche per le volpi è così, ma non credo: io penso che le volpi scrutino e osservino ciò che hanno vicino. E lo fanno perché sono furbe.
Osservare è da furbi, conservare è da saggi.
Due amiche, stanche di non riuscire a vedere quello che hanno attorno, decidono di osservare e di conservare.
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Il tempo non si compra

Un paio di settimane fa mi recai in un centro commerciale della zona. Ero alla ricerca di un regalo per una cara amica, e riflettevo sul fatto che un bracciale o magari un paio di orecchini sarebbero stati un dono ben accetto. Come d’incanto, mentre passeggiavo mani in tasca in galleria, si palesò alla mia destra una gioielleria dall’aspetto irresistibilmente chic. Vi entrai senza indugio, deciso a portare a termine la mia missione. Mi ritrovai a girovagare senza soluzione di continuità tra un espositore e l’altro, immerso in un lucore di riflessi argenteo-dorati, fino a quando non incappai di fronte ad una vetrina dove davano bella mostra di sé, allineati come una serie di quadri famosi esposti in un museo prestigioso, una decina di orologi di lusso.
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Il sapore delle BUONE giornate…

Si può scegliere di essere “isole” oppure ci si può guardare attorno e rendersi conto che probabilmente siamo “arcipelaghi”.
Vale sempre: in amicizia, nel mondo del lavoro, tra vicini di casa…
Ci sono persone speciali, rapporti che crescono ogni giorno, nutriti da piccoli gesti.
Si possono avere caratteristiche anche molto diverse: magari una persona ama l’estate e l’altra l’inverno… Continua a leggere “Il sapore delle BUONE giornate…”

L’alba di un giorno nuovo

Mattina. L’ora in cui il sole, timido, si stiracchia e a fatica strizza gli occhi all’orizzonte. La sabbia ha la freschezza del nuovo giorno, l’aria ha la nostalgia della notte appena trascorsa. I primi rumori del risveglio si mescolano al profumo del pane sfornato dopo una notte di lavoro. In lontananza nuvole vaporose giocano con le cime delle montagne, paiono fantasmi annoiati in cerca di una torre di castello da infestare. Cammino. I piedi nudi assaggiano l’acqua che sciaborda avanti e indietro, avanti e indietro, onde come il respiro di un essere addormentato da millenni. Continua a leggere “L’alba di un giorno nuovo”

A come AMICIZIA

Il caso non esiste, la vita è meravigliosa e ci presenta alle volte circostanze in modo del tutto inaspettato.
Sta a noi tenere “gli occhi aperti” per non perdere delle occasioni, perché in particolare “chi ha la pelle sottile” si rende conto in pochissimo delle affinità che rendono simili le persone. Continua a leggere “A come AMICIZIA”

Come ti sblocco un ricordo

Di solito mi bastano le prime tre note per essere catapultata in un luogo, in un tempo. Immediatamente appaiono volti, emergono emozioni, si sbloccano ricordi.
“La musica mi gira dentro le vene, che ognuno a suo modo è un tossico vero” (L. Ligabue) e io non posso proprio farne a meno, impazzirei senza la musica! Quel battito sincopato che si fonde con il mio ritmo cardiaco.
Ci sono canzoni che davvero fanno comparire volti, magari di persone che non vediamo da un po’, che non sentiamo da mesi o che sono state con noi solo in quella sera, a quel concerto. Persone che quelle canzoni ce le hanno insegnate ma non sono più qui per poterle cantare con noi!!! Continua a leggere “Come ti sblocco un ricordo”

I miei alberi

“Se le foglie degli alberi non si muovessero, gli alberi sarebbero infinitamente tristi e la loro tristezza sarebbe la nostra.”

Edgar Degas

Quel movimento delle foglie governato dal vento, ora leggero capace di regalare note liete e musicali, ora deciso e minaccioso capace di incutere timore e paura; quel movimento che, solo a tempo opportuno, diventa distacco e porta le foglie a danzare libere e felici prima di appoggiarsi al suolo per morire sorridendo. Continua a leggere “I miei alberi”

Non fare il bambino

Frase piuttosto conosciuta nel modo degli adulti, alla quale viene attribuito un valore dispregiativo o svilente.
Il “non fare il bambino” è associato ad una persona, che si reputa adulta, che ha atteggiamenti o ragionamenti infantili e ridicoli.
Ma quanto questa frase ha effettivamente un fondamento? Non possiamo certo negare che la giovane età porti ad analisi profonde delle situazioni e degli avvenimenti, ma è altrettanto vero che i bambini discernono le cose principali e più importanti, da quelle secondarie e non necessarie. Continua a leggere “Non fare il bambino”

Supereroi

Naturalmente quando si sente parlare di supereroi ci vengono in mente le scene tratte dai film o fumetti in cui ci sono uno o più personaggi con poteri straordinari. Le persone si servono di essi per aiutare chi è in difficoltà. Solitamente hanno coraggio da vendere, nomi e costumi che si riconoscono lontano mille miglia. Chi di noi, da bambino, e ora, da adulto, non ha mai sperato di vederne uno? Ma non è così facile perché sono uomini e donne normalissimi, con una vita ordinaria forse alle volte quasi banale e passano tranquillamente inosservati, fino a quando, in maniera improvvisa, scoprono la loro forza. Continua a leggere “Supereroi”

Sto bene, sto bene. Oh come sono libera.

A volte i rapporti pesano. Forse è inevitabile perché non siamo tutti uguali ed ognuno ha il proprio carattere. Ma se è vero che scegliamo noi di entrare a far parte uno della vita dell’altro senza aver una pistola puntata contro e allo stesso tempo concediamo a qualcuno di camminare accanto a noi, cosa ci spinge a complicare tutto?
Bella domanda. Credo che risieda nell’indole di ogni essere umano rendere difficile anche le cose più semplici.
Eppure basterebbe così poco; basterebbe solo essere sé stessi!
Perché chi dice di volerci bene lo deve fare per quello che realmente siamo e noi dovremmo essere più attenti ad ascoltare chi ci sta attorno, senza dimenticarci di noi stessi. Continua a leggere “Sto bene, sto bene. Oh come sono libera.”

IL_ARIA

Tempo fa avevo scritto un articolo pensando a una persona per me speciale. Ragionavo sul suo nome e pensavo che a volte il nostro nome descrive davvero ciò che siamo. Oggi vorrei parlarvi di un altro nome, quello di un’altra persona speciale: ILARIA. Ilaria è una bellissima ragazza che si è trovata improvvisamente a dover affrontare una grande sfida. Non avrebbe mai immaginato di vivere una situazione simile e per quanto sia circondata da tanto affetto, da famiglia e amici, Ilaria deve affrontare questa battaglia da sola, con le sue forze. Continua a leggere “IL_ARIA”

Attimi

Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi
Cesare Pavese

Gli attimi nei quali abbiamo riso, vinto, pianto, urlato, cantato, sorriso, gioito, gli attimi che abbiamo riempito di parolacce, gli attimi che ci hanno rubato le parole e fatto provare un brivido lungo la schiena, gli attimi che ci hanno permesso di stare in silenzio e di essere felici ad ascoltarlo ( il silenzio ), gli attimi che ci hanno fatto scrichignottare il cuore e battere i denti dall’emozione, gli attimi che ci hanno fatto ascoltare la pioggia, fotografare un fiore, guardare il cielo intrappolato tra i rami degli alberi. Tutti quegli attimi che sono e resteranno per sempre la parte migliore della nostra vita

Andrea Spessotto

I semi del cuore

Ieri casualmente in un cassetto ho ritrovato un sacchetto (sopravvissuto straordinariamente ad un trasloco) contenete noccioli di frutta varia: ciliegie, albicocche, pesche…
È stato per me come trovare un piccolo tesoro, e mi sono tornate alla mente le parole di una canzone che mi piace tanto, e che utilizza la definizione “CONTADINO DEL CUORE”, ecco questo e un po’ il concetto che vorrei raccontare oggi.
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Cheese… Sorpresa!

La sorpresa che vorrei domattina è un sorriso.
Non posso certamente dire di non aver ricevuto sorrisi nella mia vita, né di non saperne fare. Ma svegliarsi con il sorriso: questo penso non sia proprio nelle mie corde.
La sveglia è sempre troppo presto e iniziare una giornata nuova richiede un surplus di energie che le notti insonni erodono progressivamente. Ogni giorno nuovo inizia con il rituale degli zaini da consegnare pronti per le attività quotidiane. La colazione è contingentata nello spazio indispensabile.
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Le parole servono

” Leggere è sognare per mano altrui “
Fernando Pessoa

Leggete, libri, poesie, testi di canzoni, favole, giornali e se non leggete, state vicino a chi lo fa, non abbiate paura, al contrario del fumo, la lettura passiva fa benissimo.
Se vi viene voglia di scrivere fatelo perchè il tempo, ogni singolo istante vissuto, ogni emozione. ogni colore visto e ogni profumo annusato meritano di essere riempiti di inchiostro e fermati per sempre su un foglio bianco. Continua a leggere “Le parole servono”

Un uovo colmo di bellezza

È quasi Pasqua e dentro il mio uovo quest’anno vorrei trovare qualcosa di speciale: la capacità di dare valore a ciò che è importante. Mi piacerebbe ritrovare l’entusiasmo di quando ero bambina, per guardare il mondo con il naso all’insù e gli occhi sognanti.
Vorrei occhi nuovi e gambe mai stanche che mi conducano verso sentieri inesplorati e riscoprire la meraviglia di tutto il bello che mi circonda.
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La sorpresa del mio uovo

Se penso alla sorpresa che vorrei dentro il mio uovo di Pasqua credo che nella mia testa comparirebbero, come nella testa di una bimba un pochino fuori misura, la mia sognata RS6, gioielli, villa con piscina in un posto paradisiaco e chi più ne ha più ne metta. Ma facendo rientrare questo assurdo “embolo” penso che la cosa che vorrei trovarci davvero sia la salute! Certo: egoisticamente in primis per il mio papà e per i ragazzi come EMA che lottano ogni giorno contro mostri invisibili e spietati. Per quei bambini che la parola salute non la conosceranno mai. Continua a leggere “La sorpresa del mio uovo”

“Sorpresaaaaa!”

Vi siete mai sentiti pronunciare questa esclamazione? Magari quando i vostri amici hanno organizzato una festa per voi a vostra insaputa, quando inaspettatamente vi hanno regalato il libro che desideravate tanto oppure quando un parente lontano è tornato da voi prima del previsto. È una bella sensazione.
Sono tante le cose che possono sorprenderci, da bambini e da adulti. In questo tempo di Pasqua, il pensiero corre veloce all’uovo di cioccolato che mi veniva regalato da genitori, nonni e parenti quando ero bambina (e anche quando non lo ero più tanto), da aprire rigorosamente nel giorno della festa, quasi si trattasse di un rito. Continua a leggere ““Sorpresaaaaa!””

La felicità di quando esce il sole

L’ho sempre saputo e lo ammetto: sono meteoropatica. Ma diciamolo: quando in pieno inverno ti svegli e ti affacci alla finestra e fuori c’è nebbia, pioggia e tutto grigio non è proprio facile sentirsi di buon umore. Magari poi, se ti trovi in quel periodo della stagione dove non vedi il sole da diversi giorni, il gioco è fatto… ecco una bella ricetta per la depressione! Non so voi ma personalmente l’unica cosa che mi verrebbe da fare è tornare sotto le coperte. Vuoi mettere la felicità di quando esce il sole, che scalda le giornate e ci ricarica, ne vogliamo parlare? Io sono come una lampadina ad energia solare, e senza sole, spesso, mi sento spenta anch’io.
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Il mio supereroe

Questo favola è letta ogni sera da una mamma coraggiosa al suo bambino, che si domanda perché suo papà non sia lì con loro a dargli il bacio della buona notte.

Il mio supereroe

Dylan era un bambino di tre anni molto buono e gentile che passava le sue giornate giocando e divertendosi con la mamma Jennie. C’erano molti bambini dell’età di Dylan in quel quartiere, ma lui aveva un segreto che non poteva dire a nessuno: suo padre, Lugantiel, era un supereroe cacciatore di orchi. Il papà possedeva un fantastico drago buono che era tutto bianco e con gli occhi dello stesso colore di quelli della mamma Jennie, un bellissimo blu. Continua a leggere “Il mio supereroe”

Come impariamo a comportarci all’interno della società

Se ci pensate, noi esseri umani, tutti i giorni, seguiamo delle regole non scritte per poterci adattare al contesto sociale in cui viviamo. Alla base di questo principio vi è il concetto di socializzazione, che permette la trasmissione di queste norme sociali fondamentali.
La socializzazione è il processo che ci educa ad assumere un comportamento appropriato in relazione alla società in cui viviamo o a determinati contesti e ambienti sociali. Fondamentalmente, è il modo in cui si impara a comprendere e a rispettare le aspettative e le pratiche dei gruppi sociali con cui ci si interfaccia. Questo processo ha inizio a partire dai genitori, che insegnano ai proprio figli il modo in cui applicare determinate norme e regole: in sostanza, spiegano loro come comportarsi. Continua a leggere “Come impariamo a comportarci all’interno della società”

Prospettiva

Ieri c’è stato il vento forte, e oggi il cielo di Torino è di un azzurro inusuale: fantastico!
È inverno ma sembra fine primavera.
Sicuramente i pessimisti / realisti diranno ACCIDENTI AL RISCALDAMENTO GLOBALE (vero).
Ma io sono una sognatrice, una persona che fa del proprio meglio per essere il più “ecologica” possibile e poi, come sempre, cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno e quindi mi godo il sole.
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Tutta colpa della musica

Università, vent’anni, gli anni più belli, un’altra vita, un’altra libertà.
Ricordo che un giorno durante il periodo del tirocinio in uno dei tanti reparti in cui dovevamo fare esperienza e rimasi colpita da una persona il cui ruolo non mi è mai stato chiaro, neppure ora se ci penso. Aveva capelli lunghi, brizzolati e trascurati, e girava per le stanze del laboratorio con gli auricolari del walkman (pensate quanto sono vecchia!) piantati costantemente nelle orecchie, salutando a malapena e neanche tutti quelli che incontrava. L’ho subito catalogato come maleducato e scostante e alla sua mancanza di saluto, nonostante il mio fosse continuo e costante, ho fatto presto l’abitudine, malgrado il suo comportamento mi rimanesse oscuro. Continua a leggere “Tutta colpa della musica”

Amore e libertà

Quanti gesti inconsapevoli facciamo ogni giorno?

Non ci pensiamo mai, perché sono parte di noi, della nostra quotidianità…ma quanti ne facciamo ogni giorno?

Dal legarsi i capelli per lavarsi il viso al mattino, truccarsi prima di uscire, accarezzare i propri figli o spingerli per farli uscire di casa la mattina, bere il caffè mentre si legge velocemente il giornale o si leggono alcune righe, stiracchiarsi appena svegli, abbracciarsi, baciarsi velocemente, guardarsi allo specchio e darsi uno schiaffetto di incoraggiamento prima di uscire (sì, lo ammetto, io lo faccio). Continua a leggere “Amore e libertà”

Tempo

Vorrei saper fare tutto e avere la possibilità per poter imparare a farlo. Ogni tanto penso al tempo che ho buttato e quanto ne spreco ancora. Mi chiedo se ogni attimo che ho lasciato andare e che avrei potuto usare per qualcosa di utile, o imparare qualcosa di nuovo, non sia solo tempo, ore, minuti, secondi, ma occasioni che ho smarrito nel corso della vita. Continua a leggere “Tempo”

Ciò che è posto innanzi

Quando rifletto su qualcosa, mi piace indagarne il significato più profondo. Mi chiedo cosa significhi esattamente, come possa essere interpretato, quali implicazioni comporti. In genere, mi aiuta molto partire dal senso etimologico del termine, un po’ perché i miei studi mi hanno portato a dare molta attenzione alle parole che usiamo, un po’ perché credo fermamente che non siano nate per caso; c’è una certa arbitrarietà nel chiamare “porta” e non “divano” ciò che usiamo per aprire delle stanze, ma certi termini più di altri hanno in sé il significato del concetto a cui li associamo. Continua a leggere “Ciò che è posto innanzi”

Cos’è un bacio?

Cos’è in fondo un bacio, chiede Cyrano?
Un giuramento fatto un poco più da presso,
un più preciso patto, una confessione che sigillar si vuole,
un apostrofo roseo messo tra le parole t’amo;
un segreto detto sulla bocca, un istante d’infinito
che ha il fruscio di un’ape tra le piante,
una comunione che ha gusto di fiore,
un mezzo per potersi respirare un po’ il cuore
e assaporarsi l’anima a fior di labbra!
Cyrano de Bergerac Continua a leggere “Cos’è un bacio?”

Il nuovo che vorrei

Primo di gennaio: da sempre, per me, il giorno più triste dell’anno. Che piova o che ci sia il sole cerco sempre di andare a fare una passeggiata al mare, che aiuta sempre il mio animo a riappacificarsi un po’. Quale vuol essere il mio buon proposito per l’anno che verrà? VORREI ripartire da me, a 360°, per poter godere del tempo che mi è dato senza sprecarlo ad arrabbiarmi o a rimuginare.
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Se la felicità ha un nome, urlalo

Che strano, oggi è stato veramente così strano trovarsi in quel grande letto, ancora una volta come cento altre volte di un tempo ormai lontanissimo, alzare le lenzuola e appiattirsi il più possibile prima di ricoprirsi nuovamente con il lenzuolo e restare immobile, fermo ad aspettare, come quando il lettone grande era un castello da conquistare, come quando in silenzio aspettavo che tu arrivassi a cercarmi ed ero certo non mi avresti trovato.
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Il perdono è un dono?

“Il perdono è un arma potente, perché libera l’anima e rimuove la paura” (Nelson Mandela).
Perché perdonare è così difficile? Forse perché questo sentimento è legato ad un dolore affettivo, che ci fa stare male, una delusione che avvertiamo nel profondo. Proviamo un senso di ingiustizia che ci ferisce e logora dentro. Spesso pensiamo che perdonare ci renda deboli e accondiscendenti, ma per me non è così. Continua a leggere “Il perdono è un dono?”

Ogni stagione ha il suo rumore

La frase, buttata lì quasi per caso nel mezzo di un discorso, mi è rimasta appesa all’orecchio. Ha continuato a svolazzare qua e là nella mia mente in attesa di ottenere la mia attenzione. Una frase semplice, ma di grande effetto. Una frase arrivata mentre riflettevo ad alta voce sulla mia difficile convivenza con la stagione fredda. Un amore impossibile, il nostro. Nei fatti, separati in casa. Anzi io in casa, lui fuori: il freddo.
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Quante parti di me, di noi esistono

Quante parti di me, di noi, esistono ?
E’ una bella domanda.
Inizio questa riflessione dopo essermi presa del tempo per riguardare e far pulizia delle mail che negli anni avevo archiviato. Quante esperienze ho fatto e quante ne farò, spero!
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Irresistibile voglia di giallo

Adoro il giallo. Mi trasmette energia allo stato puro perché richiama la luce calda sprigionata dai raggi solari. E poi rappresenta il simbolo dell’estate ed io amo l’estate. Il giallo è in assoluto il colore più positivo che ci sia, proprio perché ha questa incredibile capacità di regolare la frequenza cardiaca e regalare il buon umore.
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Spilli, spagnolette e bottoni

Sono nato in un periodo nel quale i soldi erano pochi e i bambini non avevano moltissimi giocattoli ma per fortuna, quei pochi giochi servivano a sviluppare la curiosità, l’aggregazione e la fantasia.
Oggi invece tutti i giochi tecnologici isolano i bambini e li rendono sempre più solitari ed egoisti.

In quegli anni la televisione era in bianco e nero, aveva un trasformatore che andava acceso un’ora prima perché le valvole si dovevano riscaldare, c’erano 3 canali e le trasmissioni iniziavano dopo le 17.00 con la TV dei bambini e prima non c’era null’altro che la scritta fissa RAI Radio Televisione Italiana. Continua a leggere “Spilli, spagnolette e bottoni”

Non alzo la mano

Queste parole le voglio dedicare a tutti quelli che vivono la vita con tempi diversi, a tutti quelli che hanno bisogno di sorriso in più, di una parola gentile, di sapere di non essere soli, a tutti quelli che pensano di non farcela per la disattenzione e l’impreparazione di chi dovrebbe aiutarli a diventare grandi. Continua a leggere “Non alzo la mano”

Le stazioni ferroviarie

Il marmo della panchina era freddo quella sera, amplificava di molto il senso di solitudine e smarrimento che ebbi in quella attesa mentre, seduto, aspettavo il mio cambio. Fu quello il ricordo più forte di quel viaggio che mi portò verso il centro Italia. Sguardi smarriti nei quali mi ritrovavo. Altri invece, sicuri e determinati, delle persone che si affrettavano verso le discese nei tunnel sotterranei; li invidiavo: tornavano a casa.
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Valore al tempo e a me

Amore e odio per te, caro tempo: sei troppo, e sei troppo poco.
Amore e odio per me, sono troppo e sono troppo poco.
A volte il tempo scorre lentissimo, e porta con sé il peso della noia, dei pensieri, della solitudine; a volte scorre velocissimo, e porta con sé l’ansia della fretta, dei momenti vissuti intensamente ma già finiti, della vita che sfugge dalle mani. Anch’io molto spesso mi sento troppo o troppo poco.
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Perdersi in un attimo

“Pronti? Si parte!”
Eccolo il mio momento preferito: quell’attimo prima che l’auto si muova e tutto abbia inizio.
Una miriade di emozioni affollano disordinate questo istante fugace, quasi fossero uscite in tutta fretta dallo scrigno che le conserva, le posso sentire e quasi vedere, tutte colorate, mentre mi avvolgono e mi strappano un sorriso.
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Si stava meglio quando si stava peggio…


Pare che la nostalgia per i tempi antichi sia un’afflizione comune agli uomini di ogni età: c’è un tempo perduto che vagheggiamo melanconicamente, setacciandone la purezza e la semplicità, l’abbondanza di qualche dono particolare e dimenticandone le asprezze.
Del passato in terra friulana tramandiamo così lo spirito infaticabile, la tenacia della gente e la purezza delle montagne. A ben vedere però di povertà deve essersene sofferta tanta: le testimonianze di questa vita faticosa sono molte e ben radicate.
Partiamo dai viaggiatori. Cramârs dalle vallate carniche: uomini che transitavano merci tra Venezia, dunque l’Oriente, e i paesi germanici con merci rare e preziose, soprattutto spezie. Kromere dalla Valcellina in giro per l’Italia tutta, Trentino incluso: donne che imparavano lingue e dialetti indispensabili per vendere pizzi, merletti, collanine, calze, mutande… Merceria, insomma; e donavano i santini raccolti nei santuari lungo la via, una forma di ringraziamento e benevolenza per le clienti. Li accomuna la strada, ma anche un oggetto indispensabile per il lavoro: la cassettiera.
Portata rigorosamente sulle spalle, come uno zaino, era il magazzino ambulante: fabbricata di legno di ciliegio, poteva pesare fino a 40 chili ed era caricata con attenzione per le dimensioni della merce ma anche per attirare i clienti ponendo per esempio in alto collane e anellini. Forse era anche casa e rifugio per questi ambulanti: se ben caricato, il grande pacco che veniva posto sopra la cassettiera riparava anche dalla pioggia.
Oggi ritroviamo le cassettiere in qualche museo etnografico e le ammiriamo con nostalgia per un mondo in cui non tutto era a portata di mano, non tutto era scontato. Qualche ristorante ha fatto della kromere un delicato modo per servire la petite patisserie a fine pasto e c’è chi racconta anche che dai cramârs derivino i cjarsons: le donne carniche usavano infatti riempiere i tipici ravioli di patate con ciò che restava nelle cassettiere dei loro mariti, dando vita ad una miriade di ricette sensibilmente differenti di un piatto povero ma allo stesso tempo ricco.
Quando ammiriamo questi oggetti ormai d’antiquariato e degustiamo un bel piatto di cjarsons fumanti, pensiamo allora alla polvere sotto i piedi di uomini e donne che per far fronte alla durezza della vita han percorso strade e attraversato valli, con ogni tempo. Pensiamo con gratitudine e rispetto che la povertà ha lasciato frutti abbondanti nell’ingegno e nelle tradizioni.
Elisa Parise

AAA Cercasi pazzi

“Anche la follia merita i suoi applausi”
Alda Merini

Forse sarà pazzia la parola per rappresentare la libertà, il desiderio, la gioia, la voglia incommensurabile di vivere, scoprire, viaggiare, conoscere, bere, osservare, incontrare, scrivere, leggere, fotografare, ecco se dovesse essere pazzia la parola giusta per dipingere tutto questo allora cerco pazzi per correre con me tra la colza, tra i papaveri, tra i girasoli, tra il granoturco e in mezzo all’erba medica, sul greto di un fiume, tra i filari di una vigna, in riva al mare, cerco pazzi per osservare il cielo, le nuvole, per seguire con gli occhi il volo degli uccelli, per sognare di dividere il cielo con loro e alla fine, per ballare la notte davanti ad un fuoco che illumina e scalda dopo aver fatto tutto questo, cadere a terra stremati ma felici e bere del vino bianco oppure alcune birre e ridere, ridere raccontando storie assurde e a volte anche inventate.
Cercasi pazzi per ritornare bambini o meglio restare bambini più a lungo possibile, perché il mondo va visto, osservato, studiato e vissuto con gli occhi di un bambino, con la stessa volontà di sorprendersi e di stupirsi. Occhi che cercano e trovano altri occhi per iniziare a sorridere assieme e per poi ridere a crepapelle.
Le persone pazze si scelgono e si prendono per mano per condividere emozioni, per cercare di colorare la vita, per riempirla di suoni, profumi, colori, voci, per costruire ricordi
Ci sono persone che dal nulla sanno donare la gioia, sono le persone pazze, quelle che sanno ancora sorridere e inseguire un sogno. Mi spiace per tutte quelle persone che le pazzie non le hanno mai fatte, non hanno mai pensato di avere il bisogno di farle, non hanno mai avuto il coraggio di farle, si sono sempre perse qualcosa.
A queste ultime ricordo che non esiste un età giusta per essere pazzi ma che è sempre il momento giusto per togliersi le scarpe e correre scalzi e felici in mezzo al grano con le braccia larghe come piccoli aeroplani
GRAZIE alle persone pazze della mia vita a tutte queste vanno i miei applausi

Andrea Spessotto

Corpo-Mente-Cuore

“El cuerpo necesita descanso, la mente paz y el corazón alegría”. Sono in treno che viaggio verso Vienna, la mia compagna di viaggio dorme e io per passare il tempo do un’occhiata ai social e mi capita di leggere questa frase e mi dico che è proprio vero: “Il corpo ha bisogno di riposo, la mente di pace e il cuore di allegria.” Continua a leggere “Corpo-Mente-Cuore”

Agilità emotiva: l’allenamento per la felicità

Imparare a gestire bene le nostre emozioni è da sempre una sfida aperta. Esistono moltissimi manuali sull’auto-sostegno ma sembra che un vero e proprio tutorial ancora non l’abbiano inventato. Siamo un contenitore straripante di stati d’animo di ogni tipo, tratteniamo delusioni e incertezze, frustrazioni e angosce che tendono sempre a prevaricare su tutto il bello che c’è, ci soffocano rendendo tutto molto difficile.
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Far pace con i colori

È sera, dopo aver lavato i piatti e preparato dei pancake dietetici per domani mattina esco a buttare l’immondizia. Ho bevuto un caffè dopo cena e mi sento piena di energie e continuo a camminare. Si sta benissimo fuori, non c’è anima viva, l’aria è tiepida e ho voglia di camminare. Mentre cammino penso a tutto quello che mi è successo in quest’ultimo periodo: incontri.
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