Non temete le parole

Emily Dickinson scrisse: “Qualcuno dice che una parola muore appena detta, io dico che solo in quel momento comincia a vivere“.
Io credo che lei avesse pienamente ragione: le parole, una volta pronunciate, pensate, scritte, urlate, dipinte, cantate, mimate, disegnate cominciano a vivere; le parole che muoiono sono quelle che restano imprigionate, intrappolate o rinchiuse tra le labbra, quelle che restano in gola, quelle che non trovano il coraggio o la forza per uscire.
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Consigli di lettura: Sono esaurita di Sophie Kinsella

…e immagino lo penserete anche voi di me che passo da un classico della letteratura mondiale, ad un libro sui diritti delle donne; da un giallo avvincente ad un libro sull’amore ritrovato. Ebbene si, come ha scritto la nostra cara Monia un paio di articoli fa, faccio parte della cerchia dei “drogati di libri”, i pochi rimasti che in sala d’attesa del dentista, in treno, aereo non hanno in mano un cellulare e spesso qualcuno guarda di sottecchi, perplesso. Una a cui i colleghi dicono: “Leggi davvero così tanto? a me annoia!” e a me scatta un tic nervoso. Continua a leggere “Consigli di lettura: Sono esaurita di Sophie Kinsella”

Alla mia mamma

Se mi chiedessero chi è la mia migliore amica, io risponderei “la mia mamma”.
Madre e figlia sono unite da un legame indissolubile, che si instaura nel momento in cui la prima dà alla luce la seconda. Questo rapporto varierà nel corso del tempo: durante l’adolescenza i figli tendono a distaccarsi dai propri genitori, spinti dalla volontà di essere più liberi; ma è quando si cresce che si assume la consapevolezza di quanto essi siano importanti. Anche nel mio caso, ci sono stati degli alti e dei bassi, ma la verità è che io e mia mamma siamo sempre state molto unite. Ed è proprio ora che, a ventuno anni e a 300 km da casa, mi rendo conto di quanto mi manchi la mia mamma. Lei è sempre stato un porto sicuro per me, una persona su cui contare e con cui potermi confidare. Continua a leggere “Alla mia mamma”

Mille papaveri rossi

Come i papaveri provo a fiorire dove c’è più bisogno. Lo so che per tutti maggio è il mese delle rose, ma non per me. Per me maggio è il mese dei papaveri. Ma quanto sono belli quest’anno? La terra si veste di quel rosso profondo ed intenso che ti travolge come solo le cose effimere sanno fare. Perché sono talmente belle che tolgono il fiato e tu vorresti durassero per sempre. Ma forse è proprio questo a renderle uniche.
Ci pensavo stamattina mentre andavo al lavoro perché rendono il tragitto meno pesante, lo colorano, nelle belle giornate ma soprattutto in quelle tristi. Continua a leggere “Mille papaveri rossi”

La città in bianco e nero

Quel mattino l’intera città si svegliò con una sorpresa tanto inusuale quanto inaspettata. Più di qualcuno pensò di avere seri problemi alla vista, prima di ammettere che la realtà delle cose era proprio quella che si palesava di fronte ai loro occhi increduli. Tutti i colori della città, infatti, erano incredibilmente spariti, dissolti, e avevano lasciato il posto ad un paesaggio completamente in bianco e nero. Quale che fosse la causa di tale mutamento, agli abitanti parve di essere stati catapultati indietro nel tempo, attori di un vecchio film di inizio secolo. Ogni cosa, dagli alberi alle auto, dalle case alle insegne dei negozi, aveva perso i propri colori originali, sbiadendo in una consunta scala di grigi. Continua a leggere “La città in bianco e nero”

I ragazzi di oggi

Siamo in aprile, siamo in un palazzetto dello sport, più precisamente quello di Venezia, il pala Tellercio. Si gioca la finale della Reyer School Cup, un torneo a cui hanno partecipato 56 scuole superiori, provenienti dalle scuole di: Pordenone, Treviso, Padova, Venezia, Belluno e Vicenza. Per parteciparvi occorre avere, una squadra, una tifoseria che la segua, un gruppo di cheerleader o tifo organizzato.
Quelli nella foto sono i ragazzi, tutti tra i 14 e 19 anni, dell’istituto Pacinotti di Mestre. Continua a leggere “I ragazzi di oggi”

Viaggiatori

C’è una lettrice che apprezza particolarmente la Gazzetta, ed è a lei che voglio dedicare questo pezzo.
Ci sono casi in cui il nome rappresenta esattamente la persona: Ilaria era estremamente solare, Bruno molte volte mi ricorda un orso, e poi c’è Gemma: un nome che evoca il germoglio di una pianta e anche una pietra preziosa.
Ci sono persone che non hanno neanche idea di quanto per qualcuno possano essere dei “maestri”, e non mi riferisco banalmente al loro grado di istruzione.
Gemma sta affrontando la sua battaglia con forza, coraggio e dignità, sta lottando con le unghie perché vuole vivere, ed è un grande esempio per tutti coloro che ha intorno.  
Continua a leggere “Viaggiatori”

Consigli di lettura: Nonostante tutte di Filippo Maria Battaglia

“Esiste un’archivio diariografico in Italia???” Ebbene si e lo scopro alla presentazione di questo libro in una piccola librerai di cui vi ho già parlato: CHIODO FISSO!
Così, l’autore, dopo aver letto la vita di 119 donne ne crea una immaginaria nata dall’unione della vita di ciascuna, diverse tra loro per età, astrazione sociale, livello di istruzione. Nina reincarna tutte loro e per l’autore, scrivere per loro, di loro, non solo le ha fatte rinascere, ma le ha riscattate, dando ad ognuna un posto in un universo maschile.
“ E’ tardi. Qualcosa però posso ancora fare. Scrivo la mia storia. Scrivo perchè si faccia qualcosa”
Una scrittura autobiografica autentica ed emozionante, assolutamente da leggere

Marta Santin

Si abbracci chi può

Alcuni giorni fa mi è capitato di provare un’esperienza sensoriale veramente molto intensa e del tutto inaspettata, qualcosa che è rimasto impresso dentro di me e che vorrei condividere con voi. Esco dal lavoro e vado piena di entusiasmo ad un appuntamento che aspettavo da tempo. Ero sicura che sarebbe stata una serata speciale perché sapevo che era stata organizzata con amore e con la dedizione che ci si mette nelle cose a cui si tiene particolarmente. Eravamo davvero in tanti, età diverse, interessi diversi, professioni, hobby e percorsi di vita diversi eppure eravamo tutti lì, uniti dal progetto comune che ognuno di noi si impegnava a portare avanti. Continua a leggere “Si abbracci chi può”

Questione di sguardi

Quante vite che si incrociano, ogni giorno! Se ogni tanto ci fermassimo a pensare, nella fretta delle nostre abitudini, a quante storie non facciamo caso, probabilmente vivremmo in maniera diversa…
Sono le 7:43 del mattino e davanti a me, in treno, una signora chiama il figlio: sorride e dice che gli vuole bene.
Il giorno dopo vedo due ragazze; la prima ha la testa appoggiata alle spalle dell’altra e, guardandola, le dice: “Non ce la faccio più, sono stanca”, io la guardo e posso solo pensare al fatto che, forse, non è del treno che si lamenta. Continua a leggere “Questione di sguardi”

Consigli di lettura: Madre d’ossa – Ilaria Tuti

È il sesto episodio della serie che Ilaria Tuti ha dedicato alla commissaria di polizia Teresa Battaglia. Teresa non lavora più, affetta da sintomi sempre più preoccupanti del morbo di Alzheimer, sta perdendo la memoria, la mente a volte non è più lucida come un tempo e non è più autonoma ma non ha mai smesso di indagare rivelandosi ancora utile per la soluzione di casi complessi. All’inizio del libro, viene trovata inspiegabilmente abbracciata ad un ragazzo, morto suicida e lei ha tracce di sangue sui vestiti ma non sa dare spiegazioni all’amico ispettore Massimo Marini. Iniziano così le indagini. Continua a leggere “Consigli di lettura: Madre d’ossa – Ilaria Tuti”

Dove nascono le note?

Adoro la musica (credo che ormai lo avrete capito anche voi) e un bel dì  mi sale dentro una strana curiosità: da dove nascono le  note? Così mi sono messa a studiare. Le prime forme di notazione o semiografia musicale, ovvero il sistema che fissa per iscritto una composizione, una melodia o una qualsiasi idea di tale ordine, possono essere rintracciate in una tavoletta incisa dai Sumeri con la scrittura cuneiforme presso Nippur, oggi in Iraq, attorno al 2000 a.C. La tavoletta rappresenta delle frammentarie istruzioni per l’esecuzione di una musica, e indica che la composizione è costruita sugli intervalli di terza e usando una scala diatonica. Continua a leggere “Dove nascono le note?”

Profumo di colla e lucido da scarpe

Qualche tempo fa casualmente sono entrata nella piccola bottega di un giovane calzolaio, un mestiere ormai praticamente in disuso, e quel profumo di colla e lucido da scarpe mi hanno fatto brillare gli occhi e tornare indietro di molti anni, quando da bambina appena potevo andavo a trovare Amelio e Marisa. Erano due persone molto semplici, cari amici dei miei nonni, ed io adoravo restare ore ad osservarli.
Amelio riparava vecchie scarpe, ma io lo consideravo un mago, anzi un fachiro visto che per comodità teneva fra le labbra i piccoli chiodi per sistemare le suole, che a me facevano sempre un po’ preoccupare, così, dal basso dei miei pochi anni ripetevo spesso “fai attenzione a non ingoiarli!”
Marisa sua moglie, per me era una fata, lucidava le scarpe riparate fino a farle tornare come nuove.
C’è un antico proverbio che dice pressappoco: “non giudicare nessuno se prima non hai camminato nei suoi mocassini per due settimane”.
Ecco, io ricordando le scarpe che loro sistemavano cerco di sempre di non dimenticare questa metafora della vita, ma soprattutto, ripensando con affetto a loro due, cerco di fare anche un po’ mia la loro più grande magia ovvero L’ARTE DELL’AGGIUSTARE.
In una società in cui si tende a “buttare e ricomprare” io credo che un po’ di colla e un po’ di lucido alle volte farebbero bene anche ai cuori.
Buona vita a tutti dalla vostra inviata da Torino!

Silvia Piovan

Indaco

L’indaco è il nome di un colore tra quelli meno utilizzati, malgrado sia tra i più presenti nella vita di tutti noi. Lo potremmo definire un colore tra l’azzurro e il viola. È il primo colore che assume il cielo all’alba e il penultimo al tramonto. E’ il colore della transizione e del cambiamento.
Perlopiù è utilizzato nella suddivisione dei colori dello spettro solare. Il sesto colore dell’arcobaleno. La definizione dei sette colori la fece Isaac Newton nel suo famoso esperimento. È abbinato al sesto punto chakra, individuato sopra il naso, tra gli occhi. È considerato il colore del risveglio spirituale e della meditazione ma non solo; anche delle idee creative. In cromoterapia il colore indaco è utilizzato per calmare gli stati ansiosi e per avere un maggior rilassamento. Nel mondo arabo invece, è legato alle vesti e al tagelmust. il copricapo Tuareg formato da una lunga benda che fascia la testa e il viso. Era utilizzato in polvere come protezione solare in Mauritania. Di qui la definizione degli “uomini blu”. È diffuso in tutto il mondo medio orientale ed è il colore riservato alle persone di un certo rango ed importanza. Il suo nome deriva dalla pianta dalla quale è ricavato il pigmento che è ottenuto dalla fermentazione delle foglie di “Indigofera tinctoria”, originaria dell’India.
Le sue tracce si perdono nella notte dei tempi; era già conosciuto ed utilizzato nel 2000 A. C. È ottenuto dalla fermentazione delle foglie della pianta con un acido; anticamente l’urina dei cavalli. Una volta finita la fermentazione il liquido veniva fatto ossidare virando il suo colore dal giallo verde al blu violetto. Infine ottenuta la giusta intensità veniva fatto bollire per fermare il processo di ossidazione ed essere usato come tintura. Nella cultura occidentale il nome indaco è poco frequente, sostituito dal blu. Probabilmente la sostituzione è impropria perché non lo possiamo considerare lo stesso identico colore.
Amo questo colore perché fa da collegamento tra il mondo della notte e quello del giorno.
Il colore della transizione e del rinnovamento, appunto. Un attimo fuggente tra due mondi contrapposti.

Vida “Baudasch” Michele

Aprile dolce dormire

Con questa frase si pensa che il mese in cui si dorma di più possa essere aprile. Forse sarà l’arrivo della primavera che ci porta nel dolce mondo dei sogni?
Non so voi ma io ho sempre sonno, qualunque sia la stagione.
Nel periodo invernale Morfeo mi coccola dolcemente sotto la trapunta mentre fuori piove e fa freddo. Verso marzo-aprile la stanchezza da cambio stagione si fa sentire e in estate mi piacerebbe molto fare il pisolino post pranzo: insomma, dormirei sempre sempre!
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Non riesci a rilassarti? Guarda un video ASMR

In questi ultimi anni, il fenomeno dell’ASMR è diventato sempre più popolare sui social network, in particolare su YouTube. Infatti, digitando sulla barra di ricerca questo acronimo, compaiono centinaia di video: basti pensare che è uno dei termini più cercati su questa piattaforma. Ma che cos’è questo “asmr”?
L’acronimo sta per Autonomous Sensory Meridian Response, ovvero “risposta sensoriale meridiana autonoma”: corrisponde ad una sensazione piacevole che si manifesta sotto forma di leggero formicolio, il quale si propaga in più parti del corpo. Questi “brividini” hanno un forte potere rilassante e sono stimolati da particolari suoni come i sussurri, ma anche da gesti e immagini. Tra i cinque sensi, quello protagonista dell’ASMR è sicuramente l’udito, che ci permette di cogliere anche i suoni più delicati.
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Consigli di lettura: Nicolas Barreau- Mille luci sulla Senna

Quando ho aperto la bookbox che Nicoletta aveva scelto per me per il mio “xx” compleanno (non si chiede l’età ad una signora) e c’ho visto dentro un classico romanzo d’amore sono rimasta stupita: a me? Un romanzo d’amore?? (non diteglielo pero!) Beh signori, questo romanzo d’amore l’ho divorato in un giorno, e se considerate che in media dormo almeno 10 ore direi che mezza giornata mi è bastata.
Un lunedì qualunque e Joséphine riceve due lettere che le cambiano completamente la vita.  La storia si dipana tra ricordi passati, situazioni attuali un pochino  scomode e colpi di scena travolgenti. Un’ottima scelta amica mia.

Marta Santin

Ho sposato un ottimista

A quanto pare il mondo è diviso in due: intorno ad un bicchiere di vino si riuniscono quelli che lo vedono sempre mezzo pieno e quelli che lo vedono immancabilmente mezzo vuoto.
Ottimisti e pessimisti si fronteggiano su come vada letta la vita con i suoi accidenti. Chi vincerà?
Indubbiamente la routine media fatta di lavoro, faccende domestiche e qualche svago è spesso e volentieri interrotta da imprevisti più o meno invalidanti: dallo starnuto nel fine settimana a malattie più importanti, dalla ruota bucata alle precarietà di impieghi sempre più fluidi. Il pessimista si preoccupa di tutto ciò come se fosse il fulcro dell’esistenza: che cosa accadrà se non risolvo subito e bene il problema? Vision sul futuro e problem solving sono le doti immancabili per un vero mezzovuotista, a cui aggiungeremo volentieri una mezza dose di perfezionismo.
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Un soffio per restare, un soffio per partire

“Pensa a tutta la bellezza ancora rimasta attorno a te e sii felice.”
ANNA FRANK

Un improvviso soffio di vento può cambiare la tua rotta, modificare il tuo viaggio, impedirti di raggiungere una destinazione, portarti troppo vicino al sole o spingerti attraverso l’uragano più nero, farti sorvolare aridi deserti o oceani infiniti oppure portarti a visitare mondi misteriosi volando in cieli stellati e sorvolando prati pieni di fiori colorati.
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Scelte convenzionali

Aprile 2567. No, non è l’inizio di un romanzo fantascientifico o distopico, ambientato in un ipotetico futuro. È l’anno in cui ci troviamo se andiamo in Thailandia, Stato il cui calendario ha inizio con l’estinzione del Buddha storico a Kusinagar, avvenuta nel 543 a.C.
Allo stesso modo, se facessimo un viaggio in Arabia Saudita, dove il calendario parte dal 622, anno dell’egira di Maometto, ci troveremmo nel 1445. Altro che macchina del tempo! Prendere un aereo è sufficiente per viaggiare nel passato o nel futuro.
Scherzi a parte, è interessante notare come la scelta del calendario da seguire, e quindi il sistema che adottiamo per suddividere e calcolare il tempo, sia del tutto convenzionale. Continua a leggere “Scelte convenzionali”

Accolgo e lascio andare

“Quel momento impercettibile
in cui ci incontriamo,
rimango in silenziosa contemplazione.
Tutto sembra fermo.
Sono solo pochissimi minuti prima che tutto inizi…
di nuovo!”

Caro albero, ti ho rivisto dopo tanto tempo, mi sei mancato. Per anni mi hai tenuto compagnia nel mio frastagliato percorso di paziente oncologico. La sala d’attesa del 4° dente del CRO di Aviano mi è sempre stata un po’ stretta e così mi piaceva attendere fuori il mio turno, specialmente nelle stagioni più calde, mi appollaiavo ai tuoi piedi a leggere o scrivere ed è come se tu fossi lì a vegliare su di me. Anche quando l’inverno non mi faceva resistere al freddo, il nostro saluto del mattino era una routine… la nostra! Con la mente ti parlavo e ti affidavo i miei pensieri così che il vento potesse trasportali altrove. Continua a leggere “Accolgo e lascio andare”

Il piave

Se mi chiedi cosa rappresenta per me il fiume Piave, io ti rispondo che per me rappresenta tutto. È sufficiente e necessario chiudere gli occhi e aprire le orecchie per comprendermi a fondo. Quando mi sento irrequieta, quando sento un po’ di solitudine, quando ho bisogno di connettermi con me stessa, io esco di casa e 99 volte su 100 vado a trovare il Piave: il mio spazio sacro. È come se sentissi la sua chiamata. Così, armata di buone gambe, piedi e ali, cammino e volo leggera verso questo spazio sacro poco lontano da casa. Subito il fiume mi calma e mi rasserena, subito mi purifica anima e spirito: per me, è una boccata d’aria fresca, una boccata d’ossigeno puro. Continua a leggere “Il piave”

Il cartolaio gentile

Se penso al periodo delle scuole superiori, voltandomi ad osservarlo in lontananza, posso dire che forse è stato uno dei più spensierati e leggeri che abbia vissuto, ma la consapevolezza ovviamente arriva con il passare degli anni.
Da adolescente mi sembrava pesantissimo alzarmi presto e in particolare in inverno l’attesa dell’autobus delle 6.40 era infinita. I miei compagni di viaggio erano il buio, il freddo e spesso la nebbia che in quegli anni si poteva “tagliare con il coltello”.
La scuola era in una zona poco raccomandabile della città, ma era l’unica con quelle caratteristiche, ed era quella che io avevo scelto, dunque non osavo certo lamentarmi.
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Amicizia

Ognuno di noi ha la sua idea di questa parola, dipendente sicuramente dall’età e dalle precedenti esperienze. In adolescenza c’era la possibilità di trascorrere ore ed ore a parlare di un singolo argomento, un po’ perché a quell’età può girare tutto intorno ad un unico tema, un po’ perché si stanno provando emozioni nuove che si sente la necessità di condividere.
Man mano che si cresce le priorità della vita cambiano e si iniziano ad avere delle responsabilità come lavoro, compagno/a, figli ed animali, ed ahimè il tempo libero inizia ad assottigliarsi. Anche se si desiderasse fare una bella chiacchierata, non sempre si riuscirebbe ad incastrarla nella giornata.
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Siamo programmati per rialzarci

La panchina del parco quella mattina portava ancora con sé il freddo della notte appena trascorsa, poche le persone in quella grigia giornata di dicembre. In lontananza il vociare di un bambino che correva dietro al suo pallone con i suoi passi incerti. Anche da quella distanza era palpabile il suo contagioso entusiasmo. Le due figure si passavano la palla, in uno dei classici giochi che i padri fanno con i propri figli.
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Consigli di lettura: La via delle sorelle

Un insieme di racconti di amicizia tra donne famose, scrittrici, artiste e donne coraggiose, e storie di amicizie personali dell’autrice. Un saltellare tra un fiore e l’altro di conoscenze femminili, di momenti condivisi, felici, difficili, di crescita e di cambiamento, di emozioni forti che ti porti dentro per la vita.
Un occasione per indagare e riflettere all’interno della complessa sfera femminile, dei rapporti intensi, a volte conflittuali tra donne a volte talmente forti e profondi da salvare la vita. Continua a leggere “Consigli di lettura: La via delle sorelle”

Respirare ad occhi chiusi

Finalmente, la sua stagione preferita. Primavera: per lui è tante cose, libertà, sole, voci di bambini… Per non parlare dei fiori, dei colori, i parchi che finalmente si ripopolano…
Quando ne parla gli si illuminano gli occhi, è come se per mesi non avesse aspettato altro, è come un risveglio da un periodo di attesa triste. Se gli si chiedesse qual è la cosa che più lo affascina della primavera, allora lui senza esitare risponderebbe che è quella sensazione di assoluta pace, di spensieratezza, che così dal nulla appare: si apre uno squarcio nel cielo e il sole, accompagnato da quel dolce vento, un po’ caldo, un po’ freddo, spinge a chiudere gli occhi e respirare: questa, per lui, è primavera. Continua a leggere “Respirare ad occhi chiusi”

Ai nostri più intimi lettori

Nel mio primo contributo in questa rubrica chiudevo l’articolo con l’invito a riflettere su un’altra parola: si trattava di INTIMITÀ. Al lettore accorto non è certamente sfuggito che lo spunto non è stato mai sviluppato: come mai? Intimo è il superlativo assoluto di interno: insomma, più dentro di così non si può proprio! Ed è per questo che contiamo gli intimi amici sulle dita di una mano (e forse è già troppo) ed è per lo stesso motivo che solo nell’intimità della nostra casa e di relazioni particolari mostriamo la biancheria intima (salvo mode passeggere e pubblicità di delicata lingerie, ovviamente!). Ciò che è intimo, è conosciuto e condiviso solo da poche persone che possono entrare in una distanza prossemica molto ridotta. Continua a leggere “Ai nostri più intimi lettori”

Homefulness, tendenza o stile di vita?

Adoro passare il tempo nella mia dimora, mi sento protetta e coccolata, lei mi trasmette calore e io la amo proprio per questo. C’è da dire che tenere sempre in ordine non è facile, soprattutto quando siamo trasportati da mille impegni, così tra i miei buoni propositi del 2023 c’era la ricerca di qualcosa che potesse aiutarmi nell’intento di creare uno spazio più armonioso e che mi facesse sentire bene. Homefulness non è solo un trend che ha preso piede nell’ultimo anno, è molto di più. È un concetto che prende ispirazione dalla mindfulness, ma che viene adattato al mondo della casa e dell’interior design. Definito come “il piacere di arrivare nel luogo che sentiamo nostro”, racconta uno stato d’animo, quel senso di appartenenza e di sollievo che si può provare nel rincasare, soprattutto dopo una lunga giornata di lavoro.
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2024: l’anno del Drago di legno

Il 2024 è iniziato ormai da qualche mese, ma non per tutti. Molti paesi asiatici festeggiano l’arrivo del nuovo anno il 10 febbraio 2024, secondo il cosiddetto “Capodanno Cinese” o “Capodanno di Primavera”. Secondo la tradizione, ad ogni anno è associato un animale sacro: il 2024 è rappresentato dal drago, simbolo di forza, coraggio e maestosità, ma che è anche considerato un porta fortuna. Ogni animale è a sua volta legato ciclicamente ad un elemento tra cui oro, legno, fuoco, acqua e terra. Quindi, essendo l’oroscopo cinese composto da dodici animali in totale ed essendo questi combinati con uno dei cinque elementi, l’ultimo anno del Drago è stato nel 2012, ma quella volta l’elemento protagonista era il fuoco; il 2024 è invece l’anno del legno.
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La mia vita da comò

Sono solo un comò, uno di quelli al lato del letto, sempre all’ombra dell’armadio.
Quello che ha sempre vestiti piegati male sopra, che ospita ogni tipo di scatola o coperte di emergenza, che è l’appoggio di libri già letti e non, di calzini pigri che devono ancora trovare posto dentro di me. Sono quello con cassetti pieni di maglioni, di cui almeno metà passati di moda, tra cui fin da piccola lei nascondeva quelli che erano i suoi “segreti”: diari pieni di confidenze, abbozzi di lettere l’amore mai consegnate, quel completino intimo comprato con le amiche, per gioco, alle superiori e che è ancora lì con ancora l’etichetta perché importabile.
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Il pozzo magico

Nel villaggio in riva al fiume si trovava un vecchio pozzo. Era stato creato in un remoto passato da un mago, riconoscente agli abitanti del villaggio che gli avevano salvato la vita dopo che era stato aggredito da un branco di lupi. Si trattava in realtà di un pozzo speciale, in quanto anziché dispensare fresca acqua di falda, permetteva a tutti i bambini del villaggio di veder avverati i propri desideri. Proprio così, avete capito bene! Di fronte ad esso, i sogni di ogni fanciullo si tramutavano in realtà al semplice pensiero.
Il mago aveva imposto un’unica, semplice regola; che nessun bambino potesse usufruirne per più di una volta all’anno. Tutto era sempre filato liscio, sino a quel tardo pomeriggio di settembre in cui Sofia, in sella alla propria bicicletta, aveva attraversato il villaggio giungendo nei pressi del grande prato erboso dove era situato il pozzo. Era partita da casa convinta che la propria fosse un’idea geniale, ma durante il tragitto era stata assalita da mille dubbi ed ora era estremamente dubbiosa che la cosa potesse funzionare. Giunta a pochi metri dal muretto circolare che separava la magica cavità dal resto del mondo, rimase quindi alcuni istanti in silenzio prima di trovare la forza di esprimere a parole i propri pensieri. Continua a leggere “Il pozzo magico”

Accetta e lascia andare

“Eh sembra facile”… una frase a completare l’altra. Come le tante volte in cui ce lo siamo sentiti dire o ce lo siamo detti da soli per spronarci. Frasi fatte che lasciano il tempo che trovano, belle nella teoria ma nella pratica…
Il lavoro, quello pratico, consiste nell’accettare, nel senso di demolire, tagliare, scardinare. Paure, chiusure, pregiudizi e sensi di colpa, per poi accogliere e lasciar andare, passare oltre. Un gioco di parole ed immagini, un simbolismo tra ascia e accetta, accettare e lasciare andare, demolizione e rinascita che campeggia sulla locandina.
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Di notte

Di notte ogni cosa assume forme più lievi, più sfumate, quasi magiche. Tutto si addolcisce e si attenua, anche le rughe del viso e quelle dell’anima.
Romano Battaglia

Camminando in punta di piedi sul filo sottile che divide l’estasi dall’oblio pronto a liberare i sogni che ho soffiato in quel palloncino perchè provino a volare e a diventare realtà.
Di notte tutto assume sembianze diverse, molte cose si attenuano e si addolciscono altre marcano i loro contorni con tratti decisi a carboncino che le rendono difficili anche solo da sognare.
L’importante è non cadere da quel filo, camminare assieme a qualcuno di importante che provi il vostro stesso piacere e liberare quel palloncino.

Andrea Spessotto

L_EGO

Che non gira tutto attorno a noi ce l’ha insegnato secoli fa Nicolò Copernico quando, grazie alla sua “Teoria eliocentrica”, ha dimostrato che la Terra gira attorno al Sole, e non il contrario. Ecco una prima lezione di umiltà. Molte persone, però, sembrano non essersi evolute a questo modello copernicano e continuano a credere che tutto e tutti girino attorno al proprio mondo.
Questo si chiama Ego centrismo: io – il mio mondo – al centro.
Inizio a riflettere sull’EGO e così penso a una parola molto simile ma che ha un significato profondamente diverso: LEGO. Cavoli se bastasse una sola lettera a trasformare l’individualismo in relazione!
Si perché quei mattoncini colorati di ogni forma e dimensione non sono per nulla egoisti ma si uniscono agli altri formando migliaia di forme, oggetti e modellini.
Continua a leggere “L_EGO”

Pronti, partenza, via!

Che sia in Italia o all’estero, con il corpo o solo con la mente, a molti di noi piace viaggiare, portarsi in un altrove in cui scoprire il mondo e sé stessi. L’origine della parola “viaggio” è da ricercarsi nella lingua latina, più precisamente nel termine “viaticum”. Prima di assumere il significato stretto di viaggio, inteso come trasferimento da un luogo a un altro, “viaticum” indicava propriamente la provvista, ovvero tutto ciò che il viaggiatore portava con sé durante lo spostamento. Anche noi, infatti, prima di ogni partenza organizziamo il nostro bagaglio, a seconda del luogo di destinazione, della distanza che ci separa da esso, delle condizioni meteorologiche, del tipo di viaggio che affronteremo (a piedi, in bicicletta, in macchina, in treno, in aereo). Continua a leggere “Pronti, partenza, via!”

Sgualcito? No, grazie!

Ci sono momenti nella vita in cui il desiderio più grande nell’alzarsi al mattino è sprofondare di nuovo tra i cuscini, il più in fretta possibile.
Non alzarsi, continuare a dormire, nascondersi… Tutto ciò che è vitale ed energetico sembra insopportabile e tutto ciò che chiede il proprio personale contributo sembra insormontabile. Non si tratta evidentemente di semplice letargia, ma di un disagio profondo, spesso impossibile da condividere con altri.
Le cause del problema possono essere tante e la questione è così complessa che non abbiamo la pretesa di sviscerarla in questa sede. Ci limiteremo a proporre un’immagine e un profumo che possano spingere qualcuno a fare capolino da sotto le coltri ben rimboccate.
Continua a leggere “Sgualcito? No, grazie!”

Consigli di lettura: Basta un caffè per essere felici di Toshikazu Kawaguchi

“Quando la gente si perde nelle proprie preoccupazioni, rischia di non vedere i sentimenti delle persone più care.”
In questo secondo volume troviamo ancora Kazu e Nagare a gestire il piccolo caffè che permette di viaggiare nel tempo. Sono passati sei anni dalla nascita di Miki Tokita, la figlia di Nagare e Kei, che non vede l’ora di poter versare il suo primo caffè capace di far viaggiare nel tempo.
La struttura del libro è la stessa di “Finché il caffè è caldo”, pochi racconti, con in comune solo la caffetteria e la sua storia. Ma ogni racconto narra storie non legate fra loro. I temi trattati sono i medesi del primo libro ma allo stesso tempo le storie che troviamo sono completamente diverse. Continua a leggere “Consigli di lettura: Basta un caffè per essere felici di Toshikazu Kawaguchi”

La gazzetta: un sogno diventato realtà!

Chissà cosa è saltato in mente a me ed Eleonora quando 4 anni fa ormai, mosse dal sogno di Barbara mancata da un po’ di tempo, decidemmo di fare una pazzia: racimolare un po’ di persone a cui piaceva scrivere e che avesse voglia di imbarcarsi con noi in questo pazzo progetto di scrivere un giornale di solo notizie positive. Tramite i social decidemmo di mettere un annuncio e, con nostra sorpresa, ricevemmo abbastanza adesioni. Alla prima riunione Eleonora, sicuramente più scafata di me, espose il nostro piccolo progetto che tutti abbracciarono entusiasti proponendo già altre persone a cui chieder di darci una mano. Stava succedendo davvero? Saremmo mai state in grado??? Piene di dubbi ci lanciammo in questa storia pazza che a Gennaio  ha festeggiato 4 anni. Continua a leggere “La gazzetta: un sogno diventato realtà!”

Segni particolari: lettrice compulsiva

Ebbene sì, lo confesso: faccio parte di quella categoria di persone che, sebbene abbiano una pila di libri ancora da leggere, non resiste all’impulso di entrare in libreria. Ma solo per dare un’occhiatina, s’intende! Salvo poi uscire con almeno un libro in mano e la scusa pronta.
“Hai comprato ancora libri? Con tutti quelli che hai ancora da leggere?“
“Eh, ma questo mica ce l’avevo!“ sguardo candido e sorriso smagliante, mentre custodisco sotto braccio il mio nuovo trofeo.
Ad un adoratore di carta e inchiostro potete chiedere tutto ma non di partire senza un libro. Anzi, lo confesso: è la prima cosa a cui penso quando devo fare la valigia.
Continua a leggere “Segni particolari: lettrice compulsiva”

Il rumore di un pensiero

È esperienza comune, quella dell’ascoltare i rumori dei propri pensieri: c’è chi ne parla come un ronzio, quel famoso rumore che ci accompagna, instancabile, e che sta in uno strato sottile sotto di noi: quel poco che basta per guardarlo senza poterlo toccare.
Se per alcuni questo accompagnatore (che sia di buona o di meno gradita presenza) è facilmente riconoscibile, per altri è davvero un mistero: ci sono momenti di vera e propria tempesta, più che di un ronzio si parla di un groviglio di rumori che sommergono completamente ogni possibilità di capirli, di ascoltarli.
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Cane da coccole

Me lo ricordo bene quel giorno: era fine novembre, fuori faceva un gran freddo e io giocavo con i miei fratelli a rincorrere la mamma.
Non li avevo mai visti prima, ma quando loro sono arrivati ho capito immediatamente che non erano entrati semplicemente dalla porta, ma direttamente nel mio cuore.
Hanno dispensato carezze in grande quantità e senza distinzioni, ma lo sentivo che avrebbero scelto me…
Sono stata la più monella di una cucciolata imprevista, meticcia figlia di meticci: oggi sono 35 chili “di pelo” dall’animo dolcissimo.
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Consigli di lettura: L’uomo che portava a spasso i libri di Carstenn Henn

Nonostante i suoi settantuno anni, ogni giorno il libraio Carl Kollhoff parte per il suo “giro”; infatti è addetto alla consegna a domicilio dei libri ordinati dai suoi clienti più speciali. Lettori voraci che sono diventati suoi amici e che lui chiama come i personaggi dei grandi classici della letteratura: da Mr Darcy, un vecchio cliente che vive da solo in una grande villa, al dottor Faust, che legge solo saggi storici, passando per Jane Eyre, la signora Calzelunghe, Ercole e molti altri. Ma una sera, durante il suo percorso attraverso il centro della città, sbuca al suo fianco una bambina dai ricci scuri, col viso pieno di lentiggini. Continua a leggere “Consigli di lettura: L’uomo che portava a spasso i libri di Carstenn Henn”

Paco

Paco è un clown di resina colorata trovato su una bancarella di un mercatino dell’antiquariato. I suoi occhi facevano capolino in mezzo a stampe, libri, specchi, medaglie, cornici e tessuti. L’ho amato all’istante e l’ho comperato anche se credo sia stato lui a trovare me e non il contrario.
Così, da più di vent’anni mi fa compagnia e vive sospeso, attaccato al soffitto della mia camera.
Con le mani tiene ben stretta la corda, non sale, non scende, a volte si lascia dondolare. Aggrappato alla sua corda, come un naufrago ad un salvagente, mi fissa. A volte ho l’impressione che oltre ad osservarmi voglia parlarmi, o che sorrida e mi faccia l’occhiolino. Altre volte, sotto il cerone, che nasconda una lacrima.
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Greg Goya e il messaggio della sua Fast Art

Una domanda e una sola risposta per ognuno di noi: “Potendo scegliere, con chi vorresti condividere questa panchina?”. Mi imbatto per caso in un video che raffigura una panchina bianca ed una scritta rossa: è questa la domanda che Greg Goya, un artista torinese, ha deciso di porre in una delle sue ultime opere, una panchina appunto realizzata, in collaborazione con la Venaria Reale di Torino, per esortare i passanti a scriverci sopra il nome della/e persona/e che più vorrebbero accanto. Un vero e proprio invito a guardarsi dentro e a condividere le proprie emozioni, quello rivolto da Greg a coloro che si sono imbattuti nella sua iniziativa. Continua a leggere “Greg Goya e il messaggio della sua Fast Art”

Lucille

Lucille è il nome che, indelebilmente, ha accompagnato le chitarre e la carriera di B.B. King, uno dei più grandi chitarristi non solo della storia del blues, ma in generale della storia musicale mondiale. Sono molti infatti i musicisti famosi che hanno coltivato la loro passione per la musica partendo proprio dai suoi brani ed assoli.
A questo nome è legato un aneddoto che riguarda la vita del talentuoso chitarrista B.B. King (all’anagrafe Riley B. King, Itta Bena 1925/2015): in quel periodo, l’artista suonava in un locale in Arkansas che, come molti locali dell’epoca, aveva come “impianto di riscaldamento” un semplice bidone alimentato da kerosene. Una sera, a causa dello scatenarsi di una rissa, il bidone si rovesciò incendiando in breve tempo il locale. Continua a leggere “Lucille”

Consigli di lettura: La casa degli sguardi di Daniele Mencarelli

Una storia vera, quella dell’autore, Daniele Mencarelli, che convive con una sensibilità tanto forte da portarlo a cercare salvezza nell’alcolismo. Già, perché il suo malessere prima aveva trovato sfogo in ben altre strade, incluso un tentativo di suicidio in tandem con la madre.
La storia è una delle tante, o perlomeno rappresenta le tante storie di tante famiglie. La sofferenza è viva e profonda la solitudine, di Daniele, dei suoi genitori, dei suoi fratelli. Che sia la poesia a salvarlo, anche questo può sembrare un cliché: Davide, l’amico poeta, lo raccomanda al Bambin Gesù di Roma come operatore in una squadra di pulizie presso la cooperativa che gestisce il servizio.
Ma è l’orgoglio che Daniele estrae dal profondo del suo essere e soprattutto il dolore con cui entra in profondo contatto a salvarlo veramente. Toc-toc, il bambino che lo aspetta dietro al vetro della finestra per salutarlo come cornuto, è quello sguardo che lo tocca fino all’ Continua a leggere “Consigli di lettura: La casa degli sguardi di Daniele Mencarelli”

Tutto il mio mondo

Ricordo ancora quell’ambiente caldo, dove mangiavo e riposavo tutto il giorno. Al mio fianco c’erano i miei fratellini, che erano molto più ansiosi di me di scoprire il mondo e quando decisero di esplorare nuovi orizzonti, mi trovai molto contrariata. Così quando arrivò il mio turno, invece di sporgere il viso fuori, mi girai e appoggiai le natiche su quel piccolo uscio per dimostrare tutta la mia indignazione. Dovetti resistere con tutta la mia forza per non farmi risucchiare dal vortice, tanto che il mio culetto rimase incastrato.
“Ops. Ora cosa faccio?” mi domandai. “Ehi, mi stanno toccando il sedere”. Pensai subito dopo, in quanto sentii che qualcosa mi aveva afferrato e piano piano mi stava tirando a sé.
“Ho detto che non voglio!! Io sto bene qui!” tentai di urlare, ma a quanto pare nessuno mi sentiva.
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Maglioncini per pinguini

Mi sono imbattuta in un progetto che trovo veramente meraviglioso, messo a punto da un’associazione: la Penguin Foundation. Quest’ultima si occupa di raccogliere dei fondi per sostenere e sviluppare l’ambiente naturale di Philip Island, un’isola situata nello stato di Victoria, in Australia. In particolare, i finanziamenti sono destinati alla protezione della flora e della fauna presente su questo territorio, attraverso attività di ricerca, conservazione ed educazione.
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Persona di sole, persona di luna

A  lei, persona di sole, piace cantare. A lui, persona di luna, piace scrivere. Lei, sole, si entusiasma quando un’ape si poggia, dolcemente, sul suo fiore preferito: la margherita. Lui, luna, ha sempre pensato che le persone in treno siano affascinanti: a volte gli piace incrociare lo sguardo, ma solo quello, con qualcuno di loro. Quando qualcosa la tocca particolarmente, si prende la libertà di piangerci su. Quando qualcosa lo ferisce, si chiude e tira fuori la chiave solo se qualcuno bussa alla porta. Continua a leggere “Persona di sole, persona di luna”

Consigli di lettura: L’uomo del treno

Si può spiegare la Shoah ai bambini?
Fabrizio Altieri lo fa tramite l’intraprendenza di Giuliana e l’amore di Pietro, con parole semplici e cercando di far capire come una tragedia così grande non abbia però cancellato la speranza dai cuori.
Un libro carico di emozioni e sentimenti, semplice e immediato, che non nasconde la storia ma la spiega anche ai più piccoli.

Marta Santin

Tempo, comunque vadano le cose lui passa!

In questi giorni ho ascoltato un’intervista in cui si parlava del QUI ed ORA, un concetto che spesso ci sfugge perché siamo proiettati a preoccuparci per il futuro o rimuginiamo su ciò che è stato in passato.
Come i granelli di sabbia che inesorabili passano dentro una clessidra, così il tempo ad un certo punto della vita sembra pestare sull’acceleratore.
Quando eravamo bambini l’anno scolastico sembrava eterno, poi con il passare degli anni la percezione cambia radicalmente, e all’improvviso tutto inizia “a correre”.
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Gli inseparabili: il simbolo dell’amore nel regno animale

Si chiamano proprio così, “gli inseparabili”. Sono dei pappagalli originari dell’Africa, dalle piume colorate di tonalità diverse che vanno dal verde, al blu, al giallo e al rosso. Sono animali dal carattere particolare: sono molto socievoli, vivaci e affettuosi. La loro peculiarità è che sono in grado di instaurare forti legami di amore e di amicizia tra di loro. Infatti, il loro nome in greco è “Agapornis”, ovvero “uccelli che si amano”. Continua a leggere “Gli inseparabili: il simbolo dell’amore nel regno animale”

La mongolfiera

Luca stava camminando da parecchie ore lungo il sentiero che l’avrebbe portato fino al bivacco dove aveva destinato di trascorrere la notte. La temperatura era perfetta per camminare di buona lena durante una giornata d’autunno. Il bosco era uno spettacolo di colori intensi, così potentemente accesi da abbagliare lo sguardo e lasciare senza fiato. Per un istante si soffermò ad ammirare quella strepitosa meraviglia, frutto dell’infinita generosità della natura, e pensò alla fortuna di poter assistere ad una tale rappresentazione della potenza del creato. Era un luogo perfetto per dimenticare, per distrarre l’attenzione dai pensieri sgraditi che lo attanagliavano. Proseguì attraversando un tratto di pineta, fino a sbucare su un pianoro leggermente digradante verso valle, anticipo dell’ultima asperità che lo attendeva prima di raggiungere la mèta. Volse lo sguardo ad oriente e, con estremo stupore, quasi con un moto di estatico timore, vide volare poco sopra la propria testa una stupenda mongolfiera. Continua a leggere “La mongolfiera”

Sisu: un sussurro che vale come un ruggito

Sono tante le parole scandinave entrate nel nostro vocabolario e che anche noi abbiamo cercato di rendere quotidiane. Vi ho già parlato in un altro articolo dello stile danese Hygge, che prevede la ricerca dell’armonia attraverso la condivisione con gli altri. Oggi invece vorrei trattare un altro termine nordico, stavolta finlandese, molto interessante: Sisu. Una parola dal suono dolce ma dal significato molto forte. Ma cosa vuol dire “Sisu”? Letteralmente si traduce con “fegato”, o “intestino”, e significa “avere coraggio”, nella cultura finlandese questa parola assume però sfumature più ampie. Sappiamo bene quanto trovare la volontà dentro di sé per andare avanti, nonostante tutto, è fondamentale. Continua a leggere “Sisu: un sussurro che vale come un ruggito”

Pigiami si ma con stile

Finalmente questa lunga giornata è finita, non proprio la mia giornata ideale direi, anzi tutt’altro, ma fortunatamente anche le giornate peggiori hanno un lato positivo: finiscono.” Mentre infilo sospirando il mio pigiama di Lilly e il Vagabondo, un altro pensiero mi colpisce.
La vita è troppo breve per indossare un pigiama noioso.
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Non ci sono ingiustizie nel termine “persone”

Non c’è alcuna ingiustizia nel termine “persone” ma, come in una magia mal riuscita, se scindiamo il termine in uomini e e donne, improvvisamente tutto cambia.
Proprio così: pensateci. Se sei una donna improvvisamente ti sei gravata di compiti esclusivi che gli uomini non hanno. Roba forte del tipo: lavare i piatti, cucinare, pulire, stirare, occuparsi dei figli, insomma “robe da donne”. Sa di poco valore, meno principesco dell’analogo “l’uomo va a lavorare”. Come se spesso le donne non facessero entrambe le cose: un po’ più difficile che lo faccia l’uomo anche se, a fatica, ultimamente ci sono piccoli segnali di un lento miglioramento, su questo aspetto.
Continua a leggere “Non ci sono ingiustizie nel termine “persone””

La sindorme del Bianconiglio

Mi chiamo Alice e credo di avere la sindrome del Bianconiglio. Mi chiamo Alice e da sempre vivo nel paese delle meraviglie, penso a cento cose tutte insieme e la mia mente si perde tra le nuvole. Mi chiamo Alice e mi perdo spesso, ma non mi scoraggio mai. Mi chiamo Alice e inseguo un coniglietto bianco, sto correndo tra le mille idee e cose da fare che frullano nella mia testa. Mi chiamo Alice e corro, corro, corro e ho paura di essere tardi e… mi sto trasformando nel Bianconiglio! Sto vivendo con l’ansia del tempo che mi sfugge, che non basta, che mi sovrasta. Continua a leggere “La sindorme del Bianconiglio”

Carillon

I quattro cavalli colorati di un carillon volteggiano sopra il mobile con i cassetti con i gatti dipinti. Anche Paco li guarda sospeso e sorpreso con la sua corda stretta tra le mani. Nella stanza il silenzio è cancellato da una melodia che rasserena e diventa colonna sonora di sogni iniziati ad occhi aperti con la speranza di venire vissuti nel sonno. I cavalli si rincorrono, come le persone che si cercano, si sfiorano ma non si incontrano mai, sempre pronte a ripartire in cerca di un bacio mai dato, di un giorno mai vissuto, di un amore estivo che ha il profumo della crema solare. Continua a leggere “Carillon”

Befana a chi?

Si sa: l’Epifania tutte le feste porta via. Ma questo detto, all’orecchio di una che è nata il 7 gennaio, oltre a rivelare la sua superficialità, risulta piuttosto irriverente: ho smesso di contare le battute con cui la mia data di nascita è associata all’arrivo, forse in ritardo, della simpatica vecchina sulla scopa volante! Di per sé Befana non è una gran presa in giro: questo nome proprio deriva dalla storpiatura del nome della festa concomitante, Epifania appunto. La parola, di origine greca, indica la manifestazione, il rendersi visibile di una divinità che, per sua natura, non sarebbe visibile, un fantasma quasi. Continua a leggere “Befana a chi?”

Le liste

Chi di noi non ha una lista di cose da fare?
Ci sono persone che decidono per principio di non farla e io sento che ho un po’ di sana invidia verso di loro. Ma non averla, non fa parte di me. Le mie liste non sono mai vuote, se riesco a depennare qualche voce, subitissimamente la riempio con altro, ma soprattutto mi dedico alla compilazione della lista delle cose che VORREI FARE. All’interno di essa, inserisco posti che mi piacerebbe visitare, esperienze che vorrei fare, libri che sogno di leggere. Continua a leggere “Le liste”

Disconnessa

C’è un solo posto al mondo (anche se chiamarlo mondo mi fa sorridere), un solo tempo dentro il quale mi sconnetto davvero da tutto. Dove ho il diritto di non essere nulla, di non doverci essere per forza. Di mancare l’appello, di spegnere ogni connessione. Non esistere! Non ho mai avuto paura di volare: quella precaria sospensione mi è sempre sembrata una sospensione dalla realtà. Un posto che mi rende irraggiungibile da chiunque. LIBERA! Continua a leggere “Disconnessa”

Consigli di lettura: La supplente

Vi siete mai sentiti, almeno un giorno nella vita, Bridget Jones? Distratti, disordinati, impacciati, fuori posto? Anna Tosetti è così: trent’anni, qualche chilo di troppo, si destreggia tra mille lavori per arrivare alla fine del mese, combina pasticci ovunque vada e la sua ricerca del vero amore non sembra produrre gli esiti sperati.
Il suo più grande sogno è quello di insegnare, perciò, quando riceve una chiamata dall’istituto alberghiero Artusi per una supplenza annuale, è al settimo cielo. Continua a leggere “Consigli di lettura: La supplente”

Quando cade la neve

Adoro la neve, perché mi regala momenti di magia, vederla mi rasserena, regalandomi attimi di pura felicità. Svegliarsi la mattina, guardare fuori dalla finestra e trovare tutto bianco e candido è qualcosa di davvero incredibile: è come se ogni cosa andasse a rallentatore. Gli alberi colmi di neve sono splendidi, hanno la capacità di incantarmi, i sensi si fanno più acuti e nel silenzio riesco a percepire ogni cosa: l’uccellino che svolazza in cerca di cibo, la goccia che cade da un ramo per tuffarsi nel bianco soffice che pare zucchero a velo, i raggi del sole che si riflettono creando una luce quasi argentata. Tutto crea in me stupore. Continua a leggere “Quando cade la neve”

Babbo e la renna senza corna

Ci sono “Natali classici” e “Natali alternativi”.
Vi voglio raccontare un Natale speciale: sono trascorsi esattamente 20 anni, ma lo porto sempre nel cuore come un ricordo indelebile.
Ogni 25 Dicembre, come tutti, ho sempre trascorso la giornata in famiglia: mangiare, giocare a tombola, guardare vecchie foto, magari una piccola passeggiata per poi sedersi nuovamente a tavola e riprendere dal punto in cui eravamo partiti.
Nel 2003 la mia famiglia però si è allargata: un popolo di nasi rossi è entrato a piedi pari nel mio cuore, così quell’anno scelsi il “piano B”, un pranzo piuttosto veloce, e poi di corsa a preparare tutto il necessario, le immancabili trecce, la salopette a righe colorate con la borsa coordinata (gentilmente realizzate da mamma e nonna), qualche gioco di magia, palloncini e pompetta, ed essendo un giorno particolare, alcuni decori natalizi.
Continua a leggere “Babbo e la renna senza corna”

Natale 2050

Dicembre 2050. Natale si sta avvicinando, accompagnato dalla consueta e trepidante attesa, da parte di grandi e piccini, dell’arrivo dei regali tanto sognati. Essi saranno recapitati direttamente a casa, come avviene ormai da vent’anni a questa parte, dal famosissimo colosso Natalzon, il più performante brand di shopping on line al mondo; l’unico in grado di consegnare gli acquisti effettuati a meno di cinque minuti dall’invio dell’ordine. “Realizziamo i tuoi desideri prima ancora che tu possa sognarli”, il motto che echeggia come un mantra su tutti social media. Dal 2030 il brand del Natale è un’esclusiva di Natalzon, che ne ha acquistato i diritti a suon di miliardi di dollari. Basta un semplice click per inviare la propria letterina digitale e ricevere l’oggetto desiderato, con corriere prioritario, la notte tra il 24 e il 25 dicembre. Continua a leggere “Natale 2050”

Il mio amico fantasmino

Dylan si era svegliato presto quella mattina. Aveva appena cominciato le vacanze natalizie e non avrebbe rivisto i suoi compagni di scuola per due settimane, ma era contento lo stesso. Lui aveva un segreto che nessuno sapeva; ogni anno, qualche giorno prima di Natale, un piccolo fantasmino andava a trovarlo e rimaneva con lui a giocare tutti i giorni fino a quando Dylan non si addormentava. Lui era l’unica persona della famiglia che poteva vederlo tanto che la mamma credeva fosse l’amico immaginario che avevano molti bambini. In quei giorni, Dylan aveva scritto la sua letterina a Babbo Natale; quest’anno sotto l’albero avrebbe voluto trovare un gioco che aveva sempre desiderato. Continua a leggere “Il mio amico fantasmino”

I Grinch e i piccoli aiutanti di Babbo Natale

Ormai si sa, il mondo si divide in due persone: i Grinch che solo al sentire la parola Natale si chiudono in casa e si fingono morti pur di non vedere tutte quelle lucine, quella gente per strada che compra regali, alberi di Natale, Presepi e decorazioni di ogni tipo; e i Piccoli aiutanti di Babbo Natale, quelli che l’albero lo fanno il 3 Novembre, dopo i morti, per sentire già da subito l’atmosfera natalizia, quelli che hanno già fatto la lista dei regali a settembre, che decorano casa come fossero a Las Vegas, che sfornano biscotti dalla mattina alla sera, che comprano e impacchettano neanche lavorassero da Amazon.
Tra di loro ci sono io, quella che sta nel mezzo, come sempre. Continua a leggere “I Grinch e i piccoli aiutanti di Babbo Natale”

Un Natale al contrario

Siamo arrivati alla 44esima edizione della nostra amatissima Gazzetta del Sole e, per il numero di dicembre, il nostro inflessibile capo redattore dichiara: “il tema di questo mese sarà dedicato alle tradizioni legate al Natale, alle festività, al periodo dell’anno invernale. Buon lavoro a tutti”. Confesso che non sono proprio una fan dello scrivere a tema, io sono più tipa da ispirazione del momento e, tra l’altro il Natale, le leggende e le tradizioni non sono proprio il mio forte. Però vi posso raccontare quella che in effetti sta diventando una mia piccola tradizione. Continua a leggere “Un Natale al contrario”

Pandoro, panettone o panettoncini?

Fino a qualche anno fa la domanda che mi ponevo era semplice: pandoro o panettone? Eh… per una golosona come me non arrivava mai una risposta certa, dipendeva dal momento in cui mi veniva fatta la domanda. Perché, siamo sinceri: iniziavo a mangiare i dolci natalizi ad inizio dicembre e poi finivo immancabilmente poco prima di Pasqua. Quindi il periodo era talmente ampio che la scelta era influenzata dall’ultimo dolce mangiato. Se il giorno prima era pandoro, allora sarebbe stato il turno del panettone e viceversa. Non ho mai capito come succedesse che comprassi un solo dolce e poi me ne ritrovassi comunque la casa piena. L’importante è che non fossero troppo “strani”, la mia massima variazione sarebbe stata per il cioccolato a cui è difficile dire di no. Ma ultimamente mi ritrovo a vedere un sacco di panettoncini invitanti e la scelta si fa ardua. Perché la parola panettone finisce con one quindi grande, solo che quelli piccoli magari hanno delle piccole varianti. Grazie anche ai contenitori sempre più colorati e variegati, mi verrebbe voglia di assaggiare mille panettoncini. Ho avuto la fortuna di gustare materiale preparato con cura ed amore da un panificio a Scomigo che ormai non c’è più. Perché diciamocelo: l’amore dà sempre quel qualcosa in più ai prodotti ed in quel locale ce n’era tanto. Quest’anno deciderò di volta in volta di che cosa avrò voglia; riuscirò a stupire me stessa cambiando gusti o rimarrò la classicona?

Katiuscia Salmaso

Storia di un albero

L’origine dell’albero di Natale è un argomento piuttosto controverso e incerto. La sua origine più probabile è attribuita all’unione di più tradizioni e usanze pagane che si sono intrecciate tra loro. L’utilizzo di un albero decorato è attribuito sia ai romani che a molte popolazioni celtiche, con un significato simile. Per i romani era consuetudine regalare, alla fine dell’inverno, un ramo decorato di una pianta sempreverde come portafortuna. I celti invece utilizzavano delle piante aromatiche nei loro riti propiziatori, per l’arrivo della primavera, durante i festeggiamenti del solstizio d’inverno. Continua a leggere “Storia di un albero”

Consigli di lettura: Madre d’ossa di Ilaria Tuti

Quando Massimo riceve una chiamata nel cuore della notte e si ritrova in un bosco a cercare Teresa Battaglia, crede davvero che il suo commissario stia perdendo la sua battaglia con la malattia. Soprattutto quando la trova che sta abbracciando il cadavere di un ragazzo. Sa benissimo che quella è una scena del crimine e che Teresa l’ha contaminata. Sa che non dovrebbe trovarsi là. E fa ciò che non dovrebbe fare: decide di seguire l’istinto e tenerla lontana da quel crimine. E per farlo si fa aiutare dalla sua squadra: Parisi, De Carli, Parri, Alice… tutti coloro che Teresa ha conosciuto e che hanno deciso di sostenerla e amarla. Un altro capitolo con protagonista Teresa Battaglia, non più commissario effettivo ma donna che deve adattarsi a una nuova vita e a una malattia che prende sempre più piede.
“Un’indagine su me stessa, rifletté. Si senti fremere e riconobbe l’eccitazione per la caccia. Ma in quella caccia non poteva essere sola.”
Continua a leggere “Consigli di lettura: Madre d’ossa di Ilaria Tuti”

La notte più lunga che ci sia

Che tu sia del team panettone o che tu sia amante dello zucchero a velo sul pandoro, poco importa: è più facile credere a Santa Lucia che mettersi d’accordo sul dolce del Natale. Da Nord a Sud, da Est a Ovest sono tanti i bambini che aspettano la Santa a cavallo dell’asinello nella notte del 12 dicembre. Siracusana di nascita, avrebbe subito un cruento martirio durante le persecuzioni di Diocleziano, profetizzandone però la fine, assieme a quella dell’Impero, e la pace per la Chiesa cattolica. Oggi le sue spoglie si conservano nell’omonimo santuario a Venezia in Campo San Geremia, ma Siracusa ne custodisce alcune reliquie e una statua degna di menzione. Ed è certamente Siracusa il luogo dove la devozione popolare si fa sentire di più: la processione della statua il 13 dicembre di ogni anno porta le reliquie dal Duomo alla Basilica di Santa Lucia al Sepolcro per poi ritornare al luogo di partenza dopo una settimana. Continua a leggere “La notte più lunga che ci sia”

Il pastore transumante tra fiaba e realtà

Nel periodo natalizio vediamo molti pastori animare i presepi; sappiamo che nella vita reale essi sono schivi e di poche parole, tuttavia sarebbe bello conoscerli un po’ di più.
Incontriamo così il giovane pastore transumante Loris Carlet, di San Vendemiano(TV), che orgogliosamente ci rivela: “Tutto cominciò nel 2004, quando un pastore passò davanti casa in via Calpena a San Vendemiano e mi regalò un agnellino. Prendermi cura di lui mi appassionò al punto che l’anno successivo ne acquistai un altro, poi un altro, un altro ancora…
La passione che ho fin da piccolo per gli animali penso che me l’ abbia trasmessa mio nonno paterno Giovanni, classe 1912, che già nel 1938 pascolava le mucche e le pecore nella valle del Posocol di Cordignano.
Continua a leggere “Il pastore transumante tra fiaba e realtà”

Anche così sarà Natale

“Janet, sorella cara, sono le due del mattino e la maggior parte degli uomini dormono nelle loro buche, ma io non posso addormentarmi se prima non ti scrivo dei meravigliosi avvenimenti della Vigilia di Natale. In verità, ciò che è avvenuto è quasi una fiaba, e se non l’avessi visto coi miei occhi non ci crederei. Prova a immaginare: mentre tu e la famiglia cantavate gli inni davanti al focolare a Londra, io ho fatto lo stesso con i soldati nemici qui nei campi di battaglia di Francia… e ora risulta che anche loro hanno i nostri stessi sentimenti”
Tom – soldato inglese Continua a leggere “Anche così sarà Natale”

Se tornassimo bambini?

Mi affascina sempre la discrezione con cui arriva il Natale: le persone, immerse nella corsa sfiancante verso i loro impegni, difficilmente se ne curano. I bambini, al contrario, si accendono ogni giorno un po’ di più: la neve, i regali a cui pensare, l’albero da fare, le tanto attese vacanze… È finalmente quel periodo! In molti li guardano con sguardo nostalgico, “A tornare indietro… com’eravamo spensierati anche noi…”, e frasi dello stesso colore oscillano nelle loro teste, ormai rassegnate al peso del tempo che passa, alla monotonia delle giornate tutte uguali. Continua a leggere “Se tornassimo bambini?”

La leggenda del calicanto, il fiore dell’inverno

“Era una giornata d’inverno. Un pettirosso, provato dal freddo e dalla stanchezza, vagava alla ricerca di un riparo. Ma tutti gli alberi che incontrava durante il volo si rifiutavano di ospitarlo, poiché scarni e privi di foglie. L’uccellino arrivò poi nei pressi di un calicanto che, vedendolo affaticato e sofferente, decise di offrirgli riparo tra le sue foglie gialle, cercando di scaldarlo come meglio poteva. Da lassù il Signore aveva notato il meraviglioso gesto e aveva deciso di ricompensare la pianta di calicanto facendo piovere su di essa un mare di stelle luccicanti e profumate. Continua a leggere “La leggenda del calicanto, il fiore dell’inverno”

Lenta la neve fiocca

Quando arriva l’inverno, la nostra mente corre veloce verso paesaggi da fiaba: il camino acceso, l’odore del marzapane, la neve che fuori cade lenta, imbiancando tetti e giardini. Anche se da parecchio tempo non siamo più abituati ad assistere alle grandi nevicate di una volta e a fare a gara con gli amici per il pupazzo più bello, tutti amiamo associare l’idea dell’inverno ai fiocchi bianchi che cadono. Due sono le ipotesi etimologiche che spiegano il significato della parola “neve”, derivata dal latino: la prima afferma che la radice del termine sia “snig-“, ovvero “essere umido”, la seconda che sia “snu-“, “scorrere”. Continua a leggere “Lenta la neve fiocca”

La Benandante

Mi chiamo Sara, ho sedici anni, e sono una benandante. Come mia nonna prima di me, come suo zio prima di lei, e come tanti altri di cui ai giorni nostri abbiamo perso la memoria. Pochi si ricordano di noi e ancora meno credono nella nostra esistenza. Eppure siamo qui, da secoli, a difendere il nostro fragile mondo da streghe, stregoni e demoni vari. L’eterna lotta fra il bene e il male. Siamo i “nati con la camicia”, coloro che vengono al mondo ancora avvolti dal sacco amniotico, e per questo dotati di poteri speciali. Mia nonna nacque nel primo dopoguerra a Sedrano, un paesino di campagna del Friuli occidentale. Continua a leggere “La Benandante”

Consigli di lettura: The Turnglass di Garreth Rubin

Appena scoperta l’uscita in contemporanea mondiale di questo libro lo ho subito preordinato, seguendone le varie anteprime sui social.  Un libro tête- bêche, tanto caro agli editori del XIX secolo. Un libro che è insieme due libri, due storie che si intrecciano da loro. Leggi il racconto e una volta letto la storia che finisce  a metà libro, capovolgilo e leggi la storia dall’altro lato. Poi all’improvviso una sfida: “ i più impavidi tra i lettori potranno anche provare a leggere i due racconti un capitolo per lato”. E io chi sono per non accettare la sfida?? Una storia che si intreccia con un’altra e che ti tiene incollato alle pagine dall’inizio fino all’ultima riga. Continua a leggere “Consigli di lettura: The Turnglass di Garreth Rubin”

Un italiano a Varsavia

Il centro di Varsavia fu completamente distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Una volta terminata, si pose il problema di come ricostruirlo. I polacchi scelsero, anche in segno di rivincita, di ricreare orgogliosamente la propria storia, quella che la guerra stava per cancellare. Si pose chiaramente il problema di come farlo e qui entra in scena, e utilizzo appositamente il termine “scena”, un signore veneziano deceduto a Varsavia nel 1780.
Bernardo Bellotto, nasce a Venezia nel 1722, in una calle piuttosto povera. Fu uno, se non il massimo, esponente del vedutismo. Tra i primi a utilizzare una rudimentale fotocamera, una scatola con il buco che permetteva di ottenere delle immagini capovolte, con la quale fare degli schizzi molto precisi ricreando delle vedute molto estese. Molte delle sue vedute, infatti, hanno un formato molto simile a quello dei nostri moderni televisori: il 16:9.
Continua a leggere “Un italiano a Varsavia”

La bottiglia del tempo

La bottiglia del tempo è un regalo inaspettato, che non ho ricevuto ma, al contrario, che io ho fatto. Decisamente ambizioso, lo so, e anche pressoché irrealizzabile, eppure era ciò che volevo. D’altronde cosa c’è di più prezioso da regalare ad una persona a cui tieni particolarmente se non il proprio tempo? Quel tempo che ci sfugge sempre dalle dita come sabbia, che proviamo a trattenere e che facciamo sempre più fatica a vivere pienamente, a godercelo, ad assaporarlo come si deve senza essere sempre di fretta? È bastato poco per trasformare un’idea un po’ folle in realtà. Continua a leggere “La bottiglia del tempo”

Ciò che scontato non è

Si parte presto, dal suono della sveglia: driiin… Tutti in piedi! E via con una serie di riti prestabiliti che non hanno bisogno di interpretazioni: non si esce senza un caffè, al bar la brioches è con il cappuccino; le scarpe le lego ad occhi chiusi e il soprabito è l’ultima cosa da mettere; leggere e scrivere, in bici o in macchina l’esatta sequenza dei gesti è un pilota automatico e le azioni per il buon proseguimento della giornata sono già pronte nelle mani che lavorano da sole senza che nessuno comandi loro cosa fare.
Gli stereotipi, i rituali, le sequenze meccaniche sempre identiche a se stesse sono un’ottima trovata del cervello umano che lavora in economia: meno novità, meno rischi di errori, meno dispersione di energie. Anche ciò che riguarda la salute rientra in una serie di routine che vanno dal lavaggio dei denti mattina e sera al calendario di esami di check-up che si infittisce via via che passano le primavere.
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Sposerò Ilaria Tuti

Durante la notte ho terminato di leggere FIGLIA DELLA CENERE e la penna capace di Ilaria Tuti ha nuovamente, e piacevolmente, colpito e lasciato un segno importante. È valsa veramente la pena dimenticarsi dell’ora e del resto la notte, con il suo silenzio, regala forma alle parole e le dipinge rendendole ancora più vere.
Ilaria ha la capacità di prenderti per mano e di portarti nei posti che sapientemente descrive riuscendo a farti sentire suoni e profumi e vedere i colori, i paesaggi e i volti di ogni singolo personaggio dei suoi libri. Una qualità che non hanno in molti.
La sua è una scrittura per immagini, ambientata in un Friuli che Ilaria dipinge con tutti quei colori e con tutte quelle caratteristiche di generosità, forza, tenacia, protezione, riservatezza, che da sempre lo contraddistinguono.
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Un luogo speciale ❤️

Peppino amava il suo orto, il suo albero di madernassa (una tipologia di pere che cresce solo in quella zona) e quella casa che aveva costruito suo nonno.
Oggi lui non c’è più e neanche Ilaria, il suo “raggio di sole” che aveva voluto tinteggiare di un colore vivace fuori e dentro quella casa.
Per la nostra famiglia quello è “il posto del cuore”, un luogo in cui trovarci con gli amici e fare festa… GRATITUDINE è il termine migliore per esprimere i sentimenti che proviamo…lì pare che gli uccellini cinguettino più forte, i fiori siano più colorati, l’erba più verde, e noi quando ci andiamo respiriamo “aria gioiosa”.
Viva la vita!
Silvia – l’inviata da Torino

Euforia

“Euforia” deriva da una parola greca che significa letteralmente “che si porta bene, facilmente” e, nel suo uso comune, è definita come uno stato di benessere, un senso di soddisfazione che si esprime con allegria e vivacità, talvolta con eccitazione. Penso a questa parola quando vedo i ragazzi al primo giorno di scuola o nell’ultimo che precede un periodo di vacanza o di pausa dalle lezioni. Si aggirano in gruppetti tra i corridoi, sono distratti, cercano la complicità dei compagni, hanno voglia di chiacchierare e di raccontarsi. Continua a leggere “Euforia”

L’isola delle Rose: un sogno durato 55 giorni

Rimini, 1 maggio 1968. Giorgio Rosa, ingegnere bolognese, pianta sulla sua isola artificiale una bandiera arancione con 3 rose rosse su sfondo bianco, dichiarando Stato indipendente una piattaforma al largo delle acque territoriali italiane. Un progetto, a più di 11000 m al largo di Rimini, che nasce come idea imprenditoriale. Una struttura di 5 piani da organizzare con bar, negozi, attività commerciali e camere d’hotel che fosse un’attrazione turistica per le migliaia di persone che ogni giorno affollavano le spiagge della Riviera Romagnola. Nasce così il mito dell’Isola delle Rose. Questa idea si scontrò con la burocrazia italiana che mal vedeva la creazione di una zona franca al largo della costa e la decisione dell’ingegnere di costruire l’isola fuori dalle acque territoriali creò un po’ di sconcerto e mistero, soprattutto perché nulla ancora si sapeva di cosa si sarebbe fatto sopra la piattaforma: qualcuno arrivò a ipotizzare che potesse servire ai russi come base missilistica, altri che potesse diventare una sorta di Las Vegas d’Europa e chi un luogo di perdizione, prostituzione. Così, quando la piattaforma cominciò a prendere forma, la Capitaneria di Porto di Rimini provò a bloccare i lavori perché la costruzione non rispettava i progetti forniti in fase di richiesta dei permessi. Continua a leggere “L’isola delle Rose: un sogno durato 55 giorni”

Consigli di lettura: Il monaco che vendette la sua Ferrari

Julian è un affermato avvocato newyorkese. Ha tutto ciò che serve per essere considerato un uomo di successo: carisma, potere, denaro, case lussuose, donne famose e bellissime al suo fianco e in particolar modo la sua amatissima Ferrari.
All’apparenza una vita perfetta fino a quando un giorno, come dice una frase che trovo particolarmente azzeccata, “ ti si rompe un equilibrio e ti si aggiusta la vita”.
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L’essenza della terra

Il ponticello che attraversava il parco cittadino era coperto di un manto colorato che ricordava i tramonti più belli. In quella stagione le foglie degli alberi erano solite danzare nell’aria per alcuni secondi e appoggiarsi dolcemente lungo il percorso che Giulia faceva tutti i giorni in pausa pranzo. Alla mattina si preparava un abbondante panino e una bottiglietta d’acqua e, quando arrivava l’ora della pausa lavorativa, si fermava in quel luogo. A differenza dei suoi colleghi, che andavano in affollati locali rumorosi, a lei piaceva il silenzio. Continua a leggere “L’essenza della terra”

Meravigliosamente Imperfetta

Mi imbatto per caso in un progetto che reputo pazzesco: una voce volta ad esprime un concetto profondo che va oltre la perfezione canonica che da sempre gli stereotipi hanno cercato di imporci. Si tratta delI’MPERFETTA PROJECT ,un mondo che nasce per connettere donne straordinariamente imperfette, per dare vita a una community che elogia la bellezza femminile e la celebra attraverso le sue imperfezioni. Un progetto che possa essere di ispirazione per altre donne che si sentono sbagliate perché diverse, un modo per non farle sentire sole. Continua a leggere “Meravigliosamente Imperfetta”

Il cane guida: una risorsa fondamentale

Una mattina, camminando per le strade di Londra, mi sono imbattuta in un signore ipovedente che veniva accompagnato dal suo cane guida. Questa scena ha attirato la mia attenzione e mi ha portata a ragionare sull’importanza di questa figura. Sappiamo che il cane è il migliore amico dell’uomo, ma non mi ero mai resa conto che per alcune persone questo animale è indispensabile perché permette loro di vivere la vita in modo più indipendente e sicuro.
I cani guida vengono addestrati sin da cuccioli: innanzitutto vengono affidati ad una famiglia selezionata, dove imparano ad interfacciarsi con situazioni differenti; successivamente, un professionista inizia a prendersi cura del cane, insegnandogli come comportarsi con la persona a cui verrà poi assegnato. Continua a leggere “Il cane guida: una risorsa fondamentale”

Silenzio

Quanto è difficile, nella società odierna, trovare un momento di nulla in cui questo possa succedere?
Siamo super connessi con gli altri e con gli avvenimenti che si susseguono con una velocità elevata.
La stimolazione a cui siamo sottoposti è molto alta. Quando qualcuno mi chiede: “Ma come? Non sai che è successo ieri?…” E se oso dire di no mi viene detto “ma tu dove vivi?”.
Vorrei vivere in un mondo in cui ho tempo per conoscere me stessa non uno in cui bisogna sempre correre ed è più importante sapere cosa succede agli altri. Vorrei riuscire ad avere tempo per volermi bene e seguire i miei ritmi. Desidererei tempo per riposare tanto quanto vorrei e ricaricare le pile per affrontare con energia questo magnifico percorso che è la vita. Il tempo del silenzio è inteso proprio come tempo in cui nessuno parla, non c’è alcun rumore, in cui io possa perdermi completamente in me stessa e nei miei ricordi. È proprio nel silenzio che mi vengono le idee migliori.
“Ogni ricordo è più importante condividerlo che viverlo. Vorrei ma non posto” cit. Fedez e J-Ax

Katiuscia Salmaso

Tra il buio e la luce

Ci risiamo, anche oggi negli occhi delle persone non vedo più il colore, sembra assurdo ma è davvero così.
Capita spesso nell’ultimo periodo, e non c’è scampo: ecco che allora anche i fiori iniziano a non profumare più, e i libri si trasformano all’improvviso in ammassi di parole, la musica in una lingua che non riesco più a capire, a parlare.
Cosa si può fare allora? In questi momenti in cui c’è solo buio, ho paura: cerco, cerco, cerco la luce, ma è troppo distante da me, non riesco ad arrivarci. Se la luce oggi è lontana, allora smettiamo di cercarla, rimaniamo al buio e chiudiamo gli occhi.
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L’autunno ha poche pretese

È che l’autunno ha poche pretese. Tutto qui. Chi mi conosce lo sa, io amo l’estate, però a volte sembra starmi con il fiato sul collo pretendendo troppo. È come se stesse lì a fissarmi pregandomi di non buttare via nemmeno un minuto di sé. L’estate… prima si fa attendere, poi arriva tutta pimpante e passa veloce, troppo, mentre tu quasi non te ne accorgi se non da quel profumo di occasioni perse che si lascia indietro. A volte sembra una ladra venuta a rubarti qualcosa che tu rivorresti indietro: il tempo. L’autunno no. Lui mi aspetta paziente e premuroso, lì sul divano con la copertina calda e morbida, pronto a coccolarmi, a rassicurarmi. Continua a leggere “L’autunno ha poche pretese”

La quercia e il tiglio

Chi mi conosce, sa che sono una persona dalla lacrima facile: ogni evento che preveda anche una minima dose di emotività, mi costringe a tirare fuori i fazzoletti (che per questo nella mia borsa non mancano mai). In particolare, i matrimoni sono tra le cerimonie che stimolano di più i miei dotti lacrimali. Non c’è stata volta in cui, anche conoscendo poco gli sposi, io non mi sia messa a piangere. Quest’anno, però, la sposa sono io e, oltre a prevedere già una quantità incontenibile di lacrime, insieme con il mio fidanzato sono alle prese con tutti i preparativi del caso. Per i tavoli del ricevimento abbiamo pensato di unire le nostre due passioni: piante e fiori per lui, libri e letteratura per me. Così ci siamo ritrovati ad associare ciascun tavolo al nome di un albero e ad una citazione letteraria che riguardasse proprio quella pianta. Continua a leggere “La quercia e il tiglio”