Denti di leone

Una leggenda Irlandese racconta che la corolla del soffione è la dimora delle fate che un tempo quando la terra era abitata solo da gnomi, elfi e fate, vivevano liberamente nella natura.
L’arrivo dell’uomo li costrinse a rifugiarsi nei boschi.
Ma le fate avevano dei vestiti troppo sgargianti per riuscire a mimetizzarsi con l’ambiente circostante. Per questo motivo, furono costrette a trasformarsi in denti di leone, mantenendo però la loro fierezza, infatti anche se calpestati i soffioni tornano sempre in posizione eretta
Ai denti di leone da sempre affidiamo i nostri desideri, un soffio per partire oppure per restare, solo un piccolo soffio per riempire il cielo di migliaia di piccolissime schegge impazzite di luce trasportate dal vento e far fiorire il cielo, solo un piccolo soffio per regalare ai nostri sogni la possibilità di provare a realizzarsi.

Andrea Spessotto

Consigli di lettura: Il rosmarino non capisce l’inverno

«A cosa pensa una donna quando, assordata dalle voci di tutti, capisce all’improvviso di aver soffocato la propria?» Storie di donne diverse, speciali, ognuna con la propria unicità, raccontate da un uomo che dice: ”è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già”. Continua a leggere “Consigli di lettura: Il rosmarino non capisce l’inverno”

Parole parole parole…

Il linguaggio e le lingue sono una splendida invenzione degli homines: sistemi di segni organizzati che permettono di tramandare e conservare informazioni. Ingegnosi ma non perfetti: a volte si tratta di sistemi così diversi che il passaggio dall’uno all’altro è impossibile; traduttore traditore, come si suol dire.
Chi non ha mai provato uno struggente desiderio di raggiungere qualcosa di impossibile? In tedesco si dice Sehnsucht. E quella soddisfazione che vi raggiunge alla sera di una giornata lavorativa? Sempre in tedesco si può usare la parola Feierabend. Forse una persona brillante troverebbe la soluzione con una battuta anche in queste situazioni, e in ungherese la chiameremmo Pihentagyú.
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Così è…se lo vogliamo!

Che la si sia studiata a scuola o meno, tutti conoscono la storia di Gertrude, al secolo Marianna de Leyva, la monaca dei Promessi Sposi costretta dal padre alla vita claustrale. La sua vicenda, che nel romanzo occupa ben due capitoli, è un susseguirsi drammatico e inesorabile di eventi in cui lei non riesce a ribellarsi al volere del “padre” e finisce per condannarsi a un’esistenza che non corrisponde minimamente alle sue inclinazioni.
Scrive il Manzoni: “Dopo dodici mesi di noviziato pieni di pentimenti e di ripentimenti, si trovò al momento della professione, al momento cioè in cui conveniva o dire un no più strano, più inaspettato, più scandaloso che mai, o ripetere un sì tante volte detto; lo ripetè e fu monaca per sempre.”
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La felicità di quando esce il sole

L’ho sempre saputo e lo ammetto: sono meteoropatica. Ma diciamolo: quando in pieno inverno ti svegli e ti affacci alla finestra e fuori c’è nebbia, pioggia e tutto grigio non è proprio facile sentirsi di buon umore. Magari poi, se ti trovi in quel periodo della stagione dove non vedi il sole da diversi giorni, il gioco è fatto… ecco una bella ricetta per la depressione! Non so voi ma personalmente l’unica cosa che mi verrebbe da fare è tornare sotto le coperte. Vuoi mettere la felicità di quando esce il sole, che scalda le giornate e ci ricarica, ne vogliamo parlare? Io sono come una lampadina ad energia solare, e senza sole, spesso, mi sento spenta anch’io.
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Il mio supereroe

Questo favola è letta ogni sera da una mamma coraggiosa al suo bambino, che si domanda perché suo papà non sia lì con loro a dargli il bacio della buona notte.

Il mio supereroe

Dylan era un bambino di tre anni molto buono e gentile che passava le sue giornate giocando e divertendosi con la mamma Jennie. C’erano molti bambini dell’età di Dylan in quel quartiere, ma lui aveva un segreto che non poteva dire a nessuno: suo padre, Lugantiel, era un supereroe cacciatore di orchi. Il papà possedeva un fantastico drago buono che era tutto bianco e con gli occhi dello stesso colore di quelli della mamma Jennie, un bellissimo blu. Continua a leggere “Il mio supereroe”

Ma tu sai degli audio?

Quando ognuno di noi volontari prepara il proprio articolo lo pensa a modo suo; non sempre quello che vorremmo trasmettere si riesce a trascrivere e rendere comprensibile agli altri. Le parole hanno un loro significato e spesso le usiamo interpretandole individualmente. Ci sono parole che avrebbero un significato ben preciso, ma nell’uso comune vengono “trasformate”. Ad esempio ci sono i dialetti che non sono comprensibili da tutti ed ogni tanto potrebbe scappare una parolina qui e lì in uno degli scritti. Continua a leggere “Ma tu sai degli audio?”

Il lato positivo della positività

Tampone positivo!

Panico iniziale e tutte le mille paranoie del caso! Eventi, impegni, gestione famigliare. Mentre guido verso casa, si accavallano mille pensieri in quel cervello, già provato, che mi ritrovo. A casa un po’ di pianificazione e poi mi chiudo in camera. Prima però passo per quello scaffale e recupero un bel po’di libri, la mia agenda e il mio PC. Poi sbatto la porta e chiudo letteralmente tutto il mondo fuori.
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Come impariamo a comportarci all’interno della società

Se ci pensate, noi esseri umani, tutti i giorni, seguiamo delle regole non scritte per poterci adattare al contesto sociale in cui viviamo. Alla base di questo principio vi è il concetto di socializzazione, che permette la trasmissione di queste norme sociali fondamentali.
La socializzazione è il processo che ci educa ad assumere un comportamento appropriato in relazione alla società in cui viviamo o a determinati contesti e ambienti sociali. Fondamentalmente, è il modo in cui si impara a comprendere e a rispettare le aspettative e le pratiche dei gruppi sociali con cui ci si interfaccia. Questo processo ha inizio a partire dai genitori, che insegnano ai proprio figli il modo in cui applicare determinate norme e regole: in sostanza, spiegano loro come comportarsi. Continua a leggere “Come impariamo a comportarci all’interno della società”

Consigli di lettura: Quando la luna ero io di Luigi Garlando

Metti una nonna astronoma, una mamma figlia dei fiori, una nipote assai curiosa; metti anche un piccolo paese in Sicilia, una storia di famiglia molto particolare; metti il figlio del sindaco e il suo fedele amico, il figlio del re delle olive.
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La Moyenne

Se aveste comprato un isolotto disabitato per 8.000 sterline e vi offrissero 50 milioni di dollari per venderlo, cosa fareste?
Brandon Grimshaw non ebbe dubbi nel 2010 di fronte all’offerta di un principe Saudita, rifiutò.
Nel 1962 Brandon, un quarantenne, direttore di un giornale inglese, decise di cambiare vita. Acquistò un piccolo e disabitato isolotto alle Sheychelles, Moyenne, e ci andò ad abitare.
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Mettiti nelle mie scarpe

Prima di giudicare la vita di una persona, cammina per tre lune nei suoi mocassini (proverbio indiano)

“Che numero di scarpe porti?” inizia così la visita esperienziale all’Empathy Museum, un paio di scarpe da indossare, del nostro numero o più grandi, da uomo o da donna scelte da noi o lasciate al caso. Scarpe che hanno fatto strada, che hanno vissuto vite, emozioni, momenti. È così che mi ritrovo con ai piedi un paio di scarpe da uomo di pelle marrone: hanno fatto strada quelle scarpe, si vede. Le osservo, le ascolto, ci muovo i piedi dentro. Ci sto comoda con il mio 38 calzato in un 43 forse 44, eppure le sento che sono diverse una dall’altra, una più consumata dell’altra, una leggermente più stretta quasi fastidiosa. Continua a leggere “Mettiti nelle mie scarpe”

Prospettiva

Ieri c’è stato il vento forte, e oggi il cielo di Torino è di un azzurro inusuale: fantastico!
È inverno ma sembra fine primavera.
Sicuramente i pessimisti / realisti diranno ACCIDENTI AL RISCALDAMENTO GLOBALE (vero).
Ma io sono una sognatrice, una persona che fa del proprio meglio per essere il più “ecologica” possibile e poi, come sempre, cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno e quindi mi godo il sole.
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