D’improvviso

E poi ripensi.
Ai pieni. Ai vuoti.
Che continuamente bussano
al nostro spazio e ritornano.
Forme tese a ricordare
ciò che siamo stati fino a ieri,
ciò che potremmo ancora essere. Come luce
che sempre abbisogna del suo buio
per avere ragione
della sua lotta con la morte.
Ma ora non più
perché non c’è confine
tra animo e pensiero,
non c’è lotta
tra verità ed intenti.
Solo sguardi,
l’uno sicuro di tendere
alla profondità dell’altra.
Sí da sfiorarsi,
e capirsi come mai prima.
Come pieno e vuoto
che si fondono e confondono
in quel solo punto
che mi dice che tu,
per me,
sei esistenza.

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Un caso imperfetto

Un caso imperfetto

Lì dove s’appoggiano le foglie.
È lì che il mondo entra col suo mare.
È lì, dove non c’è moto apparente,
che il mio occhio curioso
adesso si vuole fermare.
Perché è come avere una gran paura
di ciò che sotto intatto si cela,
ma pur sempre fragile ed umana
nasce e diventa
la curiosità di un animo gentile,
mai pago del suo sentire.
Allora mi perdo,
tra un colore e l’altro,
tra un silenzio e l’altro,
ancora e ancora una volta.
E non importa se proprio lì,
in questo momento imperfetto,
continuerò a vedere
sempre e solo foglie.
In fondo, li sotto, da sempre,
sto cercando o proverò a cercare
il mio mare da amare.

Alberto Pagotto

CASA

Nel giardino di casa si coltivano i pomodori
ma anche la famiglia.
Nel bagno invece ci si nasconde a versar lacrime
ma anche a far la doccia in due
In cucina si litiga per le solite sciocchezze
altre si sta a sorridersi, tagliando le carote e bevendo vino bianco.
In salotto s’alza il volume della tv perché qualcuno intanto russa
altre ci si coccola e basta, come se quel basta fosse poco.
In mansarda si nascondono i regali dei compleanni,
e si archiviano i ricordi della propria vita.
In camera da letto s’esplorano mondi
e si sognano i desideri.
Spesso guardiamo al mare l’orizzonte,
saliamo in vetta per guardare panorami,
scrutiamo il cielo in cerca di altri cieli
e mai ci accorgiamo del microcosmo nascosto
dentro le mura di una casa.

Ruggero Vitali

Acqua

Acqua

E si sta nuovamente
nella pancia del mondo,
che gira e non molla
la presa sul mio volto.
Ti fisso a fondo
mentre afferri il mio sentire
e lo ribalti con forza
fino alle viscere del tempo.
Dove sono stato
è solo un attimo ai più nascosto,
nessun luogo mormora il mio nome
nessun momento misura il mio passo.
Così io sono.
Infinito mare.

Alberto Pagotto

Mescolanze

Mescolanze

È bastata una settimana di isolamento.

Gli sguardi ipnotizzati dei bimbi chiusi in casa
le luci azzurrine delle tivù sempre accese
le voci ansiose degli amici: “E tu?”
È bastato un sogno, un verso,
un’epigrafe
per ricordarci che siamo fatti di paure.
Siamo strane mescolanze, siamo fremiti e coraggio
siamo mura ed albe rosse, siamo luci nella notte
siamo lupi e marinai.

È bastata una mattina tiepida.

Le bancarelle del mercato e via,
la gente scorre, si urta,
si sfiora, si accalca
in un contagio di vita.
È bastato un raggio di sole
(e le montagne innevate, lassù, tra i palazzi)
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Portami a casa

Portami a casa

Portami a casa notte,
imperturbabile notte.
Tu sola ti ostini
a dare risalto a questo fuoco
che sotto oscure e stordite ceneri,
ancor vivo e tenace,
avidamente si nutre dell’aria
che tutto intorno,
al tuo venerato cospetto,
si nasconde, furba,
ma pur grida e gioca!
E insieme a nuove stelle,
testé comparse al limitare
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Apprendista Alchimista

Apprendista Alchimista

Poi venne quella brezza calda.
Non la stavo punto cercando,
in mezzo al cappotto
di un timido autunno
che lento scivolava
tra i ritagli nascosti
di una estate che,
ancor tenace e fiera,
s’aggrappava ai suoi ultimi
istanti di peritura gloria.
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