Il cartolaio gentile

Se penso al periodo delle scuole superiori, voltandomi ad osservarlo in lontananza, posso dire che forse è stato uno dei più spensierati e leggeri che abbia vissuto, ma la consapevolezza ovviamente arriva con il passare degli anni.
Da adolescente mi sembrava pesantissimo alzarmi presto e in particolare in inverno l’attesa dell’autobus delle 6.40 era infinita. I miei compagni di viaggio erano il buio, il freddo e spesso la nebbia che in quegli anni si poteva “tagliare con il coltello”.
La scuola era in una zona poco raccomandabile della città, ma era l’unica con quelle caratteristiche, ed era quella che io avevo scelto, dunque non osavo certo lamentarmi.
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Amicizia

Ognuno di noi ha la sua idea di questa parola, dipendente sicuramente dall’età e dalle precedenti esperienze. In adolescenza c’era la possibilità di trascorrere ore ed ore a parlare di un singolo argomento, un po’ perché a quell’età può girare tutto intorno ad un unico tema, un po’ perché si stanno provando emozioni nuove che si sente la necessità di condividere.
Man mano che si cresce le priorità della vita cambiano e si iniziano ad avere delle responsabilità come lavoro, compagno/a, figli ed animali, ed ahimè il tempo libero inizia ad assottigliarsi. Anche se si desiderasse fare una bella chiacchierata, non sempre si riuscirebbe ad incastrarla nella giornata.
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Siamo programmati per rialzarci

La panchina del parco quella mattina portava ancora con sé il freddo della notte appena trascorsa, poche le persone in quella grigia giornata di dicembre. In lontananza il vociare di un bambino che correva dietro al suo pallone con i suoi passi incerti. Anche da quella distanza era palpabile il suo contagioso entusiasmo. Le due figure si passavano la palla, in uno dei classici giochi che i padri fanno con i propri figli.
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Consigli di lettura: La via delle sorelle

Un insieme di racconti di amicizia tra donne famose, scrittrici, artiste e donne coraggiose, e storie di amicizie personali dell’autrice. Un saltellare tra un fiore e l’altro di conoscenze femminili, di momenti condivisi, felici, difficili, di crescita e di cambiamento, di emozioni forti che ti porti dentro per la vita.
Un occasione per indagare e riflettere all’interno della complessa sfera femminile, dei rapporti intensi, a volte conflittuali tra donne a volte talmente forti e profondi da salvare la vita. Continua a leggere “Consigli di lettura: La via delle sorelle”

Respirare ad occhi chiusi

Finalmente, la sua stagione preferita. Primavera: per lui è tante cose, libertà, sole, voci di bambini… Per non parlare dei fiori, dei colori, i parchi che finalmente si ripopolano…
Quando ne parla gli si illuminano gli occhi, è come se per mesi non avesse aspettato altro, è come un risveglio da un periodo di attesa triste. Se gli si chiedesse qual è la cosa che più lo affascina della primavera, allora lui senza esitare risponderebbe che è quella sensazione di assoluta pace, di spensieratezza, che così dal nulla appare: si apre uno squarcio nel cielo e il sole, accompagnato da quel dolce vento, un po’ caldo, un po’ freddo, spinge a chiudere gli occhi e respirare: questa, per lui, è primavera. Continua a leggere “Respirare ad occhi chiusi”

Ai nostri più intimi lettori

Nel mio primo contributo in questa rubrica chiudevo l’articolo con l’invito a riflettere su un’altra parola: si trattava di INTIMITÀ. Al lettore accorto non è certamente sfuggito che lo spunto non è stato mai sviluppato: come mai? Intimo è il superlativo assoluto di interno: insomma, più dentro di così non si può proprio! Ed è per questo che contiamo gli intimi amici sulle dita di una mano (e forse è già troppo) ed è per lo stesso motivo che solo nell’intimità della nostra casa e di relazioni particolari mostriamo la biancheria intima (salvo mode passeggere e pubblicità di delicata lingerie, ovviamente!). Ciò che è intimo, è conosciuto e condiviso solo da poche persone che possono entrare in una distanza prossemica molto ridotta. Continua a leggere “Ai nostri più intimi lettori”

Homefulness, tendenza o stile di vita?

Adoro passare il tempo nella mia dimora, mi sento protetta e coccolata, lei mi trasmette calore e io la amo proprio per questo. C’è da dire che tenere sempre in ordine non è facile, soprattutto quando siamo trasportati da mille impegni, così tra i miei buoni propositi del 2023 c’era la ricerca di qualcosa che potesse aiutarmi nell’intento di creare uno spazio più armonioso e che mi facesse sentire bene. Homefulness non è solo un trend che ha preso piede nell’ultimo anno, è molto di più. È un concetto che prende ispirazione dalla mindfulness, ma che viene adattato al mondo della casa e dell’interior design. Definito come “il piacere di arrivare nel luogo che sentiamo nostro”, racconta uno stato d’animo, quel senso di appartenenza e di sollievo che si può provare nel rincasare, soprattutto dopo una lunga giornata di lavoro.
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2024: l’anno del Drago di legno

Il 2024 è iniziato ormai da qualche mese, ma non per tutti. Molti paesi asiatici festeggiano l’arrivo del nuovo anno il 10 febbraio 2024, secondo il cosiddetto “Capodanno Cinese” o “Capodanno di Primavera”. Secondo la tradizione, ad ogni anno è associato un animale sacro: il 2024 è rappresentato dal drago, simbolo di forza, coraggio e maestosità, ma che è anche considerato un porta fortuna. Ogni animale è a sua volta legato ciclicamente ad un elemento tra cui oro, legno, fuoco, acqua e terra. Quindi, essendo l’oroscopo cinese composto da dodici animali in totale ed essendo questi combinati con uno dei cinque elementi, l’ultimo anno del Drago è stato nel 2012, ma quella volta l’elemento protagonista era il fuoco; il 2024 è invece l’anno del legno.
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La mia vita da comò

Sono solo un comò, uno di quelli al lato del letto, sempre all’ombra dell’armadio.
Quello che ha sempre vestiti piegati male sopra, che ospita ogni tipo di scatola o coperte di emergenza, che è l’appoggio di libri già letti e non, di calzini pigri che devono ancora trovare posto dentro di me. Sono quello con cassetti pieni di maglioni, di cui almeno metà passati di moda, tra cui fin da piccola lei nascondeva quelli che erano i suoi “segreti”: diari pieni di confidenze, abbozzi di lettere l’amore mai consegnate, quel completino intimo comprato con le amiche, per gioco, alle superiori e che è ancora lì con ancora l’etichetta perché importabile.
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Il pozzo magico

Nel villaggio in riva al fiume si trovava un vecchio pozzo. Era stato creato in un remoto passato da un mago, riconoscente agli abitanti del villaggio che gli avevano salvato la vita dopo che era stato aggredito da un branco di lupi. Si trattava in realtà di un pozzo speciale, in quanto anziché dispensare fresca acqua di falda, permetteva a tutti i bambini del villaggio di veder avverati i propri desideri. Proprio così, avete capito bene! Di fronte ad esso, i sogni di ogni fanciullo si tramutavano in realtà al semplice pensiero.
Il mago aveva imposto un’unica, semplice regola; che nessun bambino potesse usufruirne per più di una volta all’anno. Tutto era sempre filato liscio, sino a quel tardo pomeriggio di settembre in cui Sofia, in sella alla propria bicicletta, aveva attraversato il villaggio giungendo nei pressi del grande prato erboso dove era situato il pozzo. Era partita da casa convinta che la propria fosse un’idea geniale, ma durante il tragitto era stata assalita da mille dubbi ed ora era estremamente dubbiosa che la cosa potesse funzionare. Giunta a pochi metri dal muretto circolare che separava la magica cavità dal resto del mondo, rimase quindi alcuni istanti in silenzio prima di trovare la forza di esprimere a parole i propri pensieri. Continua a leggere “Il pozzo magico”

Accetta e lascia andare

“Eh sembra facile”… una frase a completare l’altra. Come le tante volte in cui ce lo siamo sentiti dire o ce lo siamo detti da soli per spronarci. Frasi fatte che lasciano il tempo che trovano, belle nella teoria ma nella pratica…
Il lavoro, quello pratico, consiste nell’accettare, nel senso di demolire, tagliare, scardinare. Paure, chiusure, pregiudizi e sensi di colpa, per poi accogliere e lasciar andare, passare oltre. Un gioco di parole ed immagini, un simbolismo tra ascia e accetta, accettare e lasciare andare, demolizione e rinascita che campeggia sulla locandina.
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Di notte

Di notte ogni cosa assume forme più lievi, più sfumate, quasi magiche. Tutto si addolcisce e si attenua, anche le rughe del viso e quelle dell’anima.
Romano Battaglia

Camminando in punta di piedi sul filo sottile che divide l’estasi dall’oblio pronto a liberare i sogni che ho soffiato in quel palloncino perchè provino a volare e a diventare realtà.
Di notte tutto assume sembianze diverse, molte cose si attenuano e si addolciscono altre marcano i loro contorni con tratti decisi a carboncino che le rendono difficili anche solo da sognare.
L’importante è non cadere da quel filo, camminare assieme a qualcuno di importante che provi il vostro stesso piacere e liberare quel palloncino.

Andrea Spessotto

L_EGO

Che non gira tutto attorno a noi ce l’ha insegnato secoli fa Nicolò Copernico quando, grazie alla sua “Teoria eliocentrica”, ha dimostrato che la Terra gira attorno al Sole, e non il contrario. Ecco una prima lezione di umiltà. Molte persone, però, sembrano non essersi evolute a questo modello copernicano e continuano a credere che tutto e tutti girino attorno al proprio mondo.
Questo si chiama Ego centrismo: io – il mio mondo – al centro.
Inizio a riflettere sull’EGO e così penso a una parola molto simile ma che ha un significato profondamente diverso: LEGO. Cavoli se bastasse una sola lettera a trasformare l’individualismo in relazione!
Si perché quei mattoncini colorati di ogni forma e dimensione non sono per nulla egoisti ma si uniscono agli altri formando migliaia di forme, oggetti e modellini.
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