Consigli di lettura: Nonostante tutte di Filippo Maria Battaglia

“Esiste un’archivio diariografico in Italia???” Ebbene si e lo scopro alla presentazione di questo libro in una piccola librerai di cui vi ho già parlato: CHIODO FISSO!
Così, l’autore, dopo aver letto la vita di 119 donne ne crea una immaginaria nata dall’unione della vita di ciascuna, diverse tra loro per età, astrazione sociale, livello di istruzione. Nina reincarna tutte loro e per l’autore, scrivere per loro, di loro, non solo le ha fatte rinascere, ma le ha riscattate, dando ad ognuna un posto in un universo maschile.
“ E’ tardi. Qualcosa però posso ancora fare. Scrivo la mia storia. Scrivo perchè si faccia qualcosa”
Una scrittura autobiografica autentica ed emozionante, assolutamente da leggere

Marta Santin

Si abbracci chi può

Alcuni giorni fa mi è capitato di provare un’esperienza sensoriale veramente molto intensa e del tutto inaspettata, qualcosa che è rimasto impresso dentro di me e che vorrei condividere con voi. Esco dal lavoro e vado piena di entusiasmo ad un appuntamento che aspettavo da tempo. Ero sicura che sarebbe stata una serata speciale perché sapevo che era stata organizzata con amore e con la dedizione che ci si mette nelle cose a cui si tiene particolarmente. Eravamo davvero in tanti, età diverse, interessi diversi, professioni, hobby e percorsi di vita diversi eppure eravamo tutti lì, uniti dal progetto comune che ognuno di noi si impegnava a portare avanti. Continua a leggere “Si abbracci chi può”

Questione di sguardi

Quante vite che si incrociano, ogni giorno! Se ogni tanto ci fermassimo a pensare, nella fretta delle nostre abitudini, a quante storie non facciamo caso, probabilmente vivremmo in maniera diversa…
Sono le 7:43 del mattino e davanti a me, in treno, una signora chiama il figlio: sorride e dice che gli vuole bene.
Il giorno dopo vedo due ragazze; la prima ha la testa appoggiata alle spalle dell’altra e, guardandola, le dice: “Non ce la faccio più, sono stanca”, io la guardo e posso solo pensare al fatto che, forse, non è del treno che si lamenta. Continua a leggere “Questione di sguardi”

Consigli di lettura: Madre d’ossa – Ilaria Tuti

È il sesto episodio della serie che Ilaria Tuti ha dedicato alla commissaria di polizia Teresa Battaglia. Teresa non lavora più, affetta da sintomi sempre più preoccupanti del morbo di Alzheimer, sta perdendo la memoria, la mente a volte non è più lucida come un tempo e non è più autonoma ma non ha mai smesso di indagare rivelandosi ancora utile per la soluzione di casi complessi. All’inizio del libro, viene trovata inspiegabilmente abbracciata ad un ragazzo, morto suicida e lei ha tracce di sangue sui vestiti ma non sa dare spiegazioni all’amico ispettore Massimo Marini. Iniziano così le indagini. Continua a leggere “Consigli di lettura: Madre d’ossa – Ilaria Tuti”

Dove nascono le note?

Adoro la musica (credo che ormai lo avrete capito anche voi) e un bel dì  mi sale dentro una strana curiosità: da dove nascono le  note? Così mi sono messa a studiare. Le prime forme di notazione o semiografia musicale, ovvero il sistema che fissa per iscritto una composizione, una melodia o una qualsiasi idea di tale ordine, possono essere rintracciate in una tavoletta incisa dai Sumeri con la scrittura cuneiforme presso Nippur, oggi in Iraq, attorno al 2000 a.C. La tavoletta rappresenta delle frammentarie istruzioni per l’esecuzione di una musica, e indica che la composizione è costruita sugli intervalli di terza e usando una scala diatonica. Continua a leggere “Dove nascono le note?”

Profumo di colla e lucido da scarpe

Qualche tempo fa casualmente sono entrata nella piccola bottega di un giovane calzolaio, un mestiere ormai praticamente in disuso, e quel profumo di colla e lucido da scarpe mi hanno fatto brillare gli occhi e tornare indietro di molti anni, quando da bambina appena potevo andavo a trovare Amelio e Marisa. Erano due persone molto semplici, cari amici dei miei nonni, ed io adoravo restare ore ad osservarli.
Amelio riparava vecchie scarpe, ma io lo consideravo un mago, anzi un fachiro visto che per comodità teneva fra le labbra i piccoli chiodi per sistemare le suole, che a me facevano sempre un po’ preoccupare, così, dal basso dei miei pochi anni ripetevo spesso “fai attenzione a non ingoiarli!”
Marisa sua moglie, per me era una fata, lucidava le scarpe riparate fino a farle tornare come nuove.
C’è un antico proverbio che dice pressappoco: “non giudicare nessuno se prima non hai camminato nei suoi mocassini per due settimane”.
Ecco, io ricordando le scarpe che loro sistemavano cerco di sempre di non dimenticare questa metafora della vita, ma soprattutto, ripensando con affetto a loro due, cerco di fare anche un po’ mia la loro più grande magia ovvero L’ARTE DELL’AGGIUSTARE.
In una società in cui si tende a “buttare e ricomprare” io credo che un po’ di colla e un po’ di lucido alle volte farebbero bene anche ai cuori.
Buona vita a tutti dalla vostra inviata da Torino!

Silvia Piovan

Indaco

L’indaco è il nome di un colore tra quelli meno utilizzati, malgrado sia tra i più presenti nella vita di tutti noi. Lo potremmo definire un colore tra l’azzurro e il viola. È il primo colore che assume il cielo all’alba e il penultimo al tramonto. E’ il colore della transizione e del cambiamento.
Perlopiù è utilizzato nella suddivisione dei colori dello spettro solare. Il sesto colore dell’arcobaleno. La definizione dei sette colori la fece Isaac Newton nel suo famoso esperimento. È abbinato al sesto punto chakra, individuato sopra il naso, tra gli occhi. È considerato il colore del risveglio spirituale e della meditazione ma non solo; anche delle idee creative. In cromoterapia il colore indaco è utilizzato per calmare gli stati ansiosi e per avere un maggior rilassamento. Nel mondo arabo invece, è legato alle vesti e al tagelmust. il copricapo Tuareg formato da una lunga benda che fascia la testa e il viso. Era utilizzato in polvere come protezione solare in Mauritania. Di qui la definizione degli “uomini blu”. È diffuso in tutto il mondo medio orientale ed è il colore riservato alle persone di un certo rango ed importanza. Il suo nome deriva dalla pianta dalla quale è ricavato il pigmento che è ottenuto dalla fermentazione delle foglie di “Indigofera tinctoria”, originaria dell’India.
Le sue tracce si perdono nella notte dei tempi; era già conosciuto ed utilizzato nel 2000 A. C. È ottenuto dalla fermentazione delle foglie della pianta con un acido; anticamente l’urina dei cavalli. Una volta finita la fermentazione il liquido veniva fatto ossidare virando il suo colore dal giallo verde al blu violetto. Infine ottenuta la giusta intensità veniva fatto bollire per fermare il processo di ossidazione ed essere usato come tintura. Nella cultura occidentale il nome indaco è poco frequente, sostituito dal blu. Probabilmente la sostituzione è impropria perché non lo possiamo considerare lo stesso identico colore.
Amo questo colore perché fa da collegamento tra il mondo della notte e quello del giorno.
Il colore della transizione e del rinnovamento, appunto. Un attimo fuggente tra due mondi contrapposti.

Vida “Baudasch” Michele

Aprile dolce dormire

Con questa frase si pensa che il mese in cui si dorma di più possa essere aprile. Forse sarà l’arrivo della primavera che ci porta nel dolce mondo dei sogni?
Non so voi ma io ho sempre sonno, qualunque sia la stagione.
Nel periodo invernale Morfeo mi coccola dolcemente sotto la trapunta mentre fuori piove e fa freddo. Verso marzo-aprile la stanchezza da cambio stagione si fa sentire e in estate mi piacerebbe molto fare il pisolino post pranzo: insomma, dormirei sempre sempre!
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Non riesci a rilassarti? Guarda un video ASMR

In questi ultimi anni, il fenomeno dell’ASMR è diventato sempre più popolare sui social network, in particolare su YouTube. Infatti, digitando sulla barra di ricerca questo acronimo, compaiono centinaia di video: basti pensare che è uno dei termini più cercati su questa piattaforma. Ma che cos’è questo “asmr”?
L’acronimo sta per Autonomous Sensory Meridian Response, ovvero “risposta sensoriale meridiana autonoma”: corrisponde ad una sensazione piacevole che si manifesta sotto forma di leggero formicolio, il quale si propaga in più parti del corpo. Questi “brividini” hanno un forte potere rilassante e sono stimolati da particolari suoni come i sussurri, ma anche da gesti e immagini. Tra i cinque sensi, quello protagonista dell’ASMR è sicuramente l’udito, che ci permette di cogliere anche i suoni più delicati.
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Consigli di lettura: Nicolas Barreau- Mille luci sulla Senna

Quando ho aperto la bookbox che Nicoletta aveva scelto per me per il mio “xx” compleanno (non si chiede l’età ad una signora) e c’ho visto dentro un classico romanzo d’amore sono rimasta stupita: a me? Un romanzo d’amore?? (non diteglielo pero!) Beh signori, questo romanzo d’amore l’ho divorato in un giorno, e se considerate che in media dormo almeno 10 ore direi che mezza giornata mi è bastata.
Un lunedì qualunque e Joséphine riceve due lettere che le cambiano completamente la vita.  La storia si dipana tra ricordi passati, situazioni attuali un pochino  scomode e colpi di scena travolgenti. Un’ottima scelta amica mia.

Marta Santin

Ho sposato un ottimista

A quanto pare il mondo è diviso in due: intorno ad un bicchiere di vino si riuniscono quelli che lo vedono sempre mezzo pieno e quelli che lo vedono immancabilmente mezzo vuoto.
Ottimisti e pessimisti si fronteggiano su come vada letta la vita con i suoi accidenti. Chi vincerà?
Indubbiamente la routine media fatta di lavoro, faccende domestiche e qualche svago è spesso e volentieri interrotta da imprevisti più o meno invalidanti: dallo starnuto nel fine settimana a malattie più importanti, dalla ruota bucata alle precarietà di impieghi sempre più fluidi. Il pessimista si preoccupa di tutto ciò come se fosse il fulcro dell’esistenza: che cosa accadrà se non risolvo subito e bene il problema? Vision sul futuro e problem solving sono le doti immancabili per un vero mezzovuotista, a cui aggiungeremo volentieri una mezza dose di perfezionismo.
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Un soffio per restare, un soffio per partire

“Pensa a tutta la bellezza ancora rimasta attorno a te e sii felice.”
ANNA FRANK

Un improvviso soffio di vento può cambiare la tua rotta, modificare il tuo viaggio, impedirti di raggiungere una destinazione, portarti troppo vicino al sole o spingerti attraverso l’uragano più nero, farti sorvolare aridi deserti o oceani infiniti oppure portarti a visitare mondi misteriosi volando in cieli stellati e sorvolando prati pieni di fiori colorati.
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Scelte convenzionali

Aprile 2567. No, non è l’inizio di un romanzo fantascientifico o distopico, ambientato in un ipotetico futuro. È l’anno in cui ci troviamo se andiamo in Thailandia, Stato il cui calendario ha inizio con l’estinzione del Buddha storico a Kusinagar, avvenuta nel 543 a.C.
Allo stesso modo, se facessimo un viaggio in Arabia Saudita, dove il calendario parte dal 622, anno dell’egira di Maometto, ci troveremmo nel 1445. Altro che macchina del tempo! Prendere un aereo è sufficiente per viaggiare nel passato o nel futuro.
Scherzi a parte, è interessante notare come la scelta del calendario da seguire, e quindi il sistema che adottiamo per suddividere e calcolare il tempo, sia del tutto convenzionale. Continua a leggere “Scelte convenzionali”

Accolgo e lascio andare

“Quel momento impercettibile
in cui ci incontriamo,
rimango in silenziosa contemplazione.
Tutto sembra fermo.
Sono solo pochissimi minuti prima che tutto inizi…
di nuovo!”

Caro albero, ti ho rivisto dopo tanto tempo, mi sei mancato. Per anni mi hai tenuto compagnia nel mio frastagliato percorso di paziente oncologico. La sala d’attesa del 4° dente del CRO di Aviano mi è sempre stata un po’ stretta e così mi piaceva attendere fuori il mio turno, specialmente nelle stagioni più calde, mi appollaiavo ai tuoi piedi a leggere o scrivere ed è come se tu fossi lì a vegliare su di me. Anche quando l’inverno non mi faceva resistere al freddo, il nostro saluto del mattino era una routine… la nostra! Con la mente ti parlavo e ti affidavo i miei pensieri così che il vento potesse trasportali altrove. Continua a leggere “Accolgo e lascio andare”

Il piave

Se mi chiedi cosa rappresenta per me il fiume Piave, io ti rispondo che per me rappresenta tutto. È sufficiente e necessario chiudere gli occhi e aprire le orecchie per comprendermi a fondo. Quando mi sento irrequieta, quando sento un po’ di solitudine, quando ho bisogno di connettermi con me stessa, io esco di casa e 99 volte su 100 vado a trovare il Piave: il mio spazio sacro. È come se sentissi la sua chiamata. Così, armata di buone gambe, piedi e ali, cammino e volo leggera verso questo spazio sacro poco lontano da casa. Subito il fiume mi calma e mi rasserena, subito mi purifica anima e spirito: per me, è una boccata d’aria fresca, una boccata d’ossigeno puro. Continua a leggere “Il piave”