Università, vent’anni, gli anni più belli, un’altra vita, un’altra libertà.
Ricordo che un giorno durante il periodo del tirocinio in uno dei tanti reparti in cui dovevamo fare esperienza e rimasi colpita da una persona il cui ruolo non mi è mai stato chiaro, neppure ora se ci penso. Aveva capelli lunghi, brizzolati e trascurati, e girava per le stanze del laboratorio con gli auricolari del walkman (pensate quanto sono vecchia!) piantati costantemente nelle orecchie, salutando a malapena e neanche tutti quelli che incontrava. L’ho subito catalogato come maleducato e scostante e alla sua mancanza di saluto, nonostante il mio fosse continuo e costante, ho fatto presto l’abitudine, malgrado il suo comportamento mi rimanesse oscuro. Continua a leggere “Tutta colpa della musica”