La frase, buttata lì quasi per caso nel mezzo di un discorso, mi è rimasta appesa all’orecchio. Ha continuato a svolazzare qua e là nella mia mente in attesa di ottenere la mia attenzione. Una frase semplice, ma di grande effetto. Una frase arrivata mentre riflettevo ad alta voce sulla mia difficile convivenza con la stagione fredda. Un amore impossibile, il nostro. Nei fatti, separati in casa. Anzi io in casa, lui fuori: il freddo.
Io ritirata nella mia tana, in un simbolico letargo, ogni tanto metto il naso fuori annusando l’aria in cerca di un segnale di primavera, mentre, in totale sintonia con la natura, attendo impaziente di rifiorire.
A nulla valgono tutti i suoi tentativi di conquistarmi. Il mio cuore appartiene ad un altro, se ne faccia una ragione. Galeotto fu l’assolato pomeriggio d’estate che mi vide nascere, il mio è stato amore al primo vagito.
Ora, con gli occhi chiusi e nella mente il turbinio di tutte le stagioni, colori, sapori, profumi, suoni e sensazioni, mi colpisce distintamente il rumore dell’inverno: un silenzio assordante! Una mancanza, un vuoto, un’assenza. Ci penso, ci ripenso, ma niente; è come se a questo libro mancassero delle pagine. Di quella frase ne avevo colto subito l’intento, che altro non voleva essere che un invito, una spinta, una sfida. La sua potenza l’ho colta in seguito. Riuscire a colmare quel vuoto significava vivere completamente ogni momento, mente aperta e sensi all’erta, senza reticenze, lasciarsi sorprendere dall’inaspettato, saper cogliere l’inusuale, aprirsi alle esperienze, anche a quelle all’apparenza meno congeniali.
E magari chissà noi due potremmo perfino riuscire a rompere il ghiaccio!

Monia Rossi

“Nel profondo dell’inverno, ho finalmente capito che dentro di me c’era un’estate invincibile.”
(Albert Camus)