Ci sono giornate difficili, ci sono giornate durante le quali ci guardiamo allo specchio e non ci piacciamo e non ci interessa nemmeno, perché siamo talmente stanchi e disillusi che non abbiamo più voglia di prenderci cura di noi.
Ci vediamo imbruttiti, non ci riconosciamo quasi più, ci sentiamo spenti e svogliati e ci trasciniamo dappertutto: a lavoro, a fare la spesa, sul divano, ci trasciniamo ad appuntamenti con persone che in realtà non abbiamo voglia di vedere e che a volte ci fanno anche sentire a disagio, oppure invece di trascinarci in giro compriamo cose, spesso inutili, ma che ci danno l’illusione di avere qualcosa di nuovo per cui essere felici…alla fine della fiera niente di tutto questo serve, non ci piacciamo comunque.
Poi un giorno succede qualcosa, senza che noi lo avessimo programmato o pensato, accade come una scossa dentro, una scintilla che ci riaccende. Spesso succede quando per magia entriamo in contatto con la nostra essenza più profonda, quella che era nascosta da tutte le cose inutili che ci eravamo messi dentro e che non ci appartenevano.
La scossa io la sento quando sto in mezzo alla natura e mi “ri-sento” libera; quando leggo un libro, vado al cinema, viaggio e mi “ri-sento” curiosa; quando sto con le “mie” persone, quelle che mi fanno essere me stessa e con le quali mi piace passare il tempo, perché con loro non devo pensare a cosa fare o a cosa dire e mi “ri-sento” io.
Questa scintilla è un vero “scossone” e ci ricorda che ci stavamo allontanando da noi stessi, per questo non ci piacevamo: non ci riconoscevamo. Preoccupati di dover fare, dover dire, dover avere, dover essere qualcuno, stavamo andando fuori strada. È l’ ES_SENZA quella che dobbiamo cercare: l’essere senza, senza riempirsi di quello che non ci serve e non ci appartiene. Accadrà di nuovo di non piacersi, di non riconoscersi…basterà ricordarci di noi, di ciò che davvero siamo e di ciò che davvero ci fa bene ritornare lì e aspettare la scossa che senz’altro arriverà a ricordarci e ci ricorderà ciò che per noi vale davvero.
Alice Colussi