Impronte ingannatorie

C’era una volta un verbo greco poco conosciuto. Un verbo con una lunga storia che ha lasciato dietro di sé tracce che fanno dubitare. Si tratta di ORMÁZO, letteralmente “seguire” ma anche “tifare, fare il tifo per”; insomma il verbo dei follower, se i social avessero raggiunto il monte Olimpo. Poche, dicevamo, le sue testimonianze, quasi come impronte fossili che incontri nella roccia sedimentaria solo con grandissima fortuna, un po’ di intuito e il resto lo fa la fantasia. ORMA è l’unico superstite ad oggi attestato di questa parola antica dal sapore magico: quasi un incantesimo, perché come le orme appaiono e scompaiono, lasciano tracce più o meno nitide a seconda del terreno su cui si imprimono, così anche questa azione sembra non aver voluto essere inseguita nel tempo. Continua a leggere “Impronte ingannatorie”

Stare

TV e telefoni sono pieni di spot di aziende di telecomunicazioni che ci invitano a stare sempre connessi. Giga illimitati e incredibile velocità di banda larga per poter scrollare tutto il giorno gli schermi dei nostri cellulari o non perdere neanche un minuto di lavoro dai nostri pc. Viviamo davvero in un mondo in corsa, in una società dove il fare conta più dell’essere: se non produci non sei utile, se invece lo fai, e lo fai rapidamente, sei da ammirare. Tutto e subito è sempre meglio di poco e lentamente. Eppure, quanto è fondamentale fermarsi ogni tanto a riprendere fiato? Quale ricchezza ci viene dallo “stare” anziché dal correre senza sosta? La parola “stare” deriva da un verbo latino che condivide la radice sanscrita “stha”, che significa “stare fermo”, “rimanere”, “esistere”, “essere presente”. Continua a leggere “Stare”

Il diario delle vacanze

Se anche a voi, come a me, la maestra o la professoressa ha mai dato come compito estivo una pagina di diario da scrivere ogni giorno… Se anche a voi, come a me, capita di avere un’agenda sempre fitta, in cui gli appuntamenti spesso devono essere ricollocati per non accavallarsi gli uni sugli altri come le onde del mare in burrasca… Se anche a voi, come a me, l’odore della libertà profuma di gelsomino, e la luce dell’estate è quella fresca del mattino di giugno; se anche per voi, come per me, il tempo dei sandali è già una conquista di serenità, allora questa è la puntata della Rubrica delle Parole del Sole giusta. Continua a leggere “Il diario delle vacanze”

Libertà

Per gli appassionati lettori solitamente l’estate si associa all’idea delle piacevoli letture sotto l’ombrellone: libri leggeri, che permettano di svagarsi dalle fatiche quotidiane. Rientrando anch’io nella categoria, ero pronta a perdermi tra le pagine di un romanzo rosa, invece quest’anno, un po’ per caso, un po’ per scelta, mi sono ritrovata tra le mani un libro diverso, una lettura tutt’altro che disimpegnata: “La ferrovia sotterranea” dello statunitense Colson Whitehead. Dello stesso autore avevo già letto “I ragazzi della Nickel”, che racconta la storia di un giovane afroamericano condannato a scontare una pena detentiva in un riformatorio giovanile della Florida degli anni Sessanta. “La ferrovia sotterranea” in realtà precede “I ragazzi della Nickel” e tratta anch’esso della storia del popolo afroamericano; in questo caso, però, siamo nel XIX secolo e protagonisti sono due schiavi che tentano di liberarsi dalle loro piantagioni nel sud-est degli Stati Uniti attraverso una rete di itinerari segreti e luoghi sicuri, la “ferrovia sotterranea”, appunto. Continua a leggere “Libertà”

s’ciao ([ˈst͡ʃao])

La parola ciao è la più comune forma di saluto amichevole e informale della  lingua italiana. Essa è utilizzata sia nell’incontrarsi, sia nell’accomiatarsi, rivolgendosi a una o più persone a cui si dà del tu. Un tempo diffusa soprattutto nell’Italia settentrionale, è divenuta anche di uso internazionale.  In riferimento ai bambini, “fare ciao” indica un gesto di saluto ottenuto aprendo e chiudendo la mano o agitando la mano. “Ciao” è anche un’espressione metaforica e informale per indicare la fine sicura di qualcosa (es. “si è stancato della moglie e ciao”). “Ciao” è entrato nella  lingua italiana solo nel corso del Novecento. Continua a leggere “s’ciao ([ˈst͡ʃao])”

Seconda stella a destra

Salone dell’orientamento. Nuovi orientamenti. Ore di orientamento. Cose da scuola media? Anche da scuola superiore? Sì, ma no. O meglio: non solo. Orientarsi nello spazio è una funzione indispensabile al vivere quotidiano e sentirsi ben orientati rispetto al proprio progetto di vita è una sensazione fondamentale per il benessere personale. Anche una persona anziana, paradossalmente, nel mondo di oggi ha bisogno di essere orientata: rispetto al cambiamento, rispetto alla tecnologia imperante, rispetto al divenire delle relazioni familiari. Cosa significa la parola ORIENTARSI? Continua a leggere “Seconda stella a destra”

Aprile, dolce dormire…ma non troppo!

“Aprile, dolce dormire” è il proverbio che risuona nelle nostre orecchie quando arriva questo mese dell’anno. L’assonanza descrive la sonnolenza tipica dell’inizio della stagione primaverile, dovuta a una serie di fattori reali (il cambiamento ambientale, le allergie, l’introduzione dell’ora legale) che ci fanno effettivamente sentire più stanchi. Di contro, però, aprile è anche il mese in cui la natura si risveglia, preparandosi a sbocciare in tutto il suo splendore. “Aprile”, infatti, deriverebbe dal nome greco della dea Venere (Afrodite, appunto) e sarebbe passato nella lingua latina attraverso un intermediario etrusco. Si tratterebbe quindi di un mese in origine dedicato alla divinità dell’amore, della bellezza e della fecondità, simbolo della natura primaverile. Continua a leggere “Aprile, dolce dormire…ma non troppo!”

Io scrivo positivo

Certe canzoni, si sa, non si scordano facilmente. Sicché nessuno dei nati tra gli anni ’70 e ’80 può evitare di molleggiare rappando “io penso positivo, perché son vivo perché son vivo”. Eppure questo aggettivo è una parola che più statica non si potrebbe: il latino tardo POSITIVUS deriva dal participio POSITUM, di PONERE, cioè “porre, mettere, sistemare”. Ciò che è posto, lì resta. Non si muove. Ecco perché August Comte a inizio Ottocento diede il via alla riflessione sulle scienze positive, cioè quelle che danno dati certi, misurabili, non come la religione o la metafisica: il Positivismo nasce come corrente filosofica per lo studio della realtà delle cose stabili e utili. Continua a leggere “Io scrivo positivo”

Genitori

28 settembre 2024, ore 17:57. Do alla luce mio figlio. Una creatura lunga 50cm e pesante 3.950kg esce dal mio corpo e mi inonda il petto, cercando un contatto che la rassicuri. Io e mio marito abbiamo generato una vita e ora siamo genitori. Lo siamo stati prima nei nostri sogni, poi durante i nove mesi della gravidanza, ma adesso lo sentiamo per davvero, stringendo tra le braccia nostro figlio. Genitore è appunto, letteralmente, colui che genera, ma quando i mesi passano ci si rende conto che essere genitori non è solo questo. Non basta aver generato per sentirsi madre o padre; aver dato la vita non è sufficiente a renderci degni di questo ruolo. Continua a leggere “Genitori”

E come per magia

Una formula magica, un pizzico di polvere luccicante, una bacchetta. A queste immagini associamo la parola MAGIA, ma anche a qualcosa di oscuro, nascosto, al mondo dell’occulto. Si tratta invece del nome proprio della stirpe di sacerdoti Persiani di cui parla Erodoto nelle Storie: depositari di sapere sull’astrologia e interpretazione dei sogni, furono molto importanti per l’impero persiano fino all’avvento degli Arabi islamizzati che li ridussero in secondo piano. Magia dunque da Mago, la casta da cui provenivano i Magi che adorarono Gesù Bambino nella greppia. Continua a leggere “E come per magia”

Preparare, prepararsi

Quando arriva il mese di dicembre, è facile pensare a una parola come “preparazione”. Il calendario liturgico ci prepara al Natale con l’Avvento, l’imminenza delle feste natalizie mette in moto la nostra macchina organizzativa (dove le passeremo, con chi, come) e, non da ultimo, il Capodanno ci interroga sull’anno appena trascorso e ci spinge a chiederci se siamo preparati per quello successivo, pronti per i cambiamenti che tanto desideriamo; generalmente crediamo tutti che quello che ci aspetta sarà migliore di quello che abbiamo lasciato, perché l’esperienza ci avrà fornito gli strumenti necessari per non commettere gli stessi errori e affrontare le situazioni nel modo più giusto. Continua a leggere “Preparare, prepararsi”

Tre parole

E non sono SOLE-CUORE-AMORE. SCUSA, GRAZIE e PER FAVORE sono le tre “parole gentili” che chiedo costantemente ai miei bambini, ma anche ai miei studenti, di utilizzare nelle loro comunicazioni. Io stesso mi impongo di non dimenticarle o di pronunciarle anche quando mi costa fatica. Certamente un sintomo di gentilezza, su cui dovremmo porre più attenzione: esse rivelano la nobile stirpe della persona cortese. Uso questi tre sinonimi non a caso insieme, perché la parola GENTILE ha proprio questa origine, un po’ classista a dire il vero: gentile è chi nasce all’interno di una gens romana, ovvero una delle poche famiglie patrizie a poter vantare avi illustri, semidivini oserei dire. Continua a leggere “Tre parole”

Strapazzami di coccole

Avete avuto una pessima giornata. A colazione avete rovesciato il caffè sul piano induzione, in ufficio vi hanno assegnato un lavoro da svolgere insieme al collega più antipatico, a pranzo avete macchiato la camicetta con il sugo di quei pessimi spaghetti della mensa, al supermercato il cassiere vi ha trattati malissimo e sì, a casa si sono scordati di fare quelle poche cose che avevate chiesto fossero svolte prima del vostro rientro. Avete avuto proprio una pessima giornata. Non ne è andata dritta nemmeno una. Ma eccolo che arriva, quel messaggio che vi salva dallo sprofondare nel baratro della rassegnazione. Continua a leggere “Strapazzami di coccole”

E tu, cosa fai nel tuo tempo libero?

Settembre. Ed è già l’inizio di un nuovo anno. Sono oltre 7 milioni gli studenti in Italia che, accompagnati da un esercito di docenti precari, di ruolo, neo immessi e chi più ne ha più ne metta, si accingono a varcare le soglie degli istituti di ogni ordine e grado delle Penisola. Come i pastori di D’Annunzio, docenti e discenti migrano verso le aule, spesso in formazione di sciame vociante, a volte sommessamente uno alla volta, il capo chino sulle orme di passi che si vorrebbero diretti altrove; poco dopo il suono della famigerata campanella gli schieramenti sono di nuovo ordinati: di qua e di là della cattedra, in ordine silenzioso, l’appello pone inizio alla serie alfabetica dei giorni. A che cosa vanno incontro? Scuola. Continua a leggere “E tu, cosa fai nel tuo tempo libero?”

Estate

21 giugno – 22 settembre: è questo il periodo che nel nostro emisfero boreale chiamiamo “estate”. Ormai siamo nel pieno della stagione e molti di noi stanno organizzando le ferie, le giornate al mare o in piscina, le cene lunghe lunghe, quelle in cui si può restare fuori fino a tardi e godersi un po’ di respiro dopo una giornata sotto il sole che picchia. Anche se non sempre il meteo è esattamente come dovrebbe essere, la parola “estate” ci fa subito pensare al caldo; effettivamente, l’etimologia stessa del termine, che si vada a pescare la radice sanscrita o il più vicino latino, richiama l’idea del calore, di qualcosa che arde o che si infiamma. Le parole, però, possono assumere un significato che va al di là della loro origine e che dipende dalle nostre esperienze, dalle nostre emozioni e dai nostri ricordi. Continua a leggere “Estate”

Raccogliere vita

Ho sempre amato il mese di giugno. Innanzitutto, è il mese in cui si festeggiano il mio compleanno e tante altre ricorrenze in famiglia; in secondo luogo, è il mese che segna il passaggio dalla primavera all’estate, una stagione che sa di divertimento e libertà; infine, al contrario di quello che accade a settembre, quando tutto ricomincia e si riprende il ritmo frenetico delle attività di routine, giugno rappresenta per me il periodo della leggerezza e della quiete che trasmettono le cose quando stanno per concludersi (complice probabilmente il fatto che lavoro a scuola e che le lezioni, per l’appunto, terminano in questo mese). Insomma, amo giugno perché più di gennaio porta con sé la voglia di fare buoni propositi e di ritagliarsi finalmente del tempo per quegli interessi che si tendono a trascurare nel resto dell’anno. Continua a leggere “Raccogliere vita”

Il divino è in te!

“Ehi, Plato… “. “Dimmi, Orlando!” “No, ecco… Ci sarebbe ‘na tipa… Si chiama Angelica… ” “Aspetta… Non dire altro. Acchiappa! Ti intriga, ti attira… N’è vero?!” “Hai capito tutto, bro’… Il fatto è che, beh, non solo con me. Cioè… Tutti i paladini sono come stregati da lei: c’è una forza che li attira quinci e quindi, di qua di là, di su di giù… Resisterle è impossibile!” “Si chiama ENTUSIASMO, Orlando, quello che provi si chiama entusiasmo. Invasamento. Estro. Ispirazione. Che te devi di’? Se penso all’ENTUSIASMO, io lo vedo come un vaso traboccante, un’energia contagiosa che non può che trascinare le persone verso un’attività. Rompi la parola, guardala nelle sue pieghe: en- è la preposizione che significa “dentro”, a cui dobbiamo aggiungere theòs, cioè “dio”. Il furore degli dei è la caratteristica di poeti, indovini, sacerdoti e profeti, però non ogni invasamento produce gli stessi effetti: l’estro poetico che deriva dalle Muse è la forma di ispirazione per eccellenza. Ripieni del divino sono i poeti che provocano ciò che il magnete fa con il ferro: la bella poesia attira gli uditori e congiunge chi la ascolta con l’essenza della poeticità in una catena potenzialmente infinita di passaggi, praticamente indistruttibile. È così che, quando qualche attività incontra il nostro interesse, ci sentiamo abitati da una forza inestinguibile, da una potenza sovrumana: saremmo capaci di scalare montagne insormontabili per raggiungere l’oggetto del nostro desiderio. Ariosto, il tuo poeta, vi ha riempiti di linfa potente, l’entusiasmo, come gemme pronte ad esplodere la gioia traboccante della primavera: la bellezza entusiasma, riempie, abita e non può che propagarsi. La bellezza poetica tanto più. Aprite allora i vasi dei vostri entusiasmi: il magnetismo di cose belle cambierà il mondo!”

Elisa Parise

Scelte convenzionali

Aprile 2567. No, non è l’inizio di un romanzo fantascientifico o distopico, ambientato in un ipotetico futuro. È l’anno in cui ci troviamo se andiamo in Thailandia, Stato il cui calendario ha inizio con l’estinzione del Buddha storico a Kusinagar, avvenuta nel 543 a.C.
Allo stesso modo, se facessimo un viaggio in Arabia Saudita, dove il calendario parte dal 622, anno dell’egira di Maometto, ci troveremmo nel 1445. Altro che macchina del tempo! Prendere un aereo è sufficiente per viaggiare nel passato o nel futuro.
Scherzi a parte, è interessante notare come la scelta del calendario da seguire, e quindi il sistema che adottiamo per suddividere e calcolare il tempo, sia del tutto convenzionale. Continua a leggere “Scelte convenzionali”

Ai nostri più intimi lettori

Nel mio primo contributo in questa rubrica chiudevo l’articolo con l’invito a riflettere su un’altra parola: si trattava di INTIMITÀ. Al lettore accorto non è certamente sfuggito che lo spunto non è stato mai sviluppato: come mai? Intimo è il superlativo assoluto di interno: insomma, più dentro di così non si può proprio! Ed è per questo che contiamo gli intimi amici sulle dita di una mano (e forse è già troppo) ed è per lo stesso motivo che solo nell’intimità della nostra casa e di relazioni particolari mostriamo la biancheria intima (salvo mode passeggere e pubblicità di delicata lingerie, ovviamente!). Ciò che è intimo, è conosciuto e condiviso solo da poche persone che possono entrare in una distanza prossemica molto ridotta. Continua a leggere “Ai nostri più intimi lettori”

Pronti, partenza, via!

Che sia in Italia o all’estero, con il corpo o solo con la mente, a molti di noi piace viaggiare, portarsi in un altrove in cui scoprire il mondo e sé stessi. L’origine della parola “viaggio” è da ricercarsi nella lingua latina, più precisamente nel termine “viaticum”. Prima di assumere il significato stretto di viaggio, inteso come trasferimento da un luogo a un altro, “viaticum” indicava propriamente la provvista, ovvero tutto ciò che il viaggiatore portava con sé durante lo spostamento. Anche noi, infatti, prima di ogni partenza organizziamo il nostro bagaglio, a seconda del luogo di destinazione, della distanza che ci separa da esso, delle condizioni meteorologiche, del tipo di viaggio che affronteremo (a piedi, in bicicletta, in macchina, in treno, in aereo). Continua a leggere “Pronti, partenza, via!”

Befana a chi?

Si sa: l’Epifania tutte le feste porta via. Ma questo detto, all’orecchio di una che è nata il 7 gennaio, oltre a rivelare la sua superficialità, risulta piuttosto irriverente: ho smesso di contare le battute con cui la mia data di nascita è associata all’arrivo, forse in ritardo, della simpatica vecchina sulla scopa volante! Di per sé Befana non è una gran presa in giro: questo nome proprio deriva dalla storpiatura del nome della festa concomitante, Epifania appunto. La parola, di origine greca, indica la manifestazione, il rendersi visibile di una divinità che, per sua natura, non sarebbe visibile, un fantasma quasi. Continua a leggere “Befana a chi?”

Lenta la neve fiocca

Quando arriva l’inverno, la nostra mente corre veloce verso paesaggi da fiaba: il camino acceso, l’odore del marzapane, la neve che fuori cade lenta, imbiancando tetti e giardini. Anche se da parecchio tempo non siamo più abituati ad assistere alle grandi nevicate di una volta e a fare a gara con gli amici per il pupazzo più bello, tutti amiamo associare l’idea dell’inverno ai fiocchi bianchi che cadono. Due sono le ipotesi etimologiche che spiegano il significato della parola “neve”, derivata dal latino: la prima afferma che la radice del termine sia “snig-“, ovvero “essere umido”, la seconda che sia “snu-“, “scorrere”. Continua a leggere “Lenta la neve fiocca”

Euforia

“Euforia” deriva da una parola greca che significa letteralmente “che si porta bene, facilmente” e, nel suo uso comune, è definita come uno stato di benessere, un senso di soddisfazione che si esprime con allegria e vivacità, talvolta con eccitazione. Penso a questa parola quando vedo i ragazzi al primo giorno di scuola o nell’ultimo che precede un periodo di vacanza o di pausa dalle lezioni. Si aggirano in gruppetti tra i corridoi, sono distratti, cercano la complicità dei compagni, hanno voglia di chiacchierare e di raccontarsi. Continua a leggere “Euforia”

Insegnanti

INSEGNANTE: PARTICIPIO E PRESENTE
Ricostruire l’etimo della parola INSEGNARE è un gioco fin troppo facile. La scuola la mal sopportiamo finché siamo studenti però poi diventa uno dei grandi argomenti in cui ognuno tende a dire la propria nelle cene con gli amici: ci vuole una scuola più giusta, più moderna, più meritocratica, come una volta… Di solito si finisce la cena a ricordare quell’insegnante che ci ha dato tanto.
Lasciare il segno nella vita degli altri è forse uno dei più bei meriti della vita propria: a che valgono tante fatiche e tanti sforzi, tanti successi e tante dure conquiste, tante sofferenze e tanti progetti se non perché qualcuno si ricordi di noi? Forse in fondo finiamo per amare o odiare i nostri insegnanti proprio perché rappresentano fin troppo bene ciò che vorremmo (o non vorremmo) essere: qualcuno che lascia tracce, orme da seguire, partecipi e presenti nella vita di chi ci circonda.
Continua a leggere “Insegnanti”

Salutare

TU SALUTA SEMPRE!
Scrive il Sommo poeta nella Vita Nova che, a causa dei pettegolezzi che si erano diffusi circa il rapporto tra Dante e altre donne, Beatrice gli “negò lo suo dolcissimo salutare, ne lo quale stava tutta la <sua> beatitudine”.
In questo episodio sta l’archetipo di tutti i bisticci: togliere il saluto a qualcuno è considerato in maniera unanime una grande offesa, la ripicca delle ripicche. Ma perché? Continua a leggere “Salutare”

Fai un bel respiro

Cosa ci tiene in vita? Le passioni, l’amore, la nostra capacità di essere resilienti.
Sicuramente queste sarebbero alcune delle risposte che ci verrebbero date se ponessimo la domanda a qualcuno dei nostri conoscenti. Tutte cose giustissime e sacrosante, ma all’apparenza non veramente vitali.
Banalmente, il nostro essere vivi dipende da una funzione automatica, ma essenziale che chiamiamo “respirazione”. Inspirazione ed espirazione avvengono con uno sforzo talmente minimo che nemmeno ci rendiamo conto che stiamo respirando. Chi sa quanti respiri facciamo ogni giorno?
Continua a leggere “Fai un bel respiro”

Così è…se lo vogliamo!

Che la si sia studiata a scuola o meno, tutti conoscono la storia di Gertrude, al secolo Marianna de Leyva, la monaca dei Promessi Sposi costretta dal padre alla vita claustrale. La sua vicenda, che nel romanzo occupa ben due capitoli, è un susseguirsi drammatico e inesorabile di eventi in cui lei non riesce a ribellarsi al volere del “padre” e finisce per condannarsi a un’esistenza che non corrisponde minimamente alle sue inclinazioni.
Scrive il Manzoni: “Dopo dodici mesi di noviziato pieni di pentimenti e di ripentimenti, si trovò al momento della professione, al momento cioè in cui conveniva o dire un no più strano, più inaspettato, più scandaloso che mai, o ripetere un sì tante volte detto; lo ripetè e fu monaca per sempre.”
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Sparso e non disperso: diffuso!

Si è diffusa una nuova modalità di fare turismo: l’albergo diffuso.
Se n’è diffusamente parlato sui giornali: anche la scuola moderna richiede nuovi metodi e nuove competenze, tanto che si parla di scuola diffusa.
Che cosa significa DIFFUSO? Participio passato del verbo bla bla bla, deriva dal latino bla bla bla. Sparso tutto intorno, dice il vocabolario. Ma ironia della sorte questa parola ha un campo di applicazione così vasto da potersi definire appunto diffuso.
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Splendido splendente

“Invitante, tagliente / splendido splendente / pa ra pa pa pa ra / pa ra ra pa pa pa ra / pa ra pa pa pa ra”

Da qualche giorno mi risuona in testa questa vecchissima canzone della Rettore, che ho scoperto essere stata scritta per denunciare ironicamente la crescente popolarità, in quegli anni, della chirurgia estetica. “Splendido splendente” è il “bisturi perfetto” che dà un volto nuovo a chi ricorre ai ritocchini, ma la mia ossessione per questo ritornello nasce dall’uso della figura etimologica: l’accostamento di due aggettivi accomunati dalla stessa radice ti entra in testa e non ne esce più. Continua a leggere “Splendido splendente”

Sapienza

Che sapore ha la felicità? Potremmo parafrasare così il titolo della canzone dei Negrita di qualche anno fa.
Osserviamoci. Mentre viviamo, osserviamoci, come se fossimo spettatori delle nostre vite: può capitare di vederci mangiare svogliatamente, di non sapere che cosa fare, di lamentarci in continuazione di questo e di quello. Abbiamo perso il gusto per le cose che facciamo. Niente ha più sapore e noi non siamo mai felici: che gusto c’è in una vita sciapa?
Continua a leggere “Sapienza”

Buon compleanno

Nel mese di settembre dello scorso anno prendeva avvio questa rubrica, nata dall’intuizione di uno dei nostri correttori e sviluppata e sostenuta da redattori amanti delle parole, che ne hanno indagato l’etimologia e il significato più profondo. Quanti termini meravigliosi possediamo per poter parlare di noi!
Continua a leggere “Buon compleanno”

dimmi come leggi… ti dirò come scegli

Su che cosa sia l’intelligenza, abbiamo tutti intuitivamente un’idea.
Qualcuno pensa che intelligente sia il compagno di banco occhialuto che studia anche le note a piè pagina; qualcuno ammira l’intelligenza di chi se la cava in ogni occasione (anche quando non ha studiato manco il prescritto); qualcuno richiede agli intelligenti conoscenze dettagliate su ogni campo dello scibile umano, qualcun altro ritiene che sia importante sapere dove reperire tali informazioni destreggiandosi nella ricerca.
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Prendila con leggerezza!

“Chissà cos’avrà pensato!”. “E se non avesse capito quello che volevo dire?”. “Perché si è rivolto a me con quel tono? Cosa avrà voluto farmi intendere?”.
Alzi la mano chi spesso e volentieri si ritrova a fare questi pensieri durante o in seguito alle situazioni più disparate. Io alzo la mano, sgomito per farmi spazio e mi metto in prima fila fra “quelli che si fanno problemi per tutto”. Un’espressione per indicare coloro che vivono come se ogni cosa dovesse avere un peso definito e riconoscibile, preferibilmente grande.
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Resilienza vs resistenza

CHE FAI: RESISTI O RI-SALI?
Resistere e insistere sulle nostre posizioni, come i partigiani di fronte agli eventi bellici o come un atleta che sostiene grandi fatiche, sembrerebbe una virtù.
Per capirci un po’ meglio, chiamiamo in causa l’etimologia: il verbo deriva dal latino “sisto”, cioè “mi fermo”. Di fronte alle sollecitazioni un materiale resistente non si modifica, resta appunto indeformato.
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Cosa de-sidera?

Ormai si vede la cima, mancano ancora pochi passi in salita. Le gambe tremano, il fiato è corto, il cuore batte ad un ritmo accelerato.
Il panorama visto da lassù è indescrivibile. Stupisce di giorno, quando l’altezza permette di allargare gli orizzonti, valicando i confini geografici, ma stupisce anche di notte, quando il cielo si riempie di stelle, diamanti che lo smog e le luci della città non consentono di distinguere con tanta nitidezza.
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Perseveranza

Inizia il nuovo anno. La lista dei buoni propositi è lunga, ma chissà se riusciremo a metterli in pratica o se ci arrenderemo al primo tentativo fallito, alla prima giornata storta. In genere siamo fatti così: grandi progetti, grandi dichiarazioni, grandi speranze e poi sai, i figli, la casa, il lavoro, il poco tempo, i vizi, le preoccupazioni quotidiane, e tutto scompare in quel cassetto da cui, a dicembre, tireremo di nuovo fuori i post-it per riscrivere la nostra lista, fiduciosi del fatto che il prossimo sarà l’anno giusto.
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Uno sguardo fino all’intimo

«Un lampo di genio». «Mi si è accesa una lampadina». «Nel cassetto della memoria…». «Non so come mi è venuto in mente…». Espressioni con cui comunemente comunichiamo un pensiero improvviso, una rivelazione sorprendente, una scoperta non frutto dei nostri ragionamenti; INTUIZIONE è la parola giusta per definire questo stato delle cose.
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