s’ciao ([ˈst͡ʃao])

La parola ciao è la più comune forma di saluto amichevole e informale della  lingua italiana. Essa è utilizzata sia nell’incontrarsi, sia nell’accomiatarsi, rivolgendosi a una o più persone a cui si dà del tu. Un tempo diffusa soprattutto nell’Italia settentrionale, è divenuta anche di uso internazionale.  In riferimento ai bambini, “fare ciao” indica un gesto di saluto ottenuto aprendo e chiudendo la mano o agitando la mano. “Ciao” è anche un’espressione metaforica e informale per indicare la fine sicura di qualcosa (es. “si è stancato della moglie e ciao”). “Ciao” è entrato nella  lingua italiana solo nel corso del Novecento. Continua a leggere “s’ciao ([ˈst͡ʃao])”

101

Mi piace fantasticare e immagino che chi, in qualche modo, avrà occasione di leggere questo articolo, avrà modo di conoscere la nostra Gazzetta e l’obiettivo con cui viene scritta. Molte volte mi sento un po’ come una “calamita” e mi rendo conto che attorno a me spesso ci sono persone che vivono con entusiasmo. Penso sia una caratteristica in parte innata e in parte coltivata, anche ascoltando le parole di uno dei miei idoli. Per una questione di “energie” probabilmente si finisce per attirare i propri simili. Continua a leggere “101”

Tipi di faro

Ci sono i fari. Costruzioni imponenti che grazie ai loro segnali luminosi aiutano i naviganti a seguire la rotta, segnalano punti pericolosi o fungono da riferimento. E poi ci sono le PERSONE faro. Tutti noi abbiamo una persona faro, quella che ci è accanto nei momenti in cui ne sentiamo più bisogno, quella che ascolta senza parlare, quella che ci sostiene senza chiederlo, quella che vede la parte migliore di noi e ci aiuta a tirarla fuori, quella con cui parliamo senza pensare, quella che ci aiuta a brillare. Qualcuno nasce persona faro, qualcun altro lo diventa durante il proprio percorso di crescita personale, altri lo sono sempre stati anche se non ne sono consapevoli. Continua a leggere “Tipi di faro”

La magia della notte di San Giovanni

La notte di San Giovanni avviene tra il 23 e il 24 giugno e celebra il solstizio d’estate, momento in cui il sole raggiunge il suo punto più alto, portando energie positive e potenti per realizzare desideri e intenzioni. Sono molti i riti e le leggende legati a questa notte, che variano nelle diverse zone d’Italia ed hanno origini antiche che uniscono sacro e profano, magia e spiritualità, suggestione e mistero. Si narra che in questa notte il mondo divino sfiori quello umano e che tutti gli elementi della natura, in particolare fuoco e acqua, vengano investiti da poteri miracolosi ed ogni cosa diventi possibile. Le erbe bagnate dalla rugiada acquisiscono virtù curative e protettive, grazie all’influsso della luna. In diverse aree del Friuli, queste erbe vengono raccolte e utilizzate in modi unici. Eccovi le tradizioni più diffuse: Continua a leggere “La magia della notte di San Giovanni”

Consigli di lettura: Siamo scritti a matita di Fausto Brizzi

Alfredo sembra inventarsi una storia piena di colpi di scena per raccontare alla moglie Betta, malata di Alzheimer, la loro vita passata che lei purtroppo, non ricorda più! Lo scrittore riesce davvero ad attaccare alle pagine il lettore e a condurlo davvero voracemente alla fine. Davvero una buona narrazione che si snoda tra una storia d’amore dolce e sincera e aneddoti da spy story.
Marta Santin

La felicità

La felicità è una cosa semplice, ma come tutte le cose semplici la si complica a tal punto che trovarla sembra sia un’impresa impossibile. È talmente preziosa che non la si può trovare ovunque, e nelle cose troppo semplici. È talmente preziosa che non la si può trovare senza essersela sudata e aver fatto tanta fatica. E pensando così la felicità non la si trova mai. Non c’è nulla di più sbagliato penso io: la felicità è banale, è semplice è gratis. Preparando delle lezioni sull’imperativo mi imbatto in questi 21 consigli per essere felici, e con piacere li condivido con voi: Continua a leggere “La felicità”

Odium parit mortem, vitam progignit amor

L’odio produce morte, l’amore genera vita. Esiste un luogo in Friuli Venezia-Giulia dove questa scritta campeggia su un’urna in legno e bronzo. È un luogo particolare. Ubicato in una terra che ha visto nei corso dei secoli varie dominazione e contese: italiani, austriaci e popolazioni slave, contesero queste terre. Alternandosi nel corso degli anni a cavallo tra ‘800 e il ‘900. Ricordo che l’albergo dei miei nonni, a Gorizia, era edificato su tre piani, uno cosiddetto degli “italiani” uno degli “austriaci” uno degli “sloveni” perché le sopraelevazioni avvennero in periodi differenti, nella quale la città passò tra una dominazione ed un altra.
Il monumento Ara Pacis Mundi, fu eretto nel dopo guerra nel 1951 da l’architetto milanese Mario Baciocchi, sul colle che sovrasta Medea (Go).
Nella sua camera ipogea vi è un’urna che raccoglie le zolle di terra provenienti da vari luoghi: cimiteri di guerra nazionali e stranieri, campi di sterminio, vi sono anche custodite delle ampolle contenenti l’acqua del mare proveniente dai luoghi dove furono affondate alcune navi e più in generale da molti luoghi dove trovarono la morte migliaia di persone. Sono custodite le terre raccolte anche dei conflitti più recenti: Nassirya (Iraq), Libano e Afghanistan. Presto nuova terra verrà aggiunta.
Il monumento sta a simboleggiare il dolore che ogni guerra porta con sé senza distinzione tra vincitori e vinti, perché non c’è vittoria che potrà alleviare il dolore, non c’è vittoria che ridarà la vita a chi l’ha persa.
Non c’è vittoria che giustificherà mai questo dolore.

Vida “Baudasch” Michele

La moto diventa un messaggio di forza e unità

Ho partecipato per la prima volta al Distinguished Gentleman’s Ride a Treviso, e ancora sento il rombo nel cuore. Non solo quello dei motori, ma quello delle emozioni condivise lungo un percorso che è andato ben oltre l’asfalto. Eravamo in tanti: eleganti, fieri, ma soprattutto uniti. Uomini e donne in sella alle proprie moto, spinti da uno desiderio comune: sostenere la salute mentale degli uomini e la ricerca sul cancro alla prostata. Un filo invisibile ci teneva uniti, fatto di sorrisi, pacche sulle spalle, sguardi complici sotto le visiere sollevate. Il tragitto che ho percorso in moto sembrava un viaggio nel tempo, ma anche un modo per liberare la mente dopo ogni curva. Continua a leggere “La moto diventa un messaggio di forza e unità”

Consigli di lettura: La bibliotecaria di New York di Marie Benedict e Victoria Christopher Murray. Letto da Marta e Monia.

Essere una donna afroamericana negli Stati Uniti del primo novecento non è cosa facile. I pochi diritti conquistati con tanta fatica dagli attivisti, e le leggi emanate a tutela della comunità nera dopo l’abolizione della schiavitù, vengono man mano rettificate, ritirate, cancellate. Ma spesso quando si ha un sogno e grande perseveranza nulla ci può fermare. E così che Belle Marion Greener, figlia del primo uomo di colore laureato ad Harvard, impegnato attivamente nella lotta per i diritti civili dei neri, come venivano chiamati all’epoca, diventa Belle da Costa Greene, dalle origini portoghesi inesistenti ma sufficienti a giustificare il colore olivastro della sua carnagione. Questa è la storia di una donna potente, influente e ammirata dall’alta società newyorkese. Curatrice e assistente personale del grande JP Morgan, uno dei più potenti finanzieri dell’epoca e grande collezionista di opere d’arte e rari manoscritti. Con un grande segreto da custodire per poter essere giudicata solo per le proprie capacità e non per le sue origini. La storia di una donna importante rimasta dimenticata che le autrici hanno voluto riportare alla memoria con questo appassionante romanzo storico.

Monia Rossi

A soli vent’anni, Belle da Costa Greene viene assunta da J.P. Morgan, uno dei più ricchi finanzieri al mondo, per curare la collezione di manoscritti, libri rari e opere d’arte di proprietà del magnate. In poco tempo Belle diventa un punto di riferimento dell’alta società newyorkese e una delle figure più influenti nel mondo dell’arte e della cultura. Organizza mostre ed eventi mondani, è in contatto diretto con commercianti, case d’asta e studiosi sia in America che in Europa. Il suo gusto è considerato impeccabile. Ma Belle ha un segreto, che deve proteggere a tutti i costi: non è nata Belle da Costa Greene, ma Belle Marion Greener. È la figlia di Richard Greener, il primo nero laureato a Harvard, distintosi come attivista per la difesa dei diritti civili degli afroamericani. Il colore della pelle di Belle, quindi, non è legato – come tutti credono – alle sue origini portoghesi, ma africane. Negli Stati Uniti del primo Novecento, ancora profondamente razzisti, anche una donna potente e affermata come Belle sarà costretta a custodire il suo segreto, per continuare a fare quello che ama, Un libro che racchiude sogni, voglia di emancipazione, diritti umani e vittorie. Vittorie che però costano sacrifici importanti quali la verità.

Marta Santin

Diamoci un taglio

Sì, lo so: nell’immaginario comune abbandonare un progetto o un’esperienza non è considerato virtuoso; il coraggio di proseguire oltre le difficoltà è segno di tenacia e determinazione, di resistenza e forza morale. Eppure ci sono certe situazioni in cui darci un taglio è la cosa giusta da fare. Come infatti un bel taglio di capelli non solo porta benessere e senso di rinnovamento ma anche fortifica la chioma, anche una decisa potatura nelle relazioni e nelle situazioni può giovare in più direzioni. Quando l’esperienza che stiamo vivendo non ha più le caratteristiche della gioia e dell’entusiasmo, quando si esauriscono o si spengono subito le idee e le risorse che pensiamo di poterci dedicare, quando la salute è minata dalla tossicità di ciò che ci circonda e la dignità è ridotta a dei signorsì, allora è veramente il momento di voltare pagina. Continua a leggere “Diamoci un taglio”

Caro commissario ti scrivo

Caro commissario esterno,
la scuola sta finendo, gli Esami di Stato si avvicinano. I ragazzi di quinta del nostro istituto (di tutti, probabilmente) si aggirano per i corridoi inquieti: c’è fermento per la festa di fine anno, c’è confronto sulle magliette di classe che stanno preparando per sé e per i loro insegnanti, ma c’è anche una preoccupazione latente, quella per una maturità tanto nominata e ormai prossima a compiersi. Tra di loro ci sono anche i miei alunni, che a breve incontrerai anche tu. Non li conosco da molto tempo, ma abbastanza per averne compreso le caratteristiche essenziali. C’è quello ansioso (sono molti così, in realtà) che ha studiato tantissimo durante l’anno e che pensa all’Esame di Stato come ad un mostro pronto a succhiare via le sue ultime energie; c’è quello che è rimasto a galla tra i cinque, i sei, forse qualche sette per rimediare e che ora sente di essere arrivato al banco degli imputati, non troppo pronto per il processo; c’è quello sicuro di sé, quello a cui sembra di avere ancora moltissimo tempo a disposizione, quello che si concentra già sul “poi”, perché a luglio ci sono i TOLC e bisogna prepararsi per accedere all’università. Continua a leggere “Caro commissario ti scrivo”

La casetta

Cos’è per te la casetta? Ti posso raccontare cosa rappresenta per me la mia. È un luogo sicuro dove posso ritornare dopo qualsiasi attività che mi porta lontana da essa, per lavoro, sport o tempo libero.
Quando torno a casa trovo ad aspettarmi le mie due cagnette, Indy e Mila (sono mamma e figlia). Posso anche aver avuto dei momenti poco piacevoli ma, quando entro, loro mi accolgono sempre energiche e con la loro esuberanza mi rendono felice e serena. La casetta è di colore giallo come il sole e durante la primavera e l’estate ha il giardino riempito con piante e fiori. Continua a leggere “La casetta”

Mare

Il corpo è abbandonato,
disteso sulle assi di un pontile
alla ricerca del contatto totale.
Gli occhi scrutano furtivamente
nel cielo notturno
alla ricerca di improvvise scie di fuoco
lasciate da stelle cadenti.
Le luci confuse della costa
illuminano disordinatamente i miei pensieri.
Piccole onde si infrangono a riva
subito avidamente inglobate dal mare.
Nettuno è un padre – padrone.
Mare così apparentemente calmo,
irresistibile richiamo di mitologiche sirene,
pare chiamarmi a sé.
Mare così spaventosamente nero e immenso
capace di inghiottire uomini e cose
per poi ritornare tranquillo e rassicurante,
pare volermi spaventare. Continua a leggere “Mare”