È che l’autunno ha poche pretese. Tutto qui. Chi mi conosce lo sa, io amo l’estate, però a volte sembra starmi con il fiato sul collo pretendendo troppo. È come se stesse lì a fissarmi pregandomi di non buttare via nemmeno un minuto di sé. L’estate… prima si fa attendere, poi arriva tutta pimpante e passa veloce, troppo, mentre tu quasi non te ne accorgi se non da quel profumo di occasioni perse che si lascia indietro. A volte sembra una ladra venuta a rubarti qualcosa che tu rivorresti indietro: il tempo. L’autunno no. Lui mi aspetta paziente e premuroso, lì sul divano con la copertina calda e morbida, pronto a coccolarmi, a rassicurarmi. Continua a leggere “L’autunno ha poche pretese”
Mese: ottobre 2023
La quercia e il tiglio
Chi mi conosce, sa che sono una persona dalla lacrima facile: ogni evento che preveda anche una minima dose di emotività, mi costringe a tirare fuori i fazzoletti (che per questo nella mia borsa non mancano mai). In particolare, i matrimoni sono tra le cerimonie che stimolano di più i miei dotti lacrimali. Non c’è stata volta in cui, anche conoscendo poco gli sposi, io non mi sia messa a piangere. Quest’anno, però, la sposa sono io e, oltre a prevedere già una quantità incontenibile di lacrime, insieme con il mio fidanzato sono alle prese con tutti i preparativi del caso. Per i tavoli del ricevimento abbiamo pensato di unire le nostre due passioni: piante e fiori per lui, libri e letteratura per me. Così ci siamo ritrovati ad associare ciascun tavolo al nome di un albero e ad una citazione letteraria che riguardasse proprio quella pianta. Continua a leggere “La quercia e il tiglio”
L’agenda della felicità
L’ho conosciuta un giorno, inaspettatamente. Me l’ha presentata un’amica, una di quelle che vede lontano. Sfoggiava un irriverente arancione fluo per essere sicura di non passare inosservata. L’ho sfogliata con la punta delle dita, da lontano, con prudente curiosità come farebbe un gatto con qualcosa che non conosce. Poi ho deciso di lasciarla sullo scaffale per un po’, poco convinta sul da farsi. Sono passati mesi senza che ci pensassi, anche se, ogni tanto, la vedevo quando passavo di là.. e la ignoravo. Ma si sa, le cose iniziano quando è il momento giusto e così un giorno, vuoi che era iniziato un nuovo anno ricco di buoni propositi e nuove sfide da affrontare, vuoi che ero in cerca di chiarezza e nuove visioni, ho deciso che era venuto il momento di conoscerci veramente.
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Consigli di lettura: Come d’aria di Ada D’Adamo
Leggere questo libro non è stato semplice! Libro sottile….letto in poche ore…in cui ho rivisto me…mia madre..ma anche molte altre persone che conosco e che lottano ogni giorno per se stessi, ma soprattutto per chi hanno vicino! Persone che delle nostre pacche sulle spalle se ne fanno forse poco, ma che possiamo aiutare stando lì, vicino: a porgere una mano, un pochino di tempo, il nostro silenzioso e le nostre braccia, sia per un caldo abbraccio o per lascare che vi si perdano dentro o vi si aggrappino. Daria è la figlia, il cui destino è segnato sin dalla nascita da una mancata diagnosi. In questo specifico, Ada è la madre, che sulla soglia dei cinquant’anni scopre di essersi ammalata. Questa scoperta diventa occasione per lei di rivolgersi direttamente alla figlia e raccontare la loro storia. Tutto passa attraverso i corpi di Ada e Daria: fatiche quotidiane, rabbia, segreti, ma anche gioie inaspettate e momenti di infinita tenerezza. Le parole attraversano il tempo, in un costante intreccio tra passato e presente. Un racconto di straordinaria forza e verità, in cui ogni istante vissuto è offerto al lettore come un dono.
Marta Santin
La magia dei nasi rossi
Ero cresciuto in un luogo magico, chiamato LA TERRA DEI SORRISI, un posto dove le persone mostravano sempre la parte migliore del loro animo, gioiose e sorridenti. Ricordo quando passeggiavo per i boschi in compagnia della mia migliore amica, una simpatica draghetta dagli occhi dolcissimi, ed è stato durante una di quelle lunghissime camminate, che ci venne voglia di esplorare altri mondi. Il portale per varcare i confini di quella terra magica era lì a due passi, ma nessun abitante di quel mondo si sognava mai di oltrepassarlo. Decidemmo di recarci all’Albero dei Sorrisi, una meravigliosa quercia che donava, a chi andava a trovarla, un meraviglioso naso rosso che, se indossato, infondeva nuova gioia al suo portatore. Continua a leggere “La magia dei nasi rossi”
Come viaggiare stando seduti sul proprio divano
Esiste un sito internet che ti permette di visitare grandi città e capitali del mondo senza prendere un aereo, rimanendo quindi seduto sul tuo divano. Un volta selezionato il luogo in cui vuoi inoltrarti, potrai anche scegliere la musica o la stazione radio da ascoltare mentre ti godi il tuo viaggio in macchina virtuale.
Ho scoperto questo sito durante il periodo del lock down, quando una pandemia ha colpito il nostro pianeta.
Sono sempre stata abituata a viaggiare, a prendere diversi mezzi di trasporto per raggiungere nuove destinazioni. Di conseguenza, soffrivo molto il fatto di dover stare chiusa in casa e di non poter spostarmi altrove. Sentivo la necessità di uscire; volevo potermi sentire libera di muovermi sullo spazio terrestre senza vincoli; avevo bisogno di stimoli.
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Il palloncino di Jenny
Il palloncino di Jenny era rosso, a forma di cuore. I suoi genitori gliel’avevano regalato comprandolo da un ambulante pakistano posizionatosi abusivamente tra una bancarella di profumati dolciumi e una di vestiti vintage. Era piuttosto ambizioso per essere un palloncino da sagra di paese, e quando Jenny l’aveva scelto tra altri mille, alcuni dei quali molto più trendy di lui, un moto d’orgoglio si era impadronito del suo ego già particolarmente spiccato. Ora, legato con un cordino al braccio della sua nuova e piccola padrona, non era più noiosamente ancorato ad uno statico punto della piazza, ma scorrazzava tra una bancarella e l’altra, osservando la merce mischiata in una scacchiera di sfumature vivaci, la gente riversata intorno come un fiume in piena di voci e colori. Nella calma piatta di quel pomeriggio assolato, l’incidente avvenne in un istante: un signore piuttosto corpulento urtò inavvertitamente la piccola Jenny che, sbilanciandosi in maniera scomposta, finì con il braccio contro lo spigolo della bancarella di un venditore ambulante di prodotti per la casa. Continua a leggere “Il palloncino di Jenny”
Prima il dovere poi il piacere. O forse no?
Quando eravamo piccoli i nostri genitori ci insegnavano molte cose, ci passavano le conoscenze e le usanze così come a loro erano state tramandate. Ad esempio: prima si finivano i compiti e poi si poteva giocare.
Da bambini era “relativamente” facile seguire la famosa frase: prima il dovere poi il piacere.
Crescendo diventa sempre più difficile riuscire ad arrivare al godimento, dovendo pensare a tutto quello che, prima, è “dovere” fare.
Alle volte si rischia di essere travolti dai “devo”, senza accorgerci del tempo che passa e lasciando sempre meno tempo ed energie alle cose belle.
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La vita nel “MARRONE”
“Per il progetto colori, resta il marrone” e parte una risata generale! che per un tecnico di laboratorio quale sono è praticamente collegata ad una sola cosa. Per cui: perché non lo scrivi tu?
Allora ok, me lo becco io, ed improvvisamente mi si apre un mondo.
Chiaro che, come bambini, diamo al marrone una sola e palese rappresentazione, universale e sbeffeggiante. Stupidamente ci dimentichiamo che il marrone è il colore di qualcosa di straordinario che ci dona vita e ci sostiene: la terra e la corteccia degli alberi. La terra, che ci regala il cibo, che sorregge i nostri passi, che alimenta le piante. Gli alberi, la corteccia che racchiude la linfa vitale per le foglie che ci donano l’ossigeno che ci riempie i polmoni.
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La schiena
“La schiena è la parte che non puoi vederti, quella che lasci agli altri. Sulla schiena pesano i pensieri, le spalle che hai voltato quando hai deciso di andartene” Margaret Mazzantini
Non amo dare la schiena, amo lo scontro, lo sguardo, l’abbraccio, l’incontro, amo i sorrisi contagiosi e le strette di mano, amo gli occhi che si incontrano e amo guardare in faccia gli avversari e sfidare i codardi, amo cercare i particolari, amo i tatuaggi ma non sulla mia schiena perchè mi piace guardarli e ricordarne il motivo per il quale sono stati fatti perché ogni tatuaggio ha una storia da raccontare, mi piace guardare tutte le cose belle, abbassarmi a fotografare un fiore, amo le schiene preziose ed eleganti di chi cammina e guarda il mondo con occhi curiosi, di chi condivide, anche per poco, il suo tempo e il suo percorso con il mio, accetto che le strade delle persone si possano dividere e con una lacrima e un saluto amo le schiene di chi saluta e va via ma non amo guardare le schiene di chi va via senza neanche voltarsi a salutare.
BVS ❤
Andrea Spessotto
Sull’isola della rivoluzione
La vita di una persona oggi si contiene in meno di 15 centimetri: sveglia, calendario, check-list, registro della scuola dei figli, contapassi, conta calorie, piazze virtuali, orari dei treni, carte fedeltà, operazioni bancarie… Che vita sarebbe senza il nostro smartphone?
L’avvento dei digital device tascabili ha rivoluzionato la nostra vita: come facessimo nell’era analogica forse nemmeno ce lo ricordiamo, e forse non saremmo disposti a tornare indietro. Eppure sono sempre di più le persone che chiedono di essere guidate, quando non costrette, alla disintossicazione: esistono bar senza Wi-Fi che invitano alla cara vecchia conversazione, esistono isole che vogliono continuare ad essere tali, isolate appunto da ogni comunicazione esterna.
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In bocca al lupo
In bocca al lupo: è il posto più sicuro dove potreste stare. Questo è l’augurio. La lupa, come molti altri canidi, felini e altri animali, quando temono per l’incolumità dei propri cuccioli li prendono tra le loro zanne, spostandoli in luoghi più sicuri.
Questo è l’augurio: vai, protetto, nella bocca potente e amorevole di un lupo.
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Consigli di lettura: Oggi faccio azzurro di Daria Bignardi
In questo romanzo, si parla di interiorità, di dolore ma anche di condivisione, quella che ti porta ad avvicinarti verso altre persone che soffrono e proprio per questo non ti fanno sentire sola e Daria Bignardi lo fa in maniera semplice e diretta, mai pesante che ti invoglia a leggere e ti fa affezionare ai personaggi.
La protagonista, Galla, resta in mente fin da subito, e non solo per il suo nome insolito ed esigente, ma anche per l’abbandono di Doug, il marito, dopo vent’anni di amore e fiducia, l’ha lasciata senza tante cerimonie. Sola sul divano a riflettere più e più volte sul suicidio, Galla si sente senza una finalità, un lavoro e anche senza una famiglia. Ecco perché la Voce, che si presenta come Gabriele Münter, moglie e amante di Kandinskij per anni e poi abbandonata, le tiene compagnia: perlopiù, la redarguisce, la invita a non abbandonarsi alla solitudine e la sprona a ripartire da sé.
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Grazie nonni
Ero una bambina timida e inappetente, che non chiedeva mai nulla, ma LEI sapeva leggere (non i libri… quelli sono capaci tutti): leggeva la tristezza nei miei occhi e allora cercava di “compensarla” preparandomi i miei cibi preferiti. LUI l’ho conosciuto per pochissimo, ma ho capito con il tempo che probabilmente alcuni aspetti del mio carattere sono molto simili ai suoi: era un uomo molto semplice, amava scrivere e aveva la determinazione di chi “piegava il ferro” e lo dimostrava ogni giorno, non solo facendo il maniscalco. Continua a leggere “Grazie nonni”













