Tra le pagine di questo libro ho rivisto una piccola parte di me: quella parte che fin da bambina amava sognare di vivere un’altra vita, in un’alta città. Quella che nel panificio del papà sognava di diventare una grande chef, che il forno diventasse famoso, che sognava di saper scrivere, da grande, la più bella storia mail letta, come quelle contenute nei libri che riempivano le sue mensole. La stessa che a volte raccontava bugie per sfuggire ai castighi. Certamente mai impavida come Isabella. Ha dieci anni quando il suo mondo si sgretola: la madre abbandona improvvisamente la famiglia e il padre, del tutto inadeguato ad affrontare la situazione, decide di mandarla in vacanza dai nonni. Continua a leggere “Consigli di lettura: La stanza di Natalia”
Mese: ottobre 2024
Meglio prendersi avanti
Pochi lettori forse sanno che la consegna per gli articoli precede di gran lunga il mese di anticipo. Così ogni redattore de La Gazzetta del Sole sa che ogni occasione è buona per prendersi avanti: hai qualche linea di febbre e del tempo per pensare? Prenditi avanti e scrivi un articolo; sei in ferie? Prenditi avanti e scrivi un articolo! Non parliamo delle previsioni da fare in occasione di maternità, viaggi di nozze, trasferte importanti… Prenditi avanti e scrivi un articolo, che è meglio! Anche mio padre la pensa allo stesso modo: il sabato pomeriggio, prenditi avanti e prepara lo zaino di scuola per il lunedì; il martedì, prenditi avanti e fai i compiti per sabato; partenza per le vacanze? Prenditi avanti e carica la macchina il pomeriggio precedente. Continua a leggere “Meglio prendersi avanti”
L’età degli alberi
Succede spesso di divagare con i pensieri: gli argomenti si intrecciano, fino a quando non ci si rende conto di questi viaggi e ci si ferma a riflettere, per riprendere fiato.
Ecco che, oggi, mi soffermo su un’immagine che mai mi era apparsa: l’età degli alberi.
Secondo la contorta logica della natura, nel tronco dell’albero ci sarebbero tanti anelli concentrici, perfetti, che indicano ciascuno un suo anno di vita, creando un quadro che parla di sé.
Continua a leggere “L’età degli alberi”
Il gioco non vale la candela
Perché si dice “il gioco non vale la candela?”
Nel medioevo era consuetudine che i giocatori professionisti giocassero tutto il giorno e scommettessero ingenti somme di denaro. Ma era alla sera che queste persone si divertivano di più; aspettavano infatti i lavoratori che, stanchi della pesante giornata, arrivavano alla locanda per consumare un pasto caldo e puntare il denaro guadagnato. A quei tempi non esisteva l’elettricità e alla sera con il buio, per poter vedere, gli avventori compravano una candela dall’oste, il quale la vendeva a caro prezzo. Continua a leggere “Il gioco non vale la candela”
Consigli di lettura: La custode dei libri antichi e dimenticati
Un libro che parla di libri, irresistibile!
Una storia davvero sorprendente. Due libri misteriosi, anonimi, rilegati ma mai pubblicati che parlano l’uno all’altro. Narrano la stessa storia ma da due punti di vista opposti, una storia ancora sospesa con il finale tutto da scrivere.
Ashlyn è una donna dal passato difficile e doloroso. La passione per la lettura e i libri antichi le hanno salvato la vita e hanno dato un senso alla sua esistenza. Sarà lei a ritrovare i due volumi anonimi e a dare il via a una serie di eventi che cambieranno la vita di molte persone compresa la sua. Continua a leggere “Consigli di lettura: La custode dei libri antichi e dimenticati”
Punti di vista
Li osservate mai gli occhi dei bambini? Hanno dentro il cielo, il mare, un prato pieno di fiori, hanno la Vita, sono brillanti, incoscienti, giocosi… Sono una sensazione meravigliosa, che crescendo inevitabilmente cambia e si trasforma piano piano in esperienza. Perdonateci bambini perché noi adulti siamo inevitabilmente causa della trasformazione dei vostri sguardi: mettiamo paletti, impartiamo ordini, giudichiamo, diamo i voti… Oggi il mio articolo propone un esercizio proprio a te caro lettore/ lettrice della gazzetta: Continua a leggere “Punti di vista”
Sono un ragazzo D.S.A.
Una volta ci chiamavano pigri, perché eravamo lenti nel fare i compiti. Oppure ci mettevano a fare pagine e pagine di esercizi, per la “bella” grafia che non migliorava mai. Alle volte eravamo gli “stupidi della classe”, perché invertivamo i numeri o le parole. Qualcuno ancor oggi strappa i nostri disegni perché non sono “belli” come quelli dei nostri compagni di scuola, o veniamo derisi, perché coltiviamo il sogno di diventare dei programmatori: una scuola che, secondo loro, non finiremo mai perché “troppo impegnativa”.
Lo ammetto, per me alcune cose sono difficili: quando ero piccolo non ho sperimentato una tappa evolutiva, la scelta della mia mano preferita. Era la destra. Non so perché! Mio padre era destro, mia madre pure, perché io sarei dovuto essere mancino?
Tutto nasce da lì e mi ritrovo ad avere l’occhio dominante sinistro, ma la mano dominante è la destra e tutto si complica. Per questo faccio fatica, tanta fatica. Le studio tutte, ma io non riesco a mirare, la mia mano non va dove c’è quel quadratino da barrare, o quel punto da mettere. Trovo stratagemmi. Continua a leggere “Sono un ragazzo D.S.A.”
Il peso del silenzio
Avete presente quando tutto intorno a voi è un vociare festoso e costante? Quando le voci amiche riempiono le vostre giornate, i vostri vuoti, i vostri momenti?
Certo, non c’è nulla di più bello! Ora immaginate che, per una futile casualità, un litigio, una discrepanza di idee o più semplicemente il desiderio di staccare la spina e stare un attimo in disparte, si spengano queste voci e vi troviate nel più totale silenzio. Avete presente quanto pesa quel silenzio? Riempie ogni attimo, ogni istante, ogni vuoto. Continua a leggere “Il peso del silenzio”
Strapazzami di coccole
Avete avuto una pessima giornata. A colazione avete rovesciato il caffè sul piano induzione, in ufficio vi hanno assegnato un lavoro da svolgere insieme al collega più antipatico, a pranzo avete macchiato la camicetta con il sugo di quei pessimi spaghetti della mensa, al supermercato il cassiere vi ha trattati malissimo e sì, a casa si sono scordati di fare quelle poche cose che avevate chiesto fossero svolte prima del vostro rientro. Avete avuto proprio una pessima giornata. Non ne è andata dritta nemmeno una. Ma eccolo che arriva, quel messaggio che vi salva dallo sprofondare nel baratro della rassegnazione. Continua a leggere “Strapazzami di coccole”
Consigli di lettura: Resto qui di Marco Balzano
Alzi la mano chi non ha ammirato la foto dell’amico motociclista con alle spalle il lago verde e il campanile che svetta imperioso al centro dello specchio d’acqua. Il romanzo di Marco Balzano è l’altra faccia della medaglia: la storia di ciò che sta sotto la superficie di quella foto. Curon e Resia, la vita lenta dei contadini, i masi e i prati sepolti per sempre sotto l’avanzare impetuoso del progresso. La scrittura è rapida ed incalzante, forse meno attenta di altri romanzi dello stesso autore, ma la vicenda appassionante e avvincente. Continua a leggere “Consigli di lettura: Resto qui di Marco Balzano”
La Viola
Se ti chiedessi “cosa ti riporta a quando eri piccolo?”, cosa diresti?
Rispondo io per te: tante cose. Ma se qualcuno ti rimandasse indietro nel tempo? Ti racconto una storiella : C’era una volta un panificio, in cui tutto iniziò. Era abbastanza vicino a casa mia, quindi i miei genitori, anche se non ero proprio grandissima, mi mandavano lì a prendere il pane.
L’ho fatto per diversi anni poi sono diventata una giovane donna, ho cambiato casa e sono andata ad abitare in un’altra zona della città. Ogni tanto mi ricapitava di passare quasi per caso davanti al panificio e mi tornavano in mente alcuni momenti dell’infanzia. Ma si sa, la vita scorre veloce e così non sono più entrata in quel luogo.
Un giorno di non tanto tempo fa mio papà mi telefonò, dicendomi: “Sono andato a prendere la Viola, il tuo pane preferito”.
Rimasi inizialmente stupita ma molto incuriosita, così mangiai il pane tutto d’un fiato in una pausa pranzo. Il ricordo che avevo di quella fragranza, era immutato ; aveva ancora il gusto di buono di una volta, tanto da rimandare i miei pensieri indietro nel tempo, quando passeggiavo da casa mia al panificio per comprarlo.
A proposito, oggi è giovedì!! Scusate vi lascio perché è il giorno in cui fanno la Viola. Vado a comprare il mio pane preferito e pranzerò con quello. Buoni ricordi emozionanti a tutti. Chissà se tra di voi c’è qualcuno a cui piace la Viola e vorrebbe correre a comprarla.
Katiuscia Salmaso
La leggenda del filo rosso
La leggenda del filo rosso è un’antica credenza orientale che racconta come le anime gemelle siano legate da sempre e per sempre da un filo sottilissimo, legato al mignolo della mano sinistra oppure, secondo alcune versioni, alle caviglie. Il filo rosso del destino unisce in maniera indissolubile due persone a dispetto di differenze di età, di ceto sociale, di luogo di nascita o di residenza: è un legame indistruttibile, insomma, più forte di tutti e di tutto. Il rosso è eleganza, passione, ricercatezza, pazienza, forza, tenacia, emozione, fascino, serenità, desiderio, silenzio, gioia, volontà, il rosso è dei papaveri, delle fragole, del cuore, del sangue, il rosso, il filo rosso è il legame indissolubile che lega per sempre l’amore con la VITA perché senza amore la vita è veramente poca cosa.
BVS!❤️
Andrea Spessotto
Questione di fortuna
Stella gestiva la tipografia di famiglia assieme al marito, una delle aziende storiche del paese tramandata, assieme alla passione, di generazione in generazione.
Lei di talenti ne aveva molti, uno dei quali era diffondere la buona sorte. Quasi ogni giorno si recava, infatti, con la sua amata cagnolina a passeggiare nel parco vicino a casa e, puntuale come l’alba e il tramonto, appena puntava gli occhi a terra esclamava “guarda: un quadrifoglio!”
Una bella fortuna, direte voi, di quelle che capitano raramente. Per lei invece sembrava che fosse una sorta di benvenuto. Appena spostava gli occhi un po’ più in là, infatti, ne trovava subito un altro, e poi un altro e un altro ancora. Quasi che fossero loro a farsi vedere da lei. Continua a leggere “Questione di fortuna”
Ballo coi lupi
Lo sguardo profondo di due occhi di ghiaccio che sanno entrarti dentro e leggerti l’anima. Un amore puro quello con Diana, la mia lupacchiotta: un amore che non credevo mai di poter provare. Lei mi ha insegnato cosa sia la fiducia, la cura ed il rispetto. Un rapporto in costante evoluzione che si alimenta giorno dopo giorno e si traduce in un lento divenire di un qualcosa di unico e raro. Un rapporto di profonda reciprocità dove nessuna è mai superiore all’altra. Sto leggendo un libro, dal titolo “Donne che corrono coi lupi”, che parla delle caratteristiche che le donne hanno in comune appunto con i lupi, curiosi di sapere e profondamente intuitivi, possiedono forza e resistenza, spirito di adattamento, coraggio, sanno essere giocosi, dimostrano devozione; interessante poi notare come entrambe le due specie siano da sempre state perseguitate.
Continua a leggere “Ballo coi lupi”
Lezione di storia
Nella scuola di Barbiano, un giorno maestra Caterina portò in classe un aggeggio assai strano. Una specie di cubo color grigio topo, con al centro una ruota bucherellata e dei numeri che andavano dall’uno al nove, più lo zero. La maestra lo posò sulla cattedra indicandolo agli alunni. “Buongiorno bambini, oggi vi ho portato un oggetto particolare. Sapete dirmi di cosa si tratta?”. Per alcuni era un orologio, per altri una calcolatrice. Entrambe le opzioni fecero sorridere Caterina, che spiegò: “Questo è un vecchio telefono”. “Un telefono!? – ripeté incredulo Nicola – e come si fa a portarselo in giro?” Stavolta la maestra scoppiò in una fragorosa risata. “Nicola caro, non si tratta di uno smart phone, ma di telefono fisso, una sorta di nonno tecnologico degli attuali cellulari. Si teneva in casa, in soggiorno oppure in camera, e ruotando la ghiera si componeva il numero di una persona cara e ci si parlava insieme, sempre che il destinatario fosse a sua volta in casa. Questo in particolare, però, non è un telefono normale, bensì un apparecchio magico! Grazie ad esso, infatti, ciascuno di voi oggi potrà chiamare e parlare con un personaggio storico famoso a propria scelta. Che ne dite? Non è forse fantastico?” Gli alunni fissarono la maestra stupefatti e increduli. “Forza – li incitò – chi vuole iniziare per primo?”.
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