Consigli di lettura: Gli S.T.R.A.M.B.I. (società segreta)

Potrebbe capitare a chiunque, anche solo per poco tempo, di non essere più una persona come tutte le altre, avere una particolarità che lo rende, in qualche modo, diverso…o strambo se preferite! Un libro fantastico che insegna, non solo ai bambini, a fare della diversità un punto di unione, di difesa e perché no? Di amicizia . Perché lo si sa, a volte, essere diversi da tutti gli altri può essere una potenzialità e soprattutto: c’è una parte non perfetta in ognuno di noi!
Marta Santin

Con un libro non si è mai soli

Non esco mai senza un libro in borsa; magari non lo leggerò subito, ma non si sa mai. Averlo lì con me, mi infonde una certa sicurezza. In passato mi ha salvato dalla noia delle lunghe ore passate nelle sale d’attesa. Ho sempre odiato aspettare, ma da quanto so di poter contare sui miei libri, arrivare prima è diventata quasi un’abitudine, una pausa per prendermi un po’ di tempo per me e per la lettura.
Spesso un libro viene associato ad un genere letterario, un luogo, oppure una stagione dell’anno, come a voler fare una netta distinzione tra le letture, in base ai nostri hobby o al tipo di vacanza che facciamo o ancora in base al mese in cui ci troviamo. Quindi vuol dire che se decido di fare una capatina all’interno della locanda Almayer di “Oceano Mare” non lo posso fare in inverno? Ma dove sta scritto? Questa specie di stereotipo non mi trova d’accordo; sarebbe come dire che posso leggere “’900” solo a bordo di una nave da crociera. E se non ci andassi mai su una nave da crociera rimarrei senza leggere questo capolavoro?
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Cosa mi dice il mare

L’inverno chiama la montagna e la neve, l’estate chiama la spiaggia e il mare.
È estate e vorrei scrivere qualcosa sul mare, un elemento con cui ho sempre avuto una certa affinità. Quando ero bambina e andavo in vacanza con i miei, mi buttavo in acqua e me ne stavo là delle ore. Nemmeno il richiamo della merenda pomeridiana poteva placare il mio desiderio di abbracciare le onde.
È estate ma la mia ispirazione è in ritardo come i treni quando hai cinque minuti per prendere la coincidenza. Me ne vado in libreria… chissà che l’odore buono della carta stampata da poco non faccia miracoli. Giro tra gli scaffali e, mentre cerco un romanzo storico di cui ho sentito parlare di recente, l’occhio mi cade su una copertina verde acqua che porta il titolo “Cosa mi dice il mare”. Ok. È evidente che non si tratti di un caso: quel libro aspettava solo di essere visto, da me.
Cosa mi dice il mare?
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Mare nostrum, vita nostra

I Greci avevano paura del mare, o meglio della navigazione in alto mare. Andar per mare è pericoloso: ci si muove traballanti, o meglio ancora ondeggianti, e i punti di riferimento cambiano rispetto all’andar saldi e sicuri su strade segnate per terra.
Ma il mare allo stesso tempo affascina: ha il potere di portare via le nubi come i detriti, e allo stesso tempo di restituire i ricordi nella bottiglia. Il mare agita bambini e vecchi, ispira gli innamorati e rasserena i cuori tempestosi.
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“…e il naufragar m’è dolce in questo mare”

“Quante storie che ci sputa fuori il mare” (Nomadi)

Il mare ha sempre ispirato poesie, canzoni, romanzi. Il mare ispira anche chiunque si fermi al suo cospetto, chi ne solchi le onde, chi lo contempli da una finestra aperta.
Di fronte al mare spesso siamo travolti da mille emozioni, da pensieri, da ricordi. Capita a volte di rimanere in soggezione, rispetto a quell’immensità, provando la sensazione di essere semplicemente un puntino misero nell’universo. A volte invece rimaniamo spaesati, quasi a sentirci improvvisamente tristi e soli. Credo di pensare spesso, d’innanzi al mare, di avere una fortuna immensa nel poter guardare un simile spettacolo: camminando d’inverno lungo la spiaggia dove il grigio del mare piatto si sposa perfettamente con il grigio del cielo, osservandolo mentre il sole cala “dentro” di lui dall’alto di una rupe, o dalla terrazza di un locale. Ammirarlo con le gambe ammollo e lui lì, nella sua sfumatura perfetta di celeste; o osservare quel blu profondo screziato di schiuma bianca solcandolo in barca. O semplicemente ascoltarlo sciabordare calmo la notte, illuminato solo dalla luna nel cielo, in pace e silenzio, sola coi miei pensieri. Spesso quella meraviglia della natura mi lascia decisamente senza fiato, al punto che l’unica immagine che mi riempie gli occhi ed il cuori è quello spettacolo che mi sta di fronte.

Marta Santin

La trilogia del lago

Bellano per gli affezionati lettori di Andrea Vitali ha un po’ il sapore di casa.
Un tranquillo paese di provincia situato sulla costa orientale del lago di Como, lo specchio d’acqua a cui tanti scrittori continuano ad ispirarsi, dove prendono vita le storie dei suoi abitanti.
Intrighi, scaramucce, segreti custoditi negli anni, colpi di scena nascosti appena sotto il pelo dell’acqua, all’apparenza calmo e privo di increspature come ci si immagina la vita di una comunità dove tutti si conoscono.
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Intelligenza artificiale vs Baudasch

Di che cos’è capace l’intelligenza artificiale? Beh… L’ho voluta mettere alla prova. Il tema è: il mare con i suoi colori e i sentimenti umani. Ecco i due articoli messi al confronto. Dieci minuti il primo, quindici secondi il secondo. Lascio ai lettori la loro valutazione.

“Baudasch”:
Nei suoi colori, il mare, trova il suo fascino. Il mare è quella parte di mondo che tutti, per qualche motivo, portiamo nel cuore. Lo abbiamo ammirato, ammaliati dai suoi colori. Il mare è empatico per natura. Mutevole come il suo grande fratello: il cielo. Come esso si fa turbolento e rabbioso quando mostra la sua forza ma anche placido e calmo nelle giornate serene. Forse è per questo che ci affascina così tanto, alla fine assomiglia molto a noi umani e, come noi, esprime le sue emozioni. Continua a leggere “Intelligenza artificiale vs Baudasch”

Mare

En tí estás todo, mar, y sin embargo,
¡qué sinti estás, qué solo,
qué lejos, siempre, de ti mismo!
Abierto en mil heridas, cada instante,
cual mi frente,
tus olas van, como mis pensamientos,
y vienen, van y vienen,
besándose, apartándose,
con un eterno conocerse,
mar, y desconocerse.
Eres tú, y no lo sabes,
tu corazón te late y no lo sientes…
¡Qué plenitud de soledad, mar solo!.

Mare, in te c’è tutto…lo diceva il mio amato Juan Ramón Jiménez nella sua poesia Soledad: solitudine.
Una solitudine piena di tutto, di calma, d’impetuosità di mistero di orizzonte di luce, di ombra.
L’anno scorso avevo programmato di andare a trovare una mia cara amica a casa sua, in Sicilia, nella bellissima provincia di Trapani.
Avevamo programmato di passare insieme una settimana a casa sua e di girare tra le tante spiagge, calette, di assaggiare tutte le prelibatezze che la Sicilia offre e di approfittare soprattutto della cucina della signora Caterina: una mamma dalle mani d’oro.
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Il luccichio delle onde

Matteo era appena arrivato nella sua località di villeggiatura preferita. Aveva terminato la scuola da alcune settimane ed ora i genitori lo avevano portato in vacanza al mare. Andavano in quel posto tutti gli anni in estate ed il momento preferito per lui era alla sera. La mamma gli ogni giorno gli dava alcuni Euro per andare in sala giochi e farlo svagare un po’, ma Matteo non era come gli altri ragazzi; passava davanti ai videogiochi guardandoli con disinteresse, poi correva verso la scogliera e si sedeva ad osservare la quiete del mare. Continua a leggere “Il luccichio delle onde”