Consigli di lettura: Notti in bianco, baci a colazione di Matteo Bussola

Ho divorato questo libro in 5 ore, un po’ perchè costretta a letto dall’influenza e annoiata, un po’ perchè catturata dalla sua disarmante scrittura. Con una straordinaria semplicità, con un linguaggio semplice deciso, Bussola racconta la quotidianità con una leggerezza disarmante che ti fa innamorare delle piccole cose, delle parole, dei dialoghi che ogni giorno succedono ma che spesso ci lasciano disarmati se ascoltati davvero. Me ne sono innamorata fin dalla prima pagina, Straordinario!

Marta Santin

Tempo che scorre, ricordi che restano

“And when I’m back in Chicago, I feel it, another version of me, I was in it”.
Il tempo passa, ma i ricordi restano. Ci sono luoghi che non dimenticheremo mai, che ci hanno reso ciò che siamo oggi. È così che Djo (pseudonimo di Joseph David Keery, cantante) parla di Chicago: una città che lo ha segnato e che porterà sempre con sè. Ogni volta che vi ritorna, è come se rivivesse ogni attimo. Il capitolo Chicago, per lui, si è chiuso tempo fa, ma continuerà ad avere un posto speciale nel suo cuore. Lì si sente diverso, come se vivesse una doppia vita: una vita fatta di cambiamenti e di spostamenti da un luogo all’altro; l’altra che si “scongela” ogni volta che torna nella sua città. Momenti, paesaggi, strade, persone: quell’atmosfera magica riporta il passato alla mente. Continua a leggere “Tempo che scorre, ricordi che restano”

L’attimo che non finisce mai

Quella di Amore e Psiche è una favola senza tempo, una storia sospesa tra razionalità e istinto, tra cuore e mente. Una delle leggende d’amore più affascinanti di sempre. L’opera di Antonio Canova si può ammirare al Musée du Louvre di Parigi, nella suggestiva Salle des Caryatides, dove il marmo bianco risplende di una luce che sembra eterna. In quel silenzio ovattato Amore e Psiche sembrano ancora respirare. Canova la scolpì nel 1793, nel pieno del Neoclassicismo. In un’epoca scossa da rivoluzioni e nuovi pensieri, la sua arte rispose con armonia, misura e bellezza. Ma non una bellezza fredda o distante: la sua materia vibra ma soprattutto vive. L’attimo è colto nel momento esatto in cui Cupido risveglia Psiche con un bacio, dopo averla salvata dal sonno mortale. Continua a leggere “L’attimo che non finisce mai”

Un mare di cellule sotto un cielo di musica

Tasti neri, tasti bianchi. Dita. Spartiti. Uno, due, tre! Gira pagina. Musica… Si aprono le danze! Milioni di cellule iniziano a vibrare, insieme, come in una coreografia non concordata. Un’unica frequenza: 432 Hz. Direttore d’orchestra è la Terra. Qualcosa di atavico risveglia un’antica Coscienza. È scritto nelle cellule, ed esse rispondono, dialogano, danzano. La musica prosegue e si eleva alta, oltre le orecchie e l’udibile, più in là del porticato, e ancora più su, più su! Oltre le nuvole. Una pioggerellina inizia a cadere, trasformandosi presto in scroscio rigenerante. Scendono dolci anche le lacrime. Seduta a terra, in contatto con la Madre, appoggio le mani sul pianoforte, accanto ad altre mani. Continua a leggere “Un mare di cellule sotto un cielo di musica”

Consigli di lettura: L’isola dell’aria di Patrizia Rigoni

Patrizia è un grande amica di questa redazione e di chi l’ha fortemente voluta; Patrizia è forse il motore immobile di questo progetto che ormai ha superato il primo lustro. Perché chissà cosa ne sarebbe della nostra cara Gazza, se non ci fosse stato quel primo laboratorio di scrittura al CRO, e poi il secondo e poi… Perciò scrivere una recensione del suo romanzo epistolare pare un’impresa veramente ardita. Come ardito è il suo tentativo di recuperare una relazione padre-figlia attraverso una serie di lettere postume. Botta e risposta, il lettore attraversa la vita familiare di Giò, la sua relazione conflittuale con il padre di cui peró, come spesso accade, da bambina era grande ammiratrice, le relazioni borghesi di una famiglia perbene in cui però ognuno ha i suoi segreti. Continua a leggere “Consigli di lettura: L’isola dell’aria di Patrizia Rigoni”

Quel che pensi tu diventi

Ho letto una ricerca secondo la quale ci vogliono ben 7 pensieri positivi per bilanciare l’effetto di un solo pensiero negativo. Certo non mi aspettavo una tale disparità, ero convinta che quanto meno se la giocassero alla pari. Riflettendoci appena un attimo però, devo ammettere che spesso mi è capitato di notare come l’effetto di un pensiero negativo durasse più a lungo di quello positivo, quasi che quest’ultimo fosse più volatile. La motivazione? Il caro, vecchio istinto di sopravvivenza. Fin dalla notte dei tempi l’essere umano reagisce istintivamente agli stimoli esterni che possono metterlo in pericolo, il corpo prepara automaticamente la risposta fisiologica secondo la regola del combatti o fuggi. Il nostro organismo inizia a produrre il cocktail perfetto per farci sentire dei guerrieri invincibili: adrenalina e cortisolo a livelli altissimi e siamo pronti per affrontare qualunque nemico. Continua a leggere “Quel che pensi tu diventi”

Chi ha paura del gatto nero?

Pippo è un gatto total black bellissimo, portamento maestoso, manto soffice, occhi verdi scintillanti e sguardo profondo. Pippo non è solo un gatto ma è un vero e proprio membro della mia famiglia. Il gatto nero è forse il più fascinoso tra i felini ma spesso la loro aurea mette inquietudine e molto spesso accusato di portare sfortuna. Infatti, in molte culture è visto come simbolo di cattiva sorte e malaugurio. La “giornata mondiale del gatto nero”, che si celebra il 17 novembre, nasce proprio come iniziativa per superare e combattere le tante superstizioni legate a questi meravigliosi felini.  La data non è un caso: novembre perché è il mese più triste dell’anno e poi il numero 17 è legato alla sfortuna. Questa giornata è nata per cambiare il modo in cui, ancora oggi, in certi casi, vengono percepiti questi gatti, trasformandoli da simboli di sfortuna in emblema di meravigliose creature da amare e proteggere. Continua a leggere “Chi ha paura del gatto nero?”

La libertà della corsa

C’è qualcosa di magico quando inizio a correre: il mondo sembra dilatarsi e il corpo si libera dai pensieri pesanti. Ogni passo diventa un’opportunità per connettermi con me stessa, per trovare il mio ritmo e respiro. Senza nemmeno accorgermene, percorro chilometri, spinta dalla mente e dal desiderio di superare i miei limiti. Il vento tra i capelli, la musica nelle orecchie e il paesaggio lungo il percorso mi spingono a continuare, come in uno stato di flusso in cui ogni cosa scompare e si è completamente immersi nel movimento. Continua a leggere “La libertà della corsa”

San Luca

Nell’ultimo album di Cesare Cremonini, è contenuto un brano che mi piace molto: “San Luca”, cantato assieme a Luca Carboni. Un brano intimo e personale, la canzone descrive di uno di quei momenti di difficoltà nel quale ci siamo ritrovati tutti.
“Proprio oggi che era uscito il sole. Mentre gli altri se ne vanno al mare. Voglio stare da solo, così magari mi trovo…”
Nei momenti di smarrimento più profondi spesso si cerca un aiuto nella fede per trovare un conforto.
“… Quando non c’è nessuno che mi aiuta, vado a correre fino a San Luca, così magari mi trovo, in qualche sentiero nuovo, lì…”.
Continua a leggere “San Luca”

Che profumo ha l’amore?

Se vi chiedessi di chiudere gli occhi e vi chiedessi di immaginare un profumo, il primo che vi viene in mente che vi faccia stare bene, che vi riporti accanto ad una persona importante, mi piacerebbe sapere cosa rispondereste. Io fortunatamente di idee ne ho un bel po’! Sono figlia di un panettiere e, da quando il papà ha chiuso l’attività, fatico a comprare e mangiare pane: nessuno lo farà mai buono come il suo! Certo però che entrando in alcuni panifici e sentendo il profumo del pane appena sfornato sono immediatamente catapultata nel passato, nel laboratorio dove lo guardavo lavorare, dove lo ho aiutato tante notti, dove mi diceva di non mangiare il pane appena sfornato, dove quel profumo era casa, famiglia. Continua a leggere “Che profumo ha l’amore?”

Consigli di lettura: Le Otto Montagne di Paolo Cognetti

“Se il punto in cui ti immergi in un fiume è il presente, pensai, allora il passato è l’acqua che ti ha superato, quella che va verso il basso e dove non c’è più niente per te, mentre il futuro è l’acqua che scende dall’alto, portando pericoli e sorprese. Il passato è a valle, il futuro a monte.”

Pietro è un ragazzino di città, solitario e un po’ scontroso. La madre lavora in un consultorio di periferia, e farsi carico degli altri è il suo talento. Il padre è un chimico, un uomo ombroso e affascinante, che torna a casa ogni sera dal lavoro carico di rabbia. I genitori di Pietro sono uniti da una passione comune, fondativa: in montagna si sono conosciuti, innamorati, si sono addirittura sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. La montagna li ha uniti da sempre, anche nella tragedia, e l’orizzonte lineare di Milano li riempie ora di rimpianto e nostalgia. Continua a leggere “Consigli di lettura: Le Otto Montagne di Paolo Cognetti”

I percorsi della memoria

Da qualche anno partecipo a una bellissima marcia che ripercorre alcuni dei luoghi del tristemente famoso disastro del Vajont. Il titolo è suggestivo: i “Percorsi della Memoria”; questa edizione ha raccolto 4500 partecipanti e si è svolta il 21 settembre. Secondo quanto si legge dal sito internet della marcia: “questa si sviluppa lungo tre tracciati di difficoltà e lunghezze diverse. La camminata non è competitiva e percorre tratti di strade interrotti o distrutti nel disastro del Vajont che collegavano la valle del Piave alla Valcellina, e antichi sentieri che sono stati le vie di comunicazione a piedi per le genti di Casso, Erto, Castellavazzo e Longarone. Continua a leggere “I percorsi della memoria”

Impronte ingannatorie

C’era una volta un verbo greco poco conosciuto. Un verbo con una lunga storia che ha lasciato dietro di sé tracce che fanno dubitare. Si tratta di ORMÁZO, letteralmente “seguire” ma anche “tifare, fare il tifo per”; insomma il verbo dei follower, se i social avessero raggiunto il monte Olimpo. Poche, dicevamo, le sue testimonianze, quasi come impronte fossili che incontri nella roccia sedimentaria solo con grandissima fortuna, un po’ di intuito e il resto lo fa la fantasia. ORMA è l’unico superstite ad oggi attestato di questa parola antica dal sapore magico: quasi un incantesimo, perché come le orme appaiono e scompaiono, lasciano tracce più o meno nitide a seconda del terreno su cui si imprimono, così anche questa azione sembra non aver voluto essere inseguita nel tempo. Continua a leggere “Impronte ingannatorie”

La ricetta del “PER TE”

George Bernard Shaw sosteneva: “Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un’idea, ed io ho un’idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee”.
Ho sempre pensato che avrei tramandato esclusivamente ai miei figli la ricetta del PER TE, invece oggi ci ho ripensato, perché nella condivisione c’è gratitudine e affetto.
Quando ero bambina trascorrevo le estati in montagna con mia nonna, la quale ogni sera prima di dormire preparava una tisana che era più che altro “una coccola”: raccoglieva in giardino alcune foglie di menta, di salvia, di erba cedrina e le faceva bollire insieme a mezzo limone. Continua a leggere “La ricetta del “PER TE””