Se potessimo definire una città la potremmo rappresentare come un insieme, spesso caotico, di edifici, luminose scritte pubblicitarie, bellezza e degrado, una moltitudine di vite condivise nei condomini o la pacata riservatezza delle severe case dei primi del ‘900.
Ecco la street art è esattamente questo. Una moltitudine di stili, di messaggi a volte urlati e sbattuti in faccia come sberle che ci fanno vedere ciò che spesso cancelliamo, verità scomode. Come lo sfruttamento del lavoro minorile nei paesi poveri a vantaggio di quello dei ricchi. (Banksy)
A volte indicano una strada un approccio migliore al mondo, una utopia. (Banksy)
A volte il messaggio è meno semplice e quasi libero ad una interpretazione. Come di un lato interiore che non ha il coraggio di esporsi, o forse un mondo prigioniero di una società che detta le sue rigide regole. Un bisogno di liberare il bambino che c’è in noi, forse. Forse vuole raffigurare le vite dei bambini, che vengono già segnate e rese prigioniere dalla povertà dei luoghi dove sono nati. (Alice Pasqualini).
Altre volte la street art è il tentativo estremo di non cancellare il proprio passato, ma di fissarlo sul muro prima che venga spazzato dallo spopolamento di un vecchio borgo montano, un modo per sopravvivere e non essere dimenticati. È in uno di questi luoghi che ogni anno, artisti da tutto il mondo, aggiungono il loro contributo.
(Cibiana di Cadore BL, 380 abitanti).
Oppure rappresenta il recupero di una porzione di città come Wynwood, il quartiere alla moda sorto da un’area degradata di Miami fatta di magazzini e vecchi depositi industriali. Riqualificati in negozi alla moda e ristoranti e impreziositi da centinaia di murales degli artisti più famosi. Un quartiere che, come una crisalide, ha saputo trasformarsi e volare verso una nuova vita.
Non si può proprio raccontare un mondo in poche righe, ma se state cercando un’arte che abbracci un mondo e che possa darvi un motivo per un viaggio all’estero o una gita fuoripista in Cadore, la street art potrebbe essere l’arte che fa per voi.
Michele Vida