Ho sempre adorato le parole, fin da quando da infante la mamma canticchiava vecchie canzoni e il papà per farmi addormentare recitava brani a memoria de “I promessi sposi” o varie poesie. Ho adorato scrivere fin da quando ho appreso i primi ideogrammi e come si teneva in mano la penna. Ho riempito diari, quaderni, agende, calendari con impressioni, emozioni, pensieri, riflessioni, sogni e, sì, anche qualche pettegolezzo. Mi sono dilettata anche con qualche poesia ma con poco successo! Poi un giorno la malattia è arrivata e da quel giorno, per un anno intero e più, le pagine della mia agenda sono rimaste bianche. Scrivere non era più una necessità, ora mi ero gettata nel leggere le storie degli altri, di sognare viaggi strepitosi: di evadere. Così quando dalla biblioteca scientifica del CRO mi hanno proposto di partecipare al concorso “Scriviamoci con cura” e raccontare la mia storia di malattia ho esclamato: “Non ce la farò mai! Ora il mio rifugio sono le parole degli altri, le mie non trovano più la strada”. Continua a leggere “Spesso il bene di scrivere ho incontrato”
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Accolgo e lascio andare
“Quel momento impercettibile
in cui ci incontriamo,
rimango in silenziosa contemplazione.
Tutto sembra fermo.
Sono solo pochissimi minuti prima che tutto inizi…
di nuovo!”
Caro albero, ti ho rivisto dopo tanto tempo, mi sei mancato. Per anni mi hai tenuto compagnia nel mio frastagliato percorso di paziente oncologico. La sala d’attesa del 4° dente del CRO di Aviano mi è sempre stata un po’ stretta e così mi piaceva attendere fuori il mio turno, specialmente nelle stagioni più calde, mi appollaiavo ai tuoi piedi a leggere o scrivere ed è come se tu fossi lì a vegliare su di me. Anche quando l’inverno non mi faceva resistere al freddo, il nostro saluto del mattino era una routine… la nostra! Con la mente ti parlavo e ti affidavo i miei pensieri così che il vento potesse trasportali altrove. Continua a leggere “Accolgo e lascio andare”

