Santa Lucia

Quando ero bambina, in casa Mortari c’era l’usanza di festeggiare Santa Lucia, il 13 Dicembre. A nanna presto, e l’indomani avrei trovato un regalo tutto per me! Un po’ come con Babbo Natale, ma il fatto che Santa Lucia non passasse a casa di tutti i bambini rendeva la sorpresa molto speciale e ancora più misteriosa. La sera mi immergevo di corsa sotto il morbido piumone del mio lettino e chiudevo presto gli occhietti, sperando così che la nottata volasse in un battito di ciglia. La mattina poi balzavo in piedi prestissimo, in barba alla pigrizia e al calduccio delle coperte, e correvo in salotto a caccia del pacchetto. Ed eccolo là! Meraviglia! Ciò che mi affascinava di più era che, a parer della me-bambina-di-allora, Santa Lucia aveva proprio buon gusto e molta fantasia. Per nulla scontata, mi stupiva sempre! La Sagra del Giocattolo era cosa riservata al Natale, dunque al Babbo spettava il lavoro più duro. Non per niente allestivamo per lui un piccolo punto ristoro! Il dono del 13 Dicembre aveva invece un’aura di gentile dolcezza, di materna carezza: un carillon, un diario segreto con tanto di chiave e lucchetto, un cuscino a forma di farfalla… Un anno, in particolare, ricevetti un oggetto che conservo tutt’ora e a cui sono particolarmente affezionata. Quella mattina di circa 25 anni fa trovai ad attendermi una splendida bambola di porcellana. Era la più bella che avessi mai visto, con i capelli biondi e ricci, gli occhi chiari, guance rosate e la bocca delicata come una rosa. Pensai subito che somigliasse molto alla mia mamma! Adoravo osservarne i dettagli e accarezzare il morbido vestitino color panna da damigella. Era proprio bella, una mamma in miniatura! È stato il presente più dolce e inaspettato che abbia mai ricevuto a Santa Lucia e che ancora oggi, quando osservo la bambola e ne sfioro l’abito e i folti boccoli, rievoca in me tutte le emozioni e la magia dell’infanzia.

Valentina Mortari

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