Lo senti il tuono lontano?
Il Signore della Guerra sta annunciando la sua venuta.
Lui cammina lentamente, è grasso e goffo
e si fa sempre precedere dal vento e dalla pioggia.
Non lo puoi vedere.
Dove lui è già passato rimane solo un grande uccello nero
che volteggia in un silenzio eterno.
Ha fame, ha sempre molta fame di morte e di distruzione.
Quando è sazio ride compiaciuto e dimentica subito di aver già mangiato.
Lo senti il tuono? È vicino, tra poco sarà qui.
Ho freddo, stammi vicino, il vento mi taglia la pelle,
la pioggia fitta mi impedisce di vederlo arrivare.
I bambini tremano nei loro rifugi, hanno occhi profondi e pieni di lacrime.
Il fuoco si è spento da troppo tempo, ormai non è più neanche un ricordo.
Sento di dover fare qualcosa, non posso rimanere immobile a guardare.
Voglio essere vivo quando morirò
ma per sentirmi tale dovrò sapere di aver prima vissuto.
Qui c’è puzza di morte, voglio andare via.
La mia non vuole essere una fuga.
Devo muovermi, devo raggiungere la riva dei sogni,
devo aprire la Porta di Giada. Il fiume non è lontano.
La disperazione mi porterà dove voglio andare.
Cos’è questo ticchettio? È lui, è arrivato.
Mille scheletri in divisa nera suonano i tamburi e lo accompagnano
marciando allineati. Sembra una festa, una grande parata.
Ma cosa stiamo festeggiando? Signori e signore “La Morte!”.
Ecco, la Porta di Giada si sta aprendo.
Un arcobaleno di mille colori riempie lo spazio di un cielo triste.
Tra gli alberi riesco a scorgere le luci calde di una città in festa.
Non può essere la mia città, le bombe ma più ancora l’ipocrisia
l’hanno distrutta da molto tempo.
Possibile? Riesco ancora a sognare?
Sono vivo? Qual è la realtà? Dietro cosa si nasconde?
Una volta possedevo una vita, la disperazione e la rassegnazione
me l’hanno portata via per sempre. Ancora la pioggia.
L’acqua che vuole cancellare le tracce scende sempre più forte.
Il silenzio è la colonna sonora del nuovo misfatto.
Basta acqua! Tutti devono vedere, tutti devono sapere.
Non è più il tempo del pugno di riso, della cioccolata e delle sigarette.
Fratello, dove sei quando ho bisogno di te?
Ho la mano tesa, sto cercando la tua. Non riesco ad afferrarla.
Sai quant’è difficile chiedere aiuto?
Il Signore della Guerra non permette ne orgoglio né dignità.
Non posso più sentire i bambini piangere, sto impazzendo.
Sai cos’è la fame? E la paura?
Hai parlato alla televisione, hai detto che sei mio fratello,
che siamo tutti uguali. Lo ricordi ancora?
Adesso mentre qui si muore dove sei?
Parole al vento e intanto mentre tu parli qui la pioggia continua a scendere.
Il Signore della Guerra ride di noi.
Il Signore della Guerra chi è? È mio fratello! Sei tu fratello.
Tu che guardi la televisione mangiando pop-corn e bevendo birra.
Lo senti il silenzio che regna qui?
I nostri bambini non hanno più lacrime
Lo vedi quel grosso uccello nero? Lui è sazio, ha vinto ancora.
Il Signore della Guerra è un uomo alto,
ha una bella divisa piena di stelle luccicanti
e tutti i bambini del mondo vorrebbero essere come lui.
Dove sei fratello mentre lui entra dentro me
e si fa accompagnare da bande e da bandiere?
Allora non era vero niente, non volevi aiutarmi
avevi solamente fame di potere anche tu.
Sto morendo, stiamo morendo tutti.
Hei, tu! Dammi la tua mano,
non lasciarmi solo adesso che ho bisogno di te.
Ancora la pioggia, sono scappato per non vederla più
ma lei mi ha seguito anche qui.
Andrea Spessotto

Carissimo Andrea,
da brividi!
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