Quella di Amore e Psiche è una favola senza tempo, una storia sospesa tra razionalità e istinto, tra cuore e mente. Una delle leggende d’amore più affascinanti di sempre. L’opera di Antonio Canova si può ammirare al Musée du Louvre di Parigi, nella suggestiva Salle des Caryatides, dove il marmo bianco risplende di una luce che sembra eterna. In quel silenzio ovattato Amore e Psiche sembrano ancora respirare. Canova la scolpì nel 1793, nel pieno del Neoclassicismo. In un’epoca scossa da rivoluzioni e nuovi pensieri, la sua arte rispose con armonia, misura e bellezza. Ma non una bellezza fredda o distante: la sua materia vibra ma soprattutto vive. L’attimo è colto nel momento esatto in cui Cupido risveglia Psiche con un bacio, dopo averla salvata dal sonno mortale. Le ali spiegate, le mani che si cercano…tutto è quiete in movimento. Non serve essere esperti d’arte per cogliere l’essenza di quel gesto: è amore puro. Ancora oggi, dopo oltre due secoli, Amore e Psiche ha il potere di regalare e risvegliare emozioni sopite. Forse è questo il segreto dell’arte vera: non racconta solo storie, le fa accadere. Ancora. Ogni volta che qualcuno guarda con occhi curiosi e si lascia toccare l’anima. Tutti possiamo ritrovarci in Amore e Psiche. L’arte scultorea emoziona ed è capace di fermare il tempo. Un volto scolpito nella pietra, un gesto, una tensione muscolare, tutto sembra più reale del reale. La scultura non si limita a rappresentare, trasmette. E quando lo fa davvero, ci tocca in profondità. Perché la scultura è presenza. Occupa lo spazio, lo abita. La puoi girare intorno, sfiorare con lo sguardo, immaginare viva. È tridimensionale come noi, e per questo ci somiglia. L’imperfezione di una piega, la delicatezza di una curva, l’intensità di uno sguardo scavato nel marmo parlano il linguaggio del corpo, ma anche quello dell’anima. La scultura emoziona quando c’è un sentimento vero dentro: la dolcezza della Pietà e la potenza del David pronto a colpire di Michelangelo, il Cristo velato di Giuseppe Sanmartino, la leggerezza innamorata di Amore e Psiche di Canova. In quelle forme c’è la vita che si mostra, si espone, si fa vulnerabile. E noi, guardandole, ci specchiamo in esse. Una statua non parla, eppure racconta tutto. Il marmo è freddo, ma sotto la luce può sembrarti carne. L’arte scultorea emoziona quando smette di essere solo forma e diventa presenza. Quando da materia diventa memoria, dolore, desiderio, amore. Quando ciò che è immobile riesce a muovere qualcosa dentro di noi. È lì che la scultura smette di essere oggetto e diventa esperienza. Impossibile, anche per i cuori più ruvidi, restare indifferenti davanti a tanta grazia e perfezione. La bellezza ci salverà.
Andrea Spessotto
