Tasti neri, tasti bianchi. Dita. Spartiti. Uno, due, tre! Gira pagina. Musica… Si aprono le danze! Milioni di cellule iniziano a vibrare, insieme, come in una coreografia non concordata. Un’unica frequenza: 432 Hz. Direttore d’orchestra è la Terra. Qualcosa di atavico risveglia un’antica Coscienza. È scritto nelle cellule, ed esse rispondono, dialogano, danzano. La musica prosegue e si eleva alta, oltre le orecchie e l’udibile, più in là del porticato, e ancora più su, più su! Oltre le nuvole. Una pioggerellina inizia a cadere, trasformandosi presto in scroscio rigenerante. Scendono dolci anche le lacrime. Seduta a terra, in contatto con la Madre, appoggio le mani sul pianoforte, accanto ad altre mani. Sento il mio cuore espandersi, non c’è più separazione tra me e tutto ciò che mi circonda: per il tempo di ogni singola nota sono albero, mattone, sono uccello in volo, goccia d’acqua e filo d’erba… Sono Valentina ma anche Davide, Giulia, Alberto, Marco, Elisabetta e tutti i presenti (e non). Come un’onda, la musica mi culla e le mie cellule danzano insieme a quelle dell’Universo. Al ritmo delle note di Emiliano Toso. Era il 2 agosto scorso, e mi trovavo nel porticato dell’area polifunzionale di Tramonti di Sopra (PN). Una giornata fredda e umida. Il sole era tutto nei nostri cuori. “Un mare di cellule sotto un cielo di musica” il titolo del concerto, organizzato da Magnifica Comunità di Montagna Dolomiti Friulane, Cavallo e Cansiglio, Comune di Meduno e TEF, S.c.r.l. nell’ambito del progetto “Magnifica Montagna 2025”. Il Dott. Toso, biologo molecolare e musicista compositore, da anni studia l’effetto benefico dell’accordatura a 432 Hz (nota per essere la frequenza della Terra) sulle cellule degli esseri viventi. Il Dott. Toso viene oggi invitato a suonare anche negli ospedali e durante importanti interventi chirurgici. Proprio così, un pianoforte in sala operatoria! Partecipare ad un concerto immersivo di Emiliano Toso è un’esperienza unica e indimenticabile. Eleva lo spirito, risvegliando la parte più profonda di noi. Non si è più gli stessi, dopo. Perché ci si sente vivi davvero!
Valentina Mortari
