Quel che pensi tu diventi

Ho letto una ricerca secondo la quale ci vogliono ben 7 pensieri positivi per bilanciare l’effetto di un solo pensiero negativo. Certo non mi aspettavo una tale disparità, ero convinta che quanto meno se la giocassero alla pari. Riflettendoci appena un attimo però, devo ammettere che spesso mi è capitato di notare come l’effetto di un pensiero negativo durasse più a lungo di quello positivo, quasi che quest’ultimo fosse più volatile. La motivazione? Il caro, vecchio istinto di sopravvivenza. Fin dalla notte dei tempi l’essere umano reagisce istintivamente agli stimoli esterni che possono metterlo in pericolo, il corpo prepara automaticamente la risposta fisiologica secondo la regola del combatti o fuggi. Il nostro organismo inizia a produrre il cocktail perfetto per farci sentire dei guerrieri invincibili: adrenalina e cortisolo a livelli altissimi e siamo pronti per affrontare qualunque nemico. Gli stimoli positivi invece sono responsabili della produzione di serotonina e dopamina, detti anche ormoni della felicità, del piacere, dello stare bene. Questi ultimi infatti ci mettono in uno stato di relax, abbassano gli stati d’ansia e facilitano il buonumore, facendoci distrarre però dalla possibile presenza di pericoli. Il nostro istinto primordiale funziona esattamente così ancora oggi, anche se sono passati secoli da quando dovevamo procacciarci il cibo e difenderci dagli animali feroci. Nonostante la nostra naturale propensione verso una parte piuttosto che l’altra, è molto importante stare attenti a non sbilanciare troppo il livello delle sostanze che vengono rilasciate nel nostro corpo, quando siamo soggetti a questo tipo di stimoli. È stato dimostrato infatti che l’esposizione cronica a livelli elevati di cortisolo danneggia il nostro fisico e la nostra mente, porta a disturbi seri e allo sviluppo di malattie legate allo stress e all’ansia. Coltivare quotidianamente piccoli pensieri positivi è una sana abitudine da mettere in pratica per mantenere il giusto bilanciamento interiore. C’è un’antica leggenda Cherokee che trovo appropriata in questo contesto e che vorrei condividere. Narra dell’esistenza di due lupi che vivono in ognuno di noi, uno bianco e uno nero, in continuo contrasto tra loro. Quello più forte dei due è quello a cui noi diamo nutrimento. Se facciamo attenzione a mantenerli in equilibrio, invece, riusciremo a raggiungere la convivenza armoniosa.

Monia Rossi

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