Di recente mi sono imbattuta in una pagina social che parla delle parole cadute in disuso. Sappiamo bene quanto la lingua che parliamo quotidianamente sia viva e in continua evoluzione, nuovi termini nascono ogni giorno e altri cadono nel dimenticatoio come conseguenza dei tempi che cambiano, delle esigenze diverse di comunicazione e della società che si evolve.
Da diverso tempo mi sono resa conto anche di quanti inglesismi utilizziamo per comunicare. Complice il linguaggio della tecnologia, videogiochi, informatica ecc. sembra che alcune parole inglesi centrino meglio il significato di ciò che vogliamo esprimere e in meno tempo. Ci sono parole, però, che, quando le sento, rimandano al passato, mi ricordano qualcuno, mi provocano tenerezza e nostalgia. Vi capita mai di dire “come diceva mia nonna?”: a me, a volte, capita, anche per citare qualche modo di dire o qualche massima di grande saggezza popolare, da mantenere viva nel tempo.
Di parole in soffitta me ne vengono in mente parecchie: smargiasso, astruso, ramanzina, marachella, bislacco, sproloquio. E chissà che i miei colleghi redattori non abbiamo qualche termine a cui tengono particolarmente su cui vorranno scrivere in futuro. Un gioco da fare tutti insieme in soffitta aprendo il baule delle parole. Io per dire la verità ne ho uno in particolare nella lingua friulana: tramai. Ma questa è tutta un’altra storia.
Monia Rossi
