Ho sempre adorato le parole, fin da quando da infante la mamma canticchiava vecchie canzoni e il papà per farmi addormentare recitava brani a memoria de “I promessi sposi” o varie poesie. Ho adorato scrivere fin da quando ho appreso i primi ideogrammi e come si teneva in mano la penna. Ho riempito diari, quaderni, agende, calendari con impressioni, emozioni, pensieri, riflessioni, sogni e, sì, anche qualche pettegolezzo. Mi sono dilettata anche con qualche poesia ma con poco successo! Poi un giorno la malattia è arrivata e da quel giorno, per un anno intero e più, le pagine della mia agenda sono rimaste bianche. Scrivere non era più una necessità, ora mi ero gettata nel leggere le storie degli altri, di sognare viaggi strepitosi: di evadere. Così quando dalla biblioteca scientifica del CRO mi hanno proposto di partecipare al concorso “Scriviamoci con cura” e raccontare la mia storia di malattia ho esclamato: “Non ce la farò mai! Ora il mio rifugio sono le parole degli altri, le mie non trovano più la strada”. L’idea continuava però a girarmi in testa, amo le metafore e questa mi aveva acceso una lampadina nella testa. Ho scritto “Possibile presenza di rospi sulla sede stradale” in un pomeriggio, raggiungendo anche un discreto successo ed entrando in una pubblicazione. Ho conosciuto così persone speciali e l’associazione ex pazienti ANGOLO che mi hanno spronato e mi hanno introdotto in un mondo fatto di storie e parole, esperienze, persone che, come me, avevano una storia difficile alle spalle. Ho imparato ad amare la Medicina Narrativa e a farla mia, conoscendo così le mie compagne di viaggio in quella che ora è la mia esperienza di volontaria in #quelledeibigliettinigialli e nel progetto editoriale collaterale, la Gazzetta del Sole che, con un gruppo di volontari, portiamo avanti da ben cinque anni e che ha come scopo la divulgazione di solo notizie positive. Crediamo infatti che il pensiero positivo possa far bene a tutti, avendo sperimentato che per primi fa bene a noi stessi! Ho fatto delle parole, dell’ascolto, della condivisione il mio centro. Ho capito che molte volte mi era più facile scrivere una lettera che esprimermi a parole, che nella scrittura sono più lucida, ponderata, riflessiva e focalizzata. Scrivo perché mi alleggerisce, scrivo perché mi fa stare bene: scrivo perché le parole mi hanno salvata, passando dalla mia mano alla carta. Si perché nel 2025 le mie bozze sono a mano e per migliorarmi scelgo di frequentare corsi di Calligrafia appena posso. Scrivo perché mi da la carica, mi fa fermare e pensare. Scrivo perchè mi fa stare bene. Marta: per molti “quella dei rospi”…
Marta Santin

Grazie Marta per questa preziosa e toccante testimonianza.
anch’io, per certi versi, vivo di scrittura e lettura e, quando non riesco a praticarle con regolarità, mi sento smarrita e confusa. Infatti, la lettura rappresenta la (mia) capacità di connettermi con le altrui emozioni, mentre la scrittura mi permette di fare lo stesso con le mie.
Buona giornata. Buona lettura. Buona scrittura.
Loretta
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