L’anima dei luoghi

Ci sono luoghi nei quali, non appena ci “cadi dentro”, ti senti subito catapultato lontano. Nello spazio, nel tempo. Nel mondo, con le persone. Sarà certamente capitato anche a voi di aprire una porta, svoltare l’angolo di una strada, calpestare un sentiero e, improvvisamente, sentire di non essere più lì, in quel momento, ma ritrovarsi come 26 anni fa, davanti ad un ascensore che si apre e fa stringere il cuore, o in un letto di ospedale a combattere. Tirare una maniglia e ritrovarsi davanti una piccola bottega che sa di pane e che dentro ha mille ricordi, anche se ora, al di là di quella porta, c’è un vuoto enorme e il vecchio forno è stato smantellato. Essere catapultati nella cucina dove la nonna Alba faceva il croccante semplicemente perché, passando di fronte ad una pasticceria, se n’è percepito appena appena l’odore. Quando l’anta di quell’armadietto in cucina appena aperto ti riporta dalla zia Leonella mentre preparava la crostata. Fermarsi davanti al mare, d’inverno e rivedersi bambina correre sul molo e cadere in acqua, nonostante le mille raccomandazioni. Trovarsi ad ammirare una collina toscana ricoperta di vigneti e sentirsi magicamente a casa, come quando, vedendo uno stagno circondato da un canneto in uno zoo oltre oceano, ti ritrovi bambina nel “posto segreto” dietro casa del nonno. Quando a Copenaghen, vedendo le case specchiarsi nel canale, hai di nuovo 7 anni e sei in gita con la tua classe a Burano. Vedere un tramonto annegare nel mare e vedersi ammirare un’alba dalla finestra della propria cameretta. Credo che i luoghi abbiano un’anima, un corpo a volte, che ci abbraccia forte e ci porta lontano; che abbiano qualcosa di magico che ci lega in modo speciale all’universo; che siano un ponte tra i nostri “prima”, gli “ora” e i “domani”.

Marta Santin

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