Caro commissario esterno,
la scuola sta finendo, gli Esami di Stato si avvicinano. I ragazzi di quinta del nostro istituto (di tutti, probabilmente) si aggirano per i corridoi inquieti: c’è fermento per la festa di fine anno, c’è confronto sulle magliette di classe che stanno preparando per sé e per i loro insegnanti, ma c’è anche una preoccupazione latente, quella per una maturità tanto nominata e ormai prossima a compiersi. Tra di loro ci sono anche i miei alunni, che a breve incontrerai anche tu. Non li conosco da molto tempo, ma abbastanza per averne compreso le caratteristiche essenziali. C’è quello ansioso (sono molti così, in realtà) che ha studiato tantissimo durante l’anno e che pensa all’Esame di Stato come ad un mostro pronto a succhiare via le sue ultime energie; c’è quello che è rimasto a galla tra i cinque, i sei, forse qualche sette per rimediare e che ora sente di essere arrivato al banco degli imputati, non troppo pronto per il processo; c’è quello sicuro di sé, quello a cui sembra di avere ancora moltissimo tempo a disposizione, quello che si concentra già sul “poi”, perché a luglio ci sono i TOLC e bisogna prepararsi per accedere all’università. Per tutti, però, è chiaro che la maturità è qualcosa di importante, un passaggio necessario tra l’adolescenza e la vita adulta, tra un mondo “di dentro” e un mondo “di fuori” meno controllato, meno protetto, in cui camminare con le proprie gambe. Tutti sperano di fare un buon esame e di dimostrare ai loro professori e a voi esterni, che non li conoscete, di aver acquisito le competenze necessarie per varcare questa soglia. Certo, i risultati delle prove saranno indicativi, ma non dimentichiamoci che sono numeri, fotografie di una prestazione, non di un intero percorso. Caro commissario esterno, sii obiettivo, ma anche indulgente, disposto più a valorizzare gli aspetti positivi che a sottolineare quelli negativi. Ascolta il parere dei commissari interni, confrontati con loro per valutare questi ragazzi, ma anche per capire qualcosa di più di quelle diciotto/venti facce che ti passeranno davanti una ad una nel momento del colloquio orale. Dietro quei volti c’è una storia, dentro quei cuori un turbinio di emozioni difficile da spiegare e imprevedibile. Potrà capitare che l’alunno più brillante splenda meno del previsto all’Esame e che quello più fragile sfoggi una sicurezza mai vista prima.
Il nostro ruolo, di insegnanti ed educatori, sia quello di mettere in luce le qualità di ciascuno, guidandolo alla soglia, quella soglia che segnerà un “prima” e un “dopo” fondamentali nella sua vita.
A presto,
Francesca Tamai

Buongiorno Francesca, Buongiorno GAZZETTA,
penso che nessun commissario abbia mai ricevuto una lettera tanto autentica quanto originale. Sarebbe curioso sapere cosa scriverebbero i ragazzi al Commissario.
Grazie mille.
Buona giornata di vero cuore a tutti voi.
Loretta
"Mi piace""Mi piace"