Cosa hanno in comune lo studente delle elementari, Enzo Biagi e Dan Brown. Tutti e tre utilizzano punti, virgole, apostrofi ed accenti, per far comprendere meglio i propri testi. Ma, a chi si deve questa innovazione?
I testi antichi non avevano alcuna punteggiatura, le parole si susseguivano una dopo l’altra rendendo difficoltosa la comprensione del testo. Fu un editore veneziano, Aldo Pio Manuzio (Bassiano tra il 1449 e il 1452 – Venezia 1552) che trasferitosi dal paese natio, nel Lazio, passando per Firenze e Bologna, si stabilì presso la Serenissima nel suo momento di maggior splendore, e vi fondò le Edizioni Aldine. La nuova casa editrice si specializzò in precisissimi e costosissimi libri di grammatica e letteratura greca e latina, ancora oggi riconosciuti come i migliori testi di letteratura antica. A lui si devono molte innovazioni giunte fino ai nostri tempi: la punteggiatura, il libro in ottavi, cioè il formato “tascabile“, una riduzione di formato dei libri dell’epoca. La minor dimensione delle pagine impose all’editore l’utilizzo di caratteri più piccoli rispetto a quelli in uso. Fu così che Aldo Pio fece disegnare, dall’incisore Francesco Griffo da Bologna, un nuovo carattere: il corsivo o, come viene chiamato nel mondo, l’Italic. Tra i primi testi prodotti vi fu una edizione “tascabile“ delle terze rime di Dante Alighieri.
Vida “Baudasch” Michele
