Un uragano…dà pane. Spezzato ma fragrante: il bosco rinasce in tavola.

Che cosa succede dopo una tempesta distruttiva come Vaia, nell’ottobre 2018 in Friuli?
Lo chef Stefano Basello impasta amore per il territorio; studio delle tradizioni e perizia dell’artigiano: succede che il pane profuma di bosco e la tavola risarcisce ciò che l’uragano ha distrutto.
Come ti è venuta l’idea di fare del pane di corteccia?
Cinque anni fa con l’aiuto di Valeria Margherita Mosca ho approfondito l’utilizzo di erbe, radici e fiori proprio come si faceva un tempo. Ci siamo innamorati delle cortecce e delle farine di sussistenza. Una pratica usata in tempo di povertà e, dopo il disastro Vaia, i nostri studi sembravano proprio utili per aiutare il territorio.
Quali difficoltà hai incontrato?
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La fioritura dei ciliegi

La fioritura dei ciliegi
“Cadono i fiori di ciliegio
sugli specchi d’acqua della risaia:
stelle, al chiarore di una notte senza luna”

… così recita un bellissimo haiku del poeta Yosa Buson (1715 – 1783) e mi sembra un bellissimo modo per iniziare questo articolo che parla proprio di ciliegi. Scopro per caso che in Giappone, quando questi meravigliosi alberi fioriscono, tutta la popolazione si mobilita per ammirarli, provocando vere e proprie migrazioni di milioni di giapponesi dalle loro città verso le sessanta località più famose del Paese.
Ammetto di trovare la cosa piacevolmente curiosa e decido così di documentarmi per sapere quante più cose sull’argomento.
Leggo che in Giappone tutti impazziscono per l’hanami, che in giapponese significa “l’atto di osservare i fiori”, per loro un vero e proprio rituale volto a valorizzare questa poetica fioritura.
Hanami è anche un grande evento sociale per passare del tempo insieme e conoscersi meglio mentre si consuma un sostanzioso pic-nic all’ombra dei ciliegi fioriti.
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Se sono libri fioriranno… – L'apicoltore di Macence Fermine

Questo libro ti porta dentro il mondo delle api in modo fiabesco ed avventuroso. La figura del protagonista Aurèlien Rochefer prende corpo in tutto il racconto e ne esce un personaggio quasi “eroico”. L’oro che Aurèlien cercava ce l’aveva sempre avuto: erano le sue api! Una ricchezza non solo per lui, ma per tutto il sistema produttivo della natura. Con Aurèlien viaggiamo attraverso il deserto e le sue insidie, incontriamo personaggi di ogni genere, siamo partecipi alle sue sofferenze e difficoltà nel rincorrere il suo sogno: fare l’apicoltore. Nonostante il parere contrario di nonno e amici il nostro protagonista, armato di tenacia e coraggio, inizia il suo percorso di speranze, attraverso un viaggio avventuroso.
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Lo spacciatore di libri

Cosa succede se in un quartiere chiude una libreria? Perché ci preoccupiamo tanto visto che i libri si possono acquistare tranquillamente on-line?
In Italia centinaia di librerie hanno chiuso negli ultimi dieci anni: la concorrenza dei siti internet, i libri digitali, la crisi economica e gli alti costi di distribuzione sono fra le cause di questo fenomeno, ma il problema principale rimane il continuo calo dei lettori. Dagli ultimi dati emerge che solo il 40,5 per cento della popolazione legge almeno un libro all’anno, con grosse differenze tra il Nord e il Sud. Se, ad esempio, in Friuli-Venezia Giulia si arriva al 50,6 per cento, in Campania si è fermi al 27,5.
Eppure, in questo quadro sconsolante una buona notizia c’è e arriva proprio dalla Campania. Una decina di anni fa un ragazzo di vent’anni, Rosario Esposito La Rossa, dopo aver rilevato una storica casa editrice napoletana, la “Marotta e Cafiero”, decide di trasferirla a Scampia dove, assieme alla moglie e all’Associazione “Voci di Scampia”, apre anche una libreria e la chiama “Scugnizzeria”.
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Can't help falling in love – Elvis Presley

A tutto volume è la rubrica musicale della Gazzetta del Sole.
Ogni lunedì un membro della redazione proporrà una canzone che in qualche modo, secondo lui, contiene un messaggio che vale la pena ascoltare.

Perché una canzone è spesso una storia nascosta dietro un po’ di musica.

Titolo: Can’t help falling in love
Autore: Elvis Presley
Proposta da: Sandro


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Se son libri fioriranno… – Il violino nero di Maxence Fermine

Nero! Nero come il violino che da il titolo al secondo capitolo della trilogia. Già la copertina, anch’essa nera con la scritta bianca, lascia trapelare una certa inquietudine, la stessa che troviamo raccontata all’interno e che avvolge il protagonista con una certa solitudine, quella di chi conosce profondamente la sua anima e la esprime attraverso l’unico metodo a lui consono, la musica.
Un amore forte, travolgente ma allo stesso tempo sfortunato e tragico, nero come quel violino che rappresenta il suono della voce della donna amata.
Poche pagine intense e profonde che racchiudono storia, amore, musica e follia.
È la fine del XVII secolo. Johannes, genio musicale precoce, rimane ferito nel corso della campagna napoleonica in Italia.
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Le tre grazie

Dalle origini a Botticelli e Raffaello fino a Canova e Foscolo.
L’uomo, da secoli, ha sempre cercato di raffigurare e rappresentare in qualche modo le virtù e gli stati d’animo dell’uomo.
Oggi vi parleremo della raffigurazione della “gioia di vivere, della felicità e della prosperità”, che nell’arte vengono rappresentate da “Le tre grazie”.
Il loro mito nasce più di duemila anni fa, nella antica Grecia, come rappresentazione delle tre figlie di Zeus e della ninfa Eurinome.
Agla “splendore”, Eufrosione “gioia e letizia” e Talia “prosperità”, sono raffigurate da tre donne nude, la figura centrale posta di spalle e le due laterali in modo simmetrico.
La raffigurazione senza veli non ha la volontà di amplificare l’eros ma è vista come simbolo della perfezione e dell’armonia attribuite al corpo femminile. Molti gli artisti che si sono cimentati con questo tema; noi per brevità ci soffermeremo solo su alcuni di essi, i più rappresentativi.
Le prime opere risalgono all’antica Grecia e sono opere spesso incomplete e parziali, quasi sempre copie romane di epoca successiva. Solo dopo il medioevo la tematica riprende vigore nell’arte italiana; tra le tante citiamo la “primavera del Botticelli” (1477-1482).
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Perchè – CLI

A tutto volume è la rubrica musicale della Gazzetta del Sole.
A turno i membri della redazione propongono una canzone che a proprio parere suscita qualcosa, sia esso un punto di riflessione, una sensazione, un emozione.

“Perché una canzone è spesso una storia nascosta dietro un po’ di musica.

Titolo: Perchè
Autore: Cli (Chiara Beltrame)
Proposta da: Elisa Parise

La forza del mare

Che dire, chi il mare ce l’ha dentro sa che è veramente cosi. Quando pensiamo di incontrare scogli insormontabili, che la vita ci pone davanti all’improvviso, ci diamo pervinti, molliamo le redini e ci lasciamo andare senza lottare, senza darci nemmeno la possibilità di combattere e di far vedere a tutti, ma soprattutto a noi stessi, che c’è una forza immensa dentro ognuno di noi.
Quella forza che ci permette di vedere il sole oltre le nuvole. La stessa che ci fa riappacificare l’anima, quella che riapre il cuore e lo mette a disposizione anche degli altri.
Perciò quando la vita sembra che ci volti le spalle prendiamo esempio dal mare: in continua lotta con le sue onde increspate. Osserviamolo: sia esso calmo e leggero o arrabbiato e in tempesta, mille emozioni verranno alla luce! Sforziamoci di scorgere l’infinito oltre all’orizzonte e permettiamo ai nostri pensieri negativi di perdersi nell’eternità del tempo e, se ci riusciamo, prostriamoci innanzi a lui, chiediamogli il nostro miracolo e mettiamoci in ascolto…sicuramente ci risponderà!!

Genny Marchesan

Se son libri fioriranno… – Neve di Maxence Fermine

Neve di Maxence Fermine

Questo libro parla di un colore il bianco, bianco come la neve, neve come il titolo che apre una trilogia dedicata ai colori. Un libro che appare quasi come un racconto lungo, un libro che parla di poesia, di haiku per la precisione. Un libro che descrive l’amore e lo fa in modo tale da fare emozionare. Una storia di altri tempi descritti con una delicatezza da far pensare subito ai versi di una poesia.
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Nei nostri luoghi

Nei nostri luoghi

Scrivere è un atto di esplorazione. Mettere una parola dopo l’altra può servirci a trovare strade poco battute, slanci inattesi, fuggire da ruoli e imposizioni, alla ricerca di nuove identità o per riconciliarci con noi stessi.
A partire da un corso di scrittura in un istituto oncologico, dieci donne caparbie, spiritose, amare, sempre lucide, decidono di affrontare sulla carta destini non semplici, speranze deluse, dolori taciuti e gioie improvvise.
Una raccolta di ampio respiro, onesta e appassionata fatta di riflessioni, ricordi e storie compiute dove si affollano gli incontri, le attese, glia amori e soprattutto i luoghi, smarriti e ritrovati.
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Storie di bigliettino

Mi sono appena svegliato e fuori sento fischiare un venticello mica male. Mi stiracchio un pochino e con le manine sistemo la mia pancina tutta stropicciata dalla notte. E pensare che avevo chiesto al mio amico Sunny di accompagnarmi a fare una passeggiata, visto che ormai sto diventando un gran pigrone. Anche lui è un bigliettino giallo come me!
Figuriamoci se mi viene voglia di alzarmi e uscire, io resto qui.
”Din don” Ecco, infatti, il campanello!
Mi trascino fuori dalle lenzuola e con gli occhietti ancora mezzi chiusi mi dirigo verso la porta e chi mi trovo? Proprio Sunny con in mano caffè e brioches presi qui all’angolo, nella mia caffetteria preferita: si vede che mi conosce! Facciamo colazione e, dopo esserci ben coperti, usciamo ma subito veniamo investiti da una folata di vento. “Brrrr!! Rientriamo!” dico a Sunny, che però ha già imboccato il vialetto che conduce al parco, non mi resta che seguirlo. Noi bigliettini Gialli siamo così: trooooppo euforici!
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Siamo onde dello stesso mare

*“Adesso siamo a casa.

È portentoso ciò che succede

E c’è dell’oro, credo, in questo tempo strano.

Forse ci sono doni

Pepite d’oro per noi. Se ci aiutiamo.”

In questo tempo strano ognuno può scegliere se tirare fuori da sé tutto il peggio o tutto il meglio. Può decidere di far finta di niente e andare lo stesso in centro per l’aperitivo, può svuotare gli scaffali del supermercato o andare a sciare oppure può assumere comportamenti responsabili e solidali. Fondamentalmente, è quando la vita si fa dura che i buoni cominciano a distinguersi.

Non è facile far fronte ad emergenze che coinvolgono tutta la società ma qualcuno ha la sensibilità di capire che anche nell’emergenza non siamo tutti uguali e si attiva per dare una mano a chi ha difficoltà maggiori dettate dall’età o dalla condizione fisica.

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Gianni Rodari e favole al telefono, un vaccino contro l’isolamento

Succede che un giorno, quasi all’improvviso, ti trovi tra le braccia un fagottino e, questo sì all’improvviso, diventi una mamma, diventi un papà.
Sul fatto che lo diventi e non lo sei improvvisamente, si potrebbe scrivere a lungo.
Fatto sta che la tua infanzia, benché finita da tempo, nello stesso istante affiora sotto forma di polle di filastrocche, racconti, ballate, conte e ninna nanne.
Gianni Rodari è l’uomo di questa infanzia, ed è lo scrittore che ha reso letteratura l’infanzia dei cuccioli d’uomo.
Esplicitare e allo stesso tempo rendere immortale il procedimento analogico dei bambini, consacrare al per sempre il gusto dell’invenzione e stupirsi dell’arte della spontaneità con cui i bambini costruiscono i personaggi e le loro storie: a questo è dedicato l’anno Rodariano, a cent’anni dalla nascita di questo poeta del fanciullo che tutti noi siamo.
>!—more—>Non c’è quindi da stupirsi se tante e ovunque sparse sono le iniziative per celebrare l’aedo della fantasia: https://100giannirodari.com/ è la piattaforma dove trovare quella più adatta a noi e se poi avessimo nostalgia dei suoi libri Frankie hi-nrg mc, Matteo Bussola, Luciana Littizzetto e Marco Missiroli firmano la premessa alla nuova edizione rispettivamente di Grammatica della fantasia, C’era due volte il barone Lamberto, Filastrocche in cielo e in terra e Favole al telefono.
Che le storie potessero salvare dalla peste lo sapeva bene anche Giovanni Boccaccio; che le storie potessero oltrepassare le norme contro il contagio è cosa dell’epidemia 2.0.
Per i bambini che volessero una favola al telefono, dal giovedì al sabato delle prossime settimane fino al 21 marzo sarà la squadra di Damatrà a organizzare le letture prenotate al numero 3474492414 (dal lunedì al venerdì 9.00-17.00 a partire dall’11 marzo).

Elisa Parise

Con un cenno della mano

La musica parte ritmata.
I bambini entrano tenendosi per mano e formando una catena umana, metafora di quel tema che li accompagna in questo anno scolastico: quello del filo.
Il serpentone si snoda a zig zag nella piccola palestra fino a formare delle file ordinate.
Noi battiamo le mani a tempo.
Improvvisamente silenzio.
I bambini si siedono tutti. Tutti tranne uno, che la maestra fa rialzare con un cenno della mano.
E’ una bimba, piccina, prima elementare. Un paio di occhiali rossi, un cappello da Babbo Natale ed un paio di guanti bianchi come tutti gli altri.
Poi, piano inizia la musica e alcuni bimbi si alzano; per un piccolo istante molti non capiscono.
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Centra il talento! Baskin: uno sport su misura.

Questa volta sul parquet incontriamo Alberto Andriola, insegnante di scienze motorie e sportive nelle scuole secondarie a Udine.
Allenatore di basket dal 1984, da febbraio 2019 è il play maker di una associazione, la Zio Pino Baskin, che si occupa di promuovere il baskin, appunto.
Alberto, aiutaci a capire meglio che cosa sia il baskin.
È il risultato di “basket” e “inclusione”. Innovazione tutta made in Italy, è una disciplina sportiva progettata appositamente per valorizzare la partecipazione di tutti senza nessun tipo di discriminazione. Tutti e tutti insieme possono praticare basket: maschi o femmine, persone con o senza disabilità, fisica o intellettiva, con tanta o poca esperienza sportiva, con elevate o ridotte competenze tecniche. È il baskin che è stato reso adatto alla pluralità umana.
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