Questa era la frase che dava inizio alla battaglia dei coriandoli. Manciate di coriandoli lanciate ovunque, sui capelli, dentro le maglie, nelle scarpe, perfino in bocca e nelle orecchie, quei piccoli pezzettini colorati finivano ovunque sommersi di grida e risate. E pazienza se poi a casa ti facevano spogliare in un angolo e infilarti dritto nella vasca sperando invano che non andassero a finire dappertutto: quelli li trovavi il giorno dopo anche nel letto. E pazienza se poi la mattina successiva qualcuno avrebbe dovuto occuparsi di ripulire strade, marciapiedi e piazze per far tornare tutto alla normalità, il divertimento era troppo e nessuno vi avrebbe mai rinunciato.
Quasi quasi chiudo gli occhi e ritorno bambina a giocare con i coriandoli per un attimo, da quanto tempo non lo faccio più? Quanto sarebbe bello poterlo fare ancora? Si potrebbe organizzare una festa speciale in cui non serve vestirsi in maschera, in cui tutti sono invitati, gli adulti i bambini e perfino gli animali, e che importa se il carnevale è già passato, la nostra è una festa senza tempo, la si può fare ovunque e in qualunque momento dell’anno. Anche i coriandoli sono speciali: si chiamano coriandoli sostenibili e sono fatti di amido di mais ed alcune varietà di semi, circa 24 specie diverse, compresi fiori molto graditi alle api; li ha realizzati un’azienda tedesca e si trovano anche qui in Italia. Sarà una festa bellissima, piena di colori e lanceremo in aria i semi che poi diventeranno fiori, il vento li distribuirà per noi nei prati, nei campi e nei giardini, li troveranno gli insetti e gli uccellini, la pioggia e il sole li faranno crescere e germogliare, sarà per tutti una grande festa, anche per la terra.
Monia Rossi