Era distesa sul letto da diverso tempo ed un senso di nostalgia la stava pervadendo. Dall’alto del suo secolo di vita, stava ripensando agli anni trascorsi, alle scelte fatte e a quelle che avrebbe potuto fare. Le sembrava di non aver vissuto come desiderava, che se avesse percorso altre strade sarebbe stata più felice. Piccole lacrime le stavano solcando il viso ed attraverso gli occhi annebbiati, le parve di vedere un uomo davanti a lei.
“Chi sei?” chiese incuriosita. Non riceveva una visita da molto tempo, se non dalle infermiere che ogni tanto venivano a vedere come stesse.
“Mi chiamo Morfeo” disse l’uomo.
“Morfeo, l’uomo dei sogni e della sabbia. Sei venuto a farmi fare l’ultimo viaggio?” chiese la donna tristemente.
“No, sono venuto a farti vedere una cosa”. Detto questo l’uomo aprì la sua mano e soffiò della sabbia sul viso di lei.
Si era improvvisamente ritrovata nella sua camera da letto, guardando la sua figura da bambina che stava giocando con una bambola e sua mamma le stava sorridendo. Era felice di stare con i suoi genitori, si sentiva protetta. Tutto ad un tratto la visione cambiò. Si ritrovò a scuola, dove aveva conosciuto i suoi primi amori. Stava osservando i due ragazzi che erano innamorati di lei. Uno di loro sarebbe diventato il suo compagno di vita anche se allora non lo sapeva. Con lui aveva condiviso tutto. Primo bacio, primo amore, casa, animali e anche litigate. Spesso gli aveva detto, in preda a rabbia, che se fosse tornata indietro avrebbe scelto l’altro quando era giovane.
“Ora ti faccio vedere come sarebbe stata la tua vita con l’altro” le disse Morfeo.
Si era quasi dimenticata dell’uomo della sabbia. Rivedere il suo passato aveva preso tutti i suoi pensieri.
La scena era cambiata ed ora stava vedendo una copia di lei che si trovava in una camera da letto. Aveva dei lividi sulle braccia e mentre li stava guardando, una voce dalla cucina, urlando, la stava chiamando. Nell’altra stanza c’era il ragazzo che aveva scartato alle superiori, visibilmente ubriaco, che stava scolando una bottiglia di Vodka.
“Non voglio vedere oltre per favore” disse lei all’uomo dei sogni.
“Come preferisci. Continuiamo con altro allora” rispose lui.
Ora si vedeva lei a quarant’anni. Era una donna affermata e dirigeva un’azienda importante. Era temuta dai dipendenti di quella grande compagnia ed aveva la fama di “serpe”. Morfeo le raccontò che una volta aveva fatto licenziare una persona solo perché non l’aveva salutata alzandosi dalla sedia.
“Ma questa non sono io, non l’avrei mai fatto” affermò la donna incredula.
“Le esperienze di vita ti cambiano. Subire gli abusi da parte del tuo ex ti ha plasmata e resa diversa” le rispose l’uomo della sabbia.
Ora era una cinquantenne intenta a passeggiare per le strade del centro. Un cagnolino, evidentemente cucciolo e probabilmente scappato da qualche giardino, le si era avvicinato scodinzolando. Lei lo allontanò con un calcio e il piccolo urlò di dolore.
“Basta per favore” supplicò la donna “quel cagnolino è uguale al mio Botolo, che ha accompagnato me e mio marito per vent’anni. Perché mi fai vedere questo?”.
Non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò nel suo letto d’ospedale. Era di nuovo la centenaria di prima e fu grata che tutto ciò che aveva visto non fosse reale. Morfeo la stava guardando serio, con i suoi profondi occhi neri. Prima di addormentarsi, lei ripensò alla vita che aveva vissuto e si accorse che era stata veramente felice.
Quando le infermiere entrarono nella stanza, videro un sorriso solcare il volto della donna che si era addormentato per un’ultima volta.
Sandro Pezzella