C’è chi ha fatto i bilanci dell’anno appena concluso e chi si concentra sui buoni propositi dell’anno nuovo, e poi ci sono io che questo momento lo vivo sempre tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno. Strano a dirsi, ma tant’è, più che l’anno solare il mio calendario sembra quello dell’anno scolastico, oppure, più facilmente, credo che questo sia il mio capodanno biologico visto che, essendo nata a fine agosto, è in quel periodo che concludo un giro completo attorno a me stessa.
Ed è così che tra le prime piogge settembrine partono fuochi d’artificio dei miei buoni propositi, immancabili gli intenti di dedicarmi allo sport, di fare un corso nuovo e ritagliare più tempo da dedicare a me stessa e al tempo libero. Salvo poi vederli finire nell’ affollato archivio degli incompiuti, alla sezione “anno in corso”.
Ora, di fronte ad un mare impetuoso, con onde che si infrangono sulle rocce urlando tutta la loro potenza, apro lo zaino con il carico dell’anno appena trascorso, ci pensa un grecale sostenuto e deciso a svuotarlo in un batter d’occhio e a disperderlo nel mare dei ricordi. Niente buoni propositi per questa volta, al loro posto un ringraziamento, una nuova consapevolezza e una promessa condivisa.
Monia Rossi