Consigli di lettura: Marco Balzano, L’ultimo arrivato

Il finale che non ti aspetti. Una struttura narrativa spettacolare in cui l’evento di massima tensione viene posposto ma sempre richiamato nel corso del romanzo. Lunghi flashback si intrecciano con il presente sempre richiamati da elementi simbolo. What else?
Marco Balzano racconta in un agile romanzo la storia di Ninetto, un bambino di nove anni che parte dalla Sicilia con un Paesano per Milano alla ricerca di fortuna. No, non siamo in un rifacimento delle novelle di Verga ma nell’Italia degli anni Cinquanta.
La nostalgia per casa e per la mamma viene dipinta magistralmente con un uso sapiente di metafore legate al mondo fanciullesco che cessano solo quando Ninetto, a quindici anni, sposa Maddalena, altrettanto giovane: l’amore della vita rende adulti, nonostante l’età.
Non solo luoghi e non solo storie di migrazione interna. Il carcere sospende il tempo di Ninetto già adulto e così dopo aver scontato la pena a Opera il protagonista deve fare i conti con un altro straniamento: la Milano di oggi non è più la Milano che lui conosceva. E lì è male di vivere, tanto forte che neanche di fronte alla psicologa della mutua Ninetto trova le parole. Spaesato da bambino, con il sogno infranto di fare il maestro, spaesato da adulto, con il sogno di poter incontrare la bella Lisa, la piccola nipotina che non ha mai conosciuto.
Molti dunque i temi trattati con una tecnica narrativa impeccabile. I capitoli si rincorrono velocemente e il lettore è spinto a divorare il racconto, chiedendosi che cosa ne sarà di quel coltello da taschino che Ninetto porta sempre con sé.
Elisa Parise

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