Cosa resta dopo un temporale

È notte fonda. In lontananza, le prime avvisaglie di un temporale. Il vento soffia sempre più forte, l’aria si raffredda, scariche elettriche illuminano il cielo e l’atmosfera rimbomba come fuoco d’artificio. I bambini spariscono sotto le lenzuola o si fiondano nel letto dei genitori e perfino gli animali reclamano il loro ingresso in casa.
Il temporale è un fenomeno che mette paura, una paura che è alimentata dall’attesa inerte di qualcosa che arriverà e che non possiamo fermare. Lo stesso avviene per la tempesta, la cui intensità è talmente travolgente che, nel linguaggio comune, il termine è diventato metafora di situazioni non proprio positive: “tempestare di domande”, “tempesta di emozioni”, “aria di tempesta”, ecc.
Nella vita, il temporale e la tempesta sono l’imprevedibile, l’imprevisto, la sorpresa che spiazza, la tragedia anticipata da mille segnali, temuta e infine abbattutasi su di noi.
Che sensazione avete provato quando, dopo il passaggio di una simile perturbazione, avete aperto la porta di casa? Foglie dappertutto, vasi rovesciati, rami spezzati, magari anche vetri rotti: il caos davanti ai vostri occhi e lo sconforto nel cuore. Così è anche quando uno di questi fenomeni attraversa le nostre vite: tutto si stravolge, cambia posizione, è sconvolto e compromesso. Eppure, dopo aver visto il nostro giardino sottosopra, non ci sogneremmo mai di lasciarlo in quelle condizioni. Troviamo la forza di rimettere ordine, per riportarlo allo stato precedente o, se non è possibile, per rendere armoniosi i cambiamenti. Certo, sistemare la propria vita non è semplice come sistemare un giardino, ma il paragone può aiutarci a capire come muoverci. Armiamoci di rastrello e, dopo averlo ammucchiato, buttiamo ciò che è caduto e non serve più, per fare spazio; con i guanti solleviamo i vasi che si sono rovesciati e rimettiamo la terra al suo posto: queste sono le cose che hanno solo bisogno di essere raddrizzate per tornare a svolgere la loro funzione; infine, se qualcosa si è rotto, decidiamo se vale la pena aggiustarlo oppure no: a volte dobbiamo accettare che non tutto può tornare come prima.
Ecco, il nostro giardino, la nostra vita, sono pronti per essere nuovamente vissuti e amati.

Francesca Tamai

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