L’abbandono della propria terra, il difficile rapporto con la propria identità etnica, l’invasione dello straniero, la fuga segreta, la separazione con il fedele amico canide: storie, temi, episodi che si rincorrono nella storia degli uomini dalla notte dei tempi.
Maria Grazia Ciani ripercorre la sua storia di esule istriana in un micro-romanzo in cui presenta se stessa bambina come nuovo Ulisse e il suo cane York come nuovo Argo.
Le immagini presentate con gli occhi di una bambina non mancano di precisione e suscitano lo stesso dolore che i protagonisti devono aver vissuto. La vita dell’autrice trova specchio e senso nelle storie del mito greco, quel mito a cui la donna da ricercatrice ha dedicato tanto tempo nello studio appassionato e sempre stupefatto. Il gioco è interessante_ i confini delle due storie si toccano fino a confondersi, la vita e la narrazione diventano una cosa sola.
Il piccolo libretto presenta l’effetto che può realizzare solo chi ha amato molto la letteratura omerica e la sua lingua, solo chi ha sofferto molto esperienze traumatiche nel proprio io profondo; spinge poi a rileggere anche se stessi come parte di una grande storia, come partecipi delle sofferenze dell’umanità e delle sue rivincite.
Elisa Parise