La parola del Natale: intimità

Se dovessi associare una parola al Natale sceglierei un sostantivo: intimità.
Il giorno di Natale è intimo a partire dal suo celeberrimo detto: “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi” per arrivare poi alle atmosfere soffuse che ricreiamo nelle nostre case.
Cristianamente festeggiamo la nascita di Gesù nel giorno più buio dell’anno, per simboleggiare la luce che cresce e porta con sé la verità.
Molti preparano con molto anticipo questo giorno, altri ci pensano quasi all’ultimo minuto, ciò non toglie che per tutti noi cristiani questo sia un giorno speciale.
Un giorno nel quale vogliamo avere vicini i nostri familiari, ma anche le nostre amicizie più intime. Il giorno nel quale sentiamo più forti le assenze di qualcuno che si trova lontano o che ci ha lasciato. Un giorno che mescola dolore e gioia proprio come il parto che cristianamente stiamo festeggiando.
Un giorno intimo nel quale ognuno di noi riflette sull’anno appena passato.
Abbiamo avuti tutti Natali tristi e altri particolarmente felici: vorrei augurarvi solo i secondi ma sarebbe troppo facile farlo ed io non sono fatto per le cose facili.
Per cui mi rivolgo a chi sta affrontando un Natale con qualche pensiero, a coloro che soffrono la mancanza di qualcuno, o che lo stanno affrontando con qualche preoccupazione. Dopo ogni tempesta vi è sempre il sole: navigate con coraggio pensando che sarà un passaggio nelle vostre vite. Come dicevano gli antichi romani: “sol omnibus lucet” (il sole risplende su tutti ).
Buon Natale!

Michele Vida “Baudasch”

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