Viviamo in un mondo di cose taciute, di parole non dette, in una realtà che ci insegna che il silenzio è d’oro, ma è davvero così? Sicuramente ci toglie dagli impicci e ci aiuta a gestire situazioni complicate.
Ci teniamo dentro tutto, sentimenti, dolori e sensazioni che non siamo pronti a condividere, nella remota speranza che chi ci sta vicino possa capire e comprendere ciò che proviamo, anche se spesso non può essere così perché nessuno è in grado leggerci dentro fino in fondo.
Le parole non dette sono proprio quelle che avremmo dovuto pronunciare e che spesso per timore abbiamo taciuto, e qui la domanda sorge spontanea: di cosa abbiamo paura? Di sbagliare sicuramente, di usare vocaboli non idonei, di tempi e toni non appropriati alla situazione. Il fraintendimento ci frena, ci limita nell’espressione e a rimetterci siamo noi che rimaniamo affaticati nel corpo e nello spirito. Avvertiamo un terribile nodo in gola, che non svanisce mai, se ne rimane lì fermo, e quindi? Che fare?
Comunicare, ecco la parola magica, perché nessuno possiede una sfera di cristallo rivelatrice della verità assoluta e, per quanto vorremmo che fossero gli altri a riempire i nostri silenzi, dobbiamo essere noi i primi ad alzare la mano, a chiedere aiuto se ne abbiamo bisogno e a spiegarci quando non veniamo compresi. Interagire con il prossimo è fondamentale per poter costruire dei rapporti profondi ma, spesso, presumiamo di comprendere cosa stia pensando l’altro e il più delle volte equivochiamo. Per questo abbiamo bisogno di chiarimenti, di condividere le parole, anche quelle che non vorremmo dire, e donare così all’altro non solo i nostri pensieri ma anche una parte di noi stessi.
Facile vero? Non proprio, ma tra il dire e il fare ci deve essere l’intenzione di provarci per non rinunciare all’amore, al calore e al conforto. Parlare con chi ci capisce, fare quattro chiacchiere con un amico può fare davvero la differenza e cambiarci non solo la giornata ma l’intera esistenza.
Eleonora Brun