Consigli di lettura – Stabat mater (di Tiziano Scarpa)

Nato dalla predilezione dell’autore per la musica del compositore don Antonio Vivaldi, Stabat mater di Tiziano Scarpa è costruito a partire da un fatto storico: l’educazione di alcune orfane presso l’istituto della Pietà, nella repubblica veneziana, al quale nei primi decenni del Settecento il giovane sacerdote prestò il suo estro, attraendo ascoltatori disposti a fare molta strada pur di udire le melodie delle esecutrici dell’Ospedale. Protagonista del romanzo è una di loro, la sedicenne Cecilia, che ogni notte, quando l’angoscia l’assale, si rifugia in cima ad una piccola scala, addossandosi al muro dal quale filtra il calore della canna fumaria di una stufa. Da questo posto segreto scrive alla persona che l’ha abbandonata in quel luogo, la madre, mai conosciuta, talvolta disprezzata, eppure intimamente cercata dentro quelle parole che escono dalla penna e che altro non sono se non un modo per pronunciare il nome di chi l’ha messa al mondo. “Anche se scrivo cielo, terra, musica, dolore, io sto scrivendo sempre e soltanto mamma”, così si esprime Cecilia in una delle tante lettere, tutte conservate dentro ad un nascondiglio. La figura della madre, quindi, signoreggia il romanzo, come appare evidente sin dal titolo, che riporta l’incipit di una preghiera sulle sofferenze di Maria, madre di Gesù, durante la Passione del figlio. Nell’estenuante ricerca della donna che l’ha lasciata nell’istituto insieme ad un solo segnale, la metà di una rosa dei venti, Cecilia dà sfogo al profondo senso di solitudine che la opprime, all’impressione di non esistere, di non essere niente, assente da tutti i posti, senza nessuno che la pensi e che la ami.
Così la vita all’interno dell’Ospedale passa e anche la musica diventa un’abitudine, un’azione meccanica che si svolge per inerzia. Le cose iniziano a cambiare quando giunge un nuovo compositore e insegnante di violino, lo strumento che Cecilia suona. È don Antonio Vivaldi, il quale insegna alle piccole orfane ad uscire dalla monotonia, ad andare oltre loro stesse trasformando gli strumenti musicali in paesaggi, animali e rumori. Sensazioni ignote si fanno strada nell’animo di Cecilia, la passione per qualcosa che si ama, l’aspettativa verso ciò che ancora non si conosce. Ecco allora che la ragazza si libera di ciò che fino a quel momento l’ha tenuta prigioniera e decide di andare incontro al proprio destino.
Si chiude così il romanzo di Tiziano Scarpa, un viaggio struggente, a tratti cinico e feroce, attraverso l’interiorità della sua protagonista, la quale dovrà compiere una lunga meditazione su di sé per riconsegnarsi finalmente a se stessa.

Francesca Tamai

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