Sono una persona più incline a pensare a dove voglio andare e cosa desidero per il mio domani, piuttosto che voltare a guardare da cosa allontanarmi e ciò che è stato nel mio ieri, nonostante per me sia molto importante.
Questo differente modo di pensare genera un’energia diversa in ognuno di noi: più fluida e dinamica, in un caso, e più lenta e protettiva, nell’altro(nella programmazione neuro-linguistica questi diversi filtri che ci guidano li chiamiamo metaprogrammi).
Quando pensiamo a cosa desideriamo per la nostra vita, che si tratti di relazioni affettive, di rapporti familiari o del lavoro dei nostri sogni, proviamo nuovi stimoli e curiosità da un lato, ma dall’altro, non conoscendo ancora come tutto questo si potrebbe realizzare, ci sentiamo insicuri e timorosi.
Quante volte avremo sentito il detto “Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia e non sa quel che trova!”: una indiscutibile verità che almeno a me in passato, più di una volta ha intimorito e frenato dal prendere una decisione o dal fare una scelta. Un pensiero che a volte ci rende difficile staccarci dalle cose, dalle persone o dalle situazioni e che cercando di “proteggerci”, ci mantiene ancorati a quello che comunque già conosciamo.
Eppure nel lasciare “la strada vecchia” o nel cambiare qualcosa del nostro passato, c’è anche l’opportunità di fare tesoro di quello che le nostre esperienze e i rapporti vissuti nel bene e nel male ci hanno donato aiutandoci a crescere: quando siamo pronti a valorizzarlo, ci prepariamo a fare un passo avanti con maggiore apertura e serenità.
Lasciar andare non significa dimenticare o rinnegare e per forza rischiare, ma portare dentro al cuore tutto il bene che vi era racchiuso per noi, trasformandolo in nuova energia per il futuro che potrebbe riservarci anche belle soprese!
Tutto è passeggero, guardiamo ai nostri nuovi passi non dimenticando che per sapere in che direzione andare, è importante conoscere da dove si arriva!
Cristina Gnan