Tempo curvo

Tempo curvo / revisione
“Maestro la trovo pensieroso.”
“Oh ragazzo! Mi frulla in testa uno strano pensiero. Ha a che fare con la questione del tempo.”
“Sono curioso.”
“Allora… tutti noi scandiamo il tempo in senso lineare. Secondo la connessione spazio-tempo, viene naturale suddividere la vita in un qui e quando che rappresentano eventi accaduti nel passato, o che si manifestano nel presente, oppure che si presuppone avverranno nel futuro… secondo un libero arbitrio”
“Semplicistica relatività ristretta…”
“Ora arrivo al dunque… e se questa linearità non esistesse affatto?”
“….”
“Prendi il principio del tempo minimo di Fermat…”
“Ovvero: di tutti i possibili cammini che un raggio di luce può percorrere per andare da un punto ad un altro, esso segue quello che richiede il tempo più breve…”
“Sarebbe più corretto affermare che la luce segue sempre un percorso estremo, cioè che minimizza o massimizza il tempo… ad ogni buon conto, se consideriamo tale principio in senso filosofico, il concetto di percorso più rapido non sussiste a meno che la luce non conosca già in anticipo una destinazione specifica! Prima della partenza! La causa-effetto della rifrazione non esiste, la luce ha già come obiettivo un determinato punto e non cambia direzione perché tra due superfici c’è un indice di rifrazione diversa!”
“Continui.”
“Se immaginiamo ogni singola esistenza come un raggio di luce, si potrebbe postulare che lo spazio-tempo in termini di causa-effetto non esistano come noi li percepiamo!”
“Dove sta il il nesso?”
“Prendiamo una delle mele sopra questo tavolo. Come definirla in termini spazio-temporali?”.
“Una bella mela rossa sopra il suo tavolo, mentre la osservo da questa posizione!?”
“Secondo una logica lineare. Ma osserva, cosa è stata questa mela prima di essere tale? E cosa sarà una volta che i suoi semi saranno sparsi sulla terra?”
“Un fiore da impollinare al passato, una possibile pianta nel futuro!”
“Esci dal concetto di tempo come prima e dopo. Non ti accorgi che in questa singola mela le tre varianti del tempo sono in realtà racchiuse in un solo momento? Un fiore diventato frutto che contiene in sé una pianta in potenza? Passato, presente e futuro! Insieme! La natura coglie già la sua destinazione a prescindere da quale sia la variabile che incontrerà nel suo divenire!”
“Quindi lei vorrebbe affermare che la nostra esistenza umana vivrebbe dal principio una ciclicità intrinseca votata al raggiungimento di un punto preciso nello spazio? E che in qualche modo minimizzare o massimizzare il raggiungimento di quel punto lo avremmo già deciso indipendentemente da quali siano i fattori che nel nostro cammino potrebbero influirne la direzione? “Esatto!”
“Mi perdoni, ma se la nostra esistenza fosse ciclica, non saremmo mai destinati veramente a compiere il passo verso la destinazione finale. Non è un controsenso?”
“Ma se tutti noi curvassimo lo spazio-tempo della nostra esistenza fino a farlo diventare un unico punto di consapevolezza sulla vita, allora l’assurdo non avrebbe modo di esistere. Esisteremmo solo come singole entità, in un continuum che non lascerebbe né tempo né spazio alla sofferenza, ma solo alla percezione di essere principio e fine del nostro tutto”.
“Maestro, è l’ora del tè…”

Alberto Pagotto

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