Per chi frequenta la montagna e ama le escursioni più o meno impegnative cosa c’è di più appagante di raggiungere la meta stabilita? Intesa come rifugio, bivacco, forcella o meglio ancora una vetta ambita e da lì godere di un panorama che ti inebria e ti ricompensa della fatica che tanto ti ha messo alla prova?
E’ un valore difficilmente quantificabile in quanto molto soggettivo, com’è soggettivo il modo in cui ognuno di noi frequenta la montagna. Dipende dalle motivazioni per cui ti predisponi a versare sudore per raggiungere la tua meta, dallo scopo dell’escursione o dell’ascensione programmata a tavolino tra amici, magari ambita da parecchi anni.
Orbene raggiunta la vetta, la forcella, il particolare punto panoramico, quante volte vi è capitato – e la regione dolomitica è un’invidiabile palestra – di aguzzare la vista e, da soli o in compagnia, iniziare ad elencare le varie cime, valli, gruppi montagne che si offrono al nostro sguardo?
Tutta questa premessa per quale motivo?
In primo luogo per chi non ne fosse ancora informato è doveroso riconoscere lo sforzo della Fondazione Dolomiti Unesco che lo scorso 29 agosto ha inaugurato in località Faverghera-Nevegal il sesto balcone panoramico, il secondo in provincia di Belluno dopo quello posizionato sul Monte Rite, dal quale il visitatore può osservare il panorama e contemporaneamente leggere su un semicerchio metallico i nomi delle creste tutt’attorno, riproposti in bassorilievo. Il balcone del Nevegal, posizionato a quota 1.550, è raggiungibile con una facile passeggiata di appena 20 minuti dal parcheggio “La Casera” e da lì predisporre il proprio animo a godere di una meraviglia della natura che tutto il mondo ci invidia.
In secondo luogo per rendervi partecipi del personale balcone panoramico che ho scoperto nella tersissima mattinata del 3 settembre 2020 percorrendo la strada statale 14 “Triestina”. Se vi è capitato di percorrerla è tutto un susseguirsi di paesi, capannoni e soprattutto estese proprietà agricole intensamente coltivate. Lo sguardo per chi percorre in auto la statale è continuamente disturbato da ciò che l’uomo ha frapposto fra voi e l’infinito.
Ma c’è un punto sulla “Triestina”, precisamente al Km 71,5 ove è posizionato uno sbilenco e arrugginito cartello della Regione del Veneto che recita Provincia di Venezia (siamo in comune di Fossalta di Piave) Stazione di rilevamento del traffico veicolare, dal quale la visuale è libera nella maniera più assoluta. Non vi è nessun ostacolo visivo e davanti a voi, se la giornata è luminosa e sgombra di nubi, potete ammirare tutto un susseguirsi di creste e gruppi di montagne che parte dalle piccole dolomiti vicentine alla vostra sinistra fino alle alture del Golfo di Trieste alla vostra destra, passando perciò per tutto l’arco delle prealpi venete e friulane, con le Dolomiti sullo sfondo, guardando a nord.
E tutto questo senza che il vostro sguardo sia disturbato da case, campanili, capannoni, alberi, tralicci, pali, un’autentica rarità!
E’ stata talmente estasiante per me quella visione mattutina che, memore di quanto visto pochi giorni prima sul Nevegal, mi permetto di suggerire al Sindaco del Comune di Fossalta di Piave di creare in quella zona il primo balcone panoramico a Quota Zero.
A mio parere avrebbe un successo notevole!