La mamma di Andrea quando è nervosa cucina. La sua specialità sono i dolci.
Il risultato sono delizie distribuite in gran quantità a parenti, amici e conoscenti.
Zia Geni, all’anagrafe ne dichiara 93 ma pochi ci credono, trascorre le giornate facendo la pasta a mano.
Tagliatelle e tortelli per carnivori e vegetariani divisi in pacchetti personalizzati e pronti all’uso. Da casa di Ortensia è impossibile uscire senza almeno una borsa piena di leccornie di ogni tipo preparate appositamente. La ciliegina sulla torta? Il pane sfornato dalla passione di Raffaele, ricetta segreta s’intende.
E poi c’è mamma, lei ti aspetta per consegnarti la cena da portare a casa, già pronta nella pentola per essere scaldata.
In quelle giornate frenetiche in cui arrivi a casa e ti senti girare come una trottola, in cui la stanchezza è tale che vorresti buttarti a pesce sul letto senza nemmeno togliere le scarpe, stringi quella pentola fra le mani pensando a quanto è prezioso quel dono.
I sapori della cucina di famiglia con cui siamo cresciuti, insuperabili per definizione,
si elevano al nostro palato con la consapevolezza di un valore aggiunto, la gratitudine nei confronti di un gesto che arricchisce la nostra memoria gustativa.
Nella cucina di uno chef ho letto una frase: “si cucina sempre pensando a qualcuno altrimenti stai solo facendo da mangiare”, mi è sembrata una dichiarazione d’amore universale.
Monia Rossi