Era notte fonda e Telion si trovava sottocoperta intento a scrivere uno dei suoi racconti.
La piccolissima cabina in legno era illuminata solo da una lanterna ad olio sufficiente però a permettergli di distinguere le parole che uscivano dalla sua penna. Il padre aveva fatto costruire una piccola nave come si usava nel passato, senza accessori moderni. Diceva che sentire il profumo del mare e del legno lo faceva sentire bene.
Il ragazzo amava uscire di notte in mare con il genitore e i suoi aiutanti. In quei momenti si ritirava nella sua cabina e cominciava a scrivere avventure fantastiche.
Dal piccolo ponte della nave il padre di Telion guardava il cielo preoccupato.
Non si vedeva nulla e si erano ritrovati improvvisamente in una notte senza Luna e stelle. Le acque cominciarono ad agitarsi ed i primi ondeggiamenti del vascello fecero sobbalzare il ragazzo che corse di sopra. Il padre era intento a sistemare le vele con i suoi marinai ed il giovane cominciò ad aiutare la ciurma a tirare le corde. Le prime onde cominciarono a colpire la nave e le gocce di pioggia stavano bagnando il ponte dell’imbarcazione. I marinai stavano lottando con le onde per non cadere aggrappandosi ad ogni oggetto con cui venivano in contatto. Telion guardava il padre che combatteva coraggiosamente contro la furia dell’acqua, ma improvvisamente un’onda grandissima lo colpì in pieno facendolo sparire. Il giovane si mise ad urlare ma la sua voce si perse nel fragore e nella confusione. Lacrime miste a pioggia solcavano il suo viso e in quel momento, un piccolo bagliore comparve nel mare.
Era sul ponte, stava cercando di riprendersi e quando posò lo sguardo verso quella luce, gli parve di vedere una figura femminile, grande, bella, potente che teneva un oggetto luminoso sul palmo della mano. Non era un essere umano, ma si accorse che lo guardava con occhi dolci e d’un tratto lei si frappose fra le alte onde e la nave, proteggendo l’imbarcazione. Telion era affascinato da quell’immagine mistica e quando questa lo guardò nuovamente, il ragazzo sentì i suoi sensi perdersi nell’oblio.
“Ben svegliato!” I suoi genitori lo stavano fissando. Telion cercò di capire dove fosse: si guardò intorno e vide che si trovava in una stanza d’ospedale. LA flebo attaccata al braccio gli procurava un leggero pizzicore.
“Cos’è successo? Dov’è il nostro vascello?” chiese il ragazzo.
“Credo tu abbia sognato, tesoro” gli sorrise il padre accarezzandolo. Il giovane era contento di vederlo. Temeva di averlo perduto per sempre ed invece era lì, insieme a sua madre che lo guardavano dolcemente.
“Hai avuto una brutta influenza, Telion. Ma sei un ragazzo forte ed hai combattuto da vero eroe. A proposito,” continuò il padre, “è passato tuo nonno: è sempre stato accanto a te fuori dalla stanza ed era stanchissimo. Ti ha portato quel libro.”
Il ragazzo guardò sul comodino. Una bellissima copertina blu, faceva da sfondo al titolo del libro:
LA REGINA DEL MARE.
Telion sorrise e cominciò a leggere quella storia.
Sandro Pezzella