Amo la diversità.
Amo le donne che giocano a rugby e gli uomini che si rilassano con l’uncinetto; amo le donne che giocano a briscola e gli uomini che bramano nel far shopping; amo le donne con il trapano in mano e mi piacciono gli uomini che non disdegnano di fare le pulizie di casa.
Amo la diversità.
Amo le donne in giacca e cravatta e gli uomini che ballano il liscio; le donne che ascoltano il metal e gli uomini che ballano in calzamaglia; gli uomini che leggono le poesie romantiche e le donne che leggono i poemi maledetti di Verlaine e Rimbaud; le donne capaci di fare il capo e gli uomini introversi, capaci di amare in silenzio.
Amo la diversità.
Amo gli uomini che dipingono cuori e le donne che fanno arti marziali; le donne che guidano l’autobus e gli uomini che coltivano rose; amo le donne che studiano l’astrofisica e gli uomini che scrivono romanzi rosa; le donne che non nascondono il piacere del sesso e gli uomini che piangono guardando un film drammatico.
Ma chi lo dice poi che sia diversità?
Chi ha il diritto di dire cosa sia diverso e cosa no? Chi ha il diritto di diffondere la propria concezione di diversità? E magari pretendere di imporla agli altri?
Il solo fatto che ognuno di noi segua l’idea di qualcun altro ci priva della nostra libertà di individui intelligenti e pensanti.
La diversità non è un confine, ma un orizzonte.
Ruggero Vitali