Un giorno di poco tempo fa, stanca come sempre per i mille impegni che mi accollo più o meno volontariamente, comincio a lamentarmi della giornata, delle fatalità, del fatto che l’ingratitudine e l’indifferenza regni sovrana.
Improvvisamente, una persona lì vicino mi prende le mani tra le mani, mi fissa negli occhi con prepotenza e mi dice “tu sei UNA BELLA PERSONA, hai un cuore grande, disponibile.
Devi essere fiera di questo!” mi dà un bacio sulla fronte e se ne va.
Alta, bionda, occhi azzurri, non ho mai odiato il mio fisico non propriamente da top model, non mi sono mai truccata troppo ne speso soldi a fare mille trattamenti ai capelli.
Quando li ho persi ho lasciato che la gente vedesse questa mia fragilità senza coprirmi la testa, non ho mai nascosto i lividi o le botte.
Nel bene e nel male, madre natura ha fatto un lavoro “passabile”.
Solo che, a differenza delle mie amiche, mi sono sempre vista …gigante.
Quindi ho puntato tutto su di me, inteso come interiorità.
Anche se come dico sempre io “che sei bella dentro interessa solo al verme solitario”.
Ho una buona autostima, un carattere socievole ma ho sempre cercato comunque in ogni caso di essere qualcosa in più, nel limite delle mie capacità, rischiando a volte di risultare invadente.
Cammino nei corridoi dell’ospedale con la schiena dritta, salutando con un sonoro “buongiorno” chiunque incontri, siano pazienti o operatori, e anche diverse volte le stesse persone.
Se vedo qualcuno sperduto e in difficoltà a districarsi nel dedalo dei reparti sono io che mi fermo a chiedere “ha bisogno di aiuto?”, senza aspettare che titubante quello alzi restio un dito rischiando di non essere minimamente degnato di uno sguardo da altri operatori.
Non sapete che gioia quando la gratitudine arriva così, come una secchiata di colore addosso solo per essersi esposti per primi.
Cerco di essere indipendente, autonoma, ma anche nella più completa e complicata combinazione del tetris che è la mia vita trovo sempre il tempo per chi mi chiede una mano, un aiuto, un consiglio, tempo per quattro chiacchiere.
Non cerco di dare consigli, cerco di non giudicare, cerco di ASCOLTARE!
Cerco, anche quando è difficile, di regalare un sorriso rassicurante, un appiglio, un po’ di quel che ci vuole per far sentire gli altri meno soli, meno invisibili come a volte io stessa mi sento.
Credo che si possa essere più belli in pigiama, coi calzini antiscivolo, seduti sul divano, con un bicchiere in mano e il cuore pronto ad ascoltare.
Scomposti magari, spettinati, ma con gli occhi fissi e attenti su chi ci chiede attenzione.
Credo le donne più potenti della storia siano diventate eroine proprio partendo dall’umiltà e dalla capacità di donare un po’ di loro stesse agli altri, senza sfarzi, senza vanagloria, senza pretese, ma solo con la loro anima, con la condivisione, con la forza che è derivata dalla loro esperienza e senza la pretesa di riavere indietro qualcosa.
Questo disse anche Audrey Hepburn, icona di stile e eleganza: “la bellezza di una donna non risiede nel suo trucco, ma è riflessa nella propria anima”.
Cerco di fare un po’ mio questo pensiero, di essere invece che apparire, di dare invece che avere, di fare delle mie esperienze bagaglio e dono.
Un “Quanto sei bella”, seppur sempre gradito da una donna, non avrà per me mai il peso di quel “sei una bella persona”. Il mio Verme Solitario (magari lo avessi davvero) ringrazia.
Marta Santin