Portami a casa
Portami a casa notte,
imperturbabile notte.
Tu sola ti ostini
a dare risalto a questo fuoco
che sotto oscure e stordite ceneri,
ancor vivo e tenace,
avidamente si nutre dell’aria
che tutto intorno,
al tuo venerato cospetto,
si nasconde, furba,
ma pur grida e gioca!
E insieme a nuove stelle,
testé comparse al limitare
del vasto orizzonte conosciuto,
fa danzare, vibranti,
le ultime gocce di pioggia,
che a guisa d’ali di farfalla
si prendono giuoco della terra,
Lei, tenera madre sí divertita
dal nutrimento di quel tocco divino
animato d’incredibile dolcezza.
Così, immutato e cangiante,
in un continuo movimento
che sempre torna per cercare
e riconoscere la sua origine,
io rimango ancora un po’
nel tuo abbraccio, notte,
e piano mi riprendo addosso
il colore di questo giorno che,
nuovo, già bussa e non s’arrende,
Lui, teatro di un fuoco
finalmente libero sopra la cenere,
spazzata via dalla gioia
di un’aria fresca
capace si creare un solco
lungo la terra che porterà
nuova acqua in questo mio mare.
Alberto Pagotto